“La regola dell’amico non sbaglia mai. Se sei amico di una donna non ci combinerai mai niente…” Max Pezzali, con la sua famosissima canzone ha affrontato in modo un po’ scherzoso un tema un po’ particolare.
C’è chi la definisce friend zone e chi la ricorda come “regola dell’amico”. Un fenomeno prettamente maschile. In qualsiasi modo la si definisca, comunque, il senso è sempre lo stesso. La frase “per me sei solo un amico/a” suona ormai come una sentenza. E’ sempre più difficile trasformare un’amicizia in un rapporto sentimentale. Oggi anche la scienza si è pronunciata in merito. Stando a uno studio appena pubblicato sulla rivista Psychological Science, infatti, l’attrazione fisica tra persone che si conoscevano prima di diventare una coppia è molto inferiore, e scema molto prima, rispetto a quella esistente tra chi subisce il cosiddetto “colpo di fulmine”
” I risultati della nostra ricerca”, spiega Lucy Hunt, della University of Texas at Austin, “indicano che la percezione della bellezza del partner può cambiare nel tempo, via via che ci si conosce meglio”. “Avere più tempo per conoscersi (prima di diventare una coppia) fa sì che emergano altri fattori”, continua Hunt, “come per esempio la compatibilità globale dell’altro in qualità di partner, che possono facilmente offuscare caratteristiche osservabili come l’attrazione fisica”.
In gergo scientifico, il meccanismo studiato dall’équipe di Hunt è definito “accoppiamento assortativo“. Si tratta di un fenomeno psicologico ben documentato secondo il quale gli individui tendono ad accoppiarsi con persone che hanno caratteristiche fisiche, psicologiche e comportamentali molto simili. Un pattern che va letto come naturale conseguenza della competizione per l’accoppiamento: il successo di un individuo sul “mercato” è limitato dalla propria desiderabilità. Chi è più attraente fisicamente tende a essere desiderabile in tempi più brevi e riesce, dunque, ad accaparrarsi più velocemente partner altrettanto desiderabili.
È su questo punto che hanno lavorato gli scienziati. La loro ipotesi, poi confermata, era che la durata temporale della conoscenza tra i partner prima che diventino una coppia possa alterare, in qualche modo, le dinamiche della competizione per l’accoppiamento. Per verificare ciò sono state analizzate 167 coppie. 100 composte da persone sposate e 67 da persone che si stavano frequentando. La durata media delle relazioni esaminate era di 8 anni e 8 mesi, con un minimo di 3 mesi e un massimo di 53 anni. Le coppie sono state intervistate (e filmate) riguardo alla propria percezione della relazione nel corso del tempo. Analizzando i video, i ricercatori hanno visto confermata la propria ipotesi: più ci si conosce prima di diventare una coppia, meno conta l’attrazione fisica. Da ciò deriva che una relazione tra una donna poco attraente e un uomo molto attraente è più probabile se i partner si conoscono da lungo tempo prima di mettersi insieme. In una relazione nata immediatamente dopo la prima conoscenza, invece, ha una parte preponderante l’attrazione fisica reciproca. I ricercatori, però, specificano che il livello di attrazione fisica non sembra essere correlato con la soddisfazione generale per la relazione: sia gli ‘ex-amici‘ sia coloro che non si conoscevano sembrano essere soddisfatti allo stesso modo.
Detto questo, da oggi i meno attraenti – o chi si ritiene tale – avranno una base scientifica più solida per non demordere e insistere nel corteggiamento. A quanto pare, dalla friendzone, forse, si può uscire. L’importante, però, è non farvi ritorno.
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