Molti adolescenti, e non solo, incappano spesso nella trappola della friendzone, quella condizione di amicizia perenne con una persona quando invece si vorrebbe una relazione di altro tipo. Ma come si spiega scientificamente la friendzone?
IN BREVE
In gergo scientifico, il meccanismo studiato della friendzone è definito come “accoppiamento assortativo“. Si tratta di un fenomeno psicologico ben documentato secondo il quale gli individui tendono ad accoppiarsi con persone che hanno caratteristiche fisiche, psicologiche e comportamentali molto simili. Un pattern che va letto come naturale conseguenza della competizione per l’accoppiamento: il successo di un individuo sul “mercato” è limitato dalla propria desiderabilità. Chi è più attraente fisicamente tende a essere desiderabile in tempi più brevi e riesce, dunque, ad accaparrarsi più velocemente partner altrettanto desiderabili.
È su questo punto che hanno lavorato alcuni scienziati. La loro ipotesi, poi confermata, era che la durata temporale della conoscenza tra i partner prima che diventino una coppia possa alterare, in qualche modo, le dinamiche della competizione per l’accoppiamento.
Quando sentiamo parlare della “zona degli amici” non viene mai menzionata in una luce positiva. Se ti trovi lì, hai finito. Per questo si cerca sempre di evitarla. La scienza però dà qualche speranza a chiunque sia bloccato nella friendzone, anzi pare che possa portare anche a qualche vantaggio per conquistare la persona di cui ci si è infatuati. Potremmo dire che la friendzone è il purgatorio del romanticismo. Abbiamo sentimenti per loro, ma loro non hanno sentimenti per noi. Non è il posto peggiore che potresti essere, ma è tortura quando vuoi essere da qualche altra parte. Principalmente sono i maschietti che parlano di essere stati “friendzonati”, ma la verità è che anche le donne ne sono spesso vittima.
Molti studiosi si sono interessati a questo fenomeno che tanto turba la psiche di molti adolescieti, tra questi vi sono Edward Lemay e Noah Wolf dell’Università del Maryland che si sono focalizzati sulle amicizie tra uomo e donna. In due studi separati hanno coinvolto giovani studenti con un’età compresa tra i 19 e i 23 anni, i partecipanti hanno auto valutato il loro rapporto di amicizia con una persona dell’altro sesso. I risultati hanno dimostrato che sia gli uomini che le donne si perdono in fantasie romantiche ed è emerso anche che sono gli uomini a voler maggiormente uscire dalla friendzone, rispetto alle donne. Nel corso del tempo, gli amici il cui interesse romantico era inizialmente superiore al loro compagno sembrano mettere in moto un processo che determina un’attrazione reciproca e portano a pensare all’amico come a un possibile partner sessuale.
I risultati dello studio sembrano quindi evidenziare che occorre procedere con cautela ed essere pienamente consapevoli di ciò che ci si appresta a fare nel tentativo di uscire dalla friendzone. Cedere alla tentazione momentanea di dare il via a un flirt può essere innocente all’inizio, ma prima che ce ne si renda conto, ci si può trovare di fronte ad una situazione che non si sa gestire.
Più volte gli studi hanno dimostrato che ci piacciono le persone che sono più come noi. Siamo inclini a fidarci di loro, a sentirci a nostro agio e possiamo anche essere più facilmente influenzati da loro. Il più delle volte vediamo le coppie insieme che hanno un senso. Ogni tanto, però, incontriamo persone che apparentemente non hanno niente in comune.
Un secondo studio scientifico è stato condotto da alcuni ricercatori dell’Università del Texas di Austin che si sono chiesti proprio il perché la maggior parte delle persone che si accoppiano hanno caratteristiche fisiche o psicologiche simili? E cosa rende le altre coppie l’eccezione alla regola? Per trovare le risposte sono state analizzate 167 coppie: 100 composte da persone sposate e 67 da persone che si stavano frequentando. La durata media delle relazioni esaminate era di 8 anni e 8 mesi, con un minimo di 3 mesi e un massimo di 53 anni. Le coppie sono state intervistate (e filmate) riguardo alla propria percezione della relazione nel corso del tempo. Analizzando i video, i ricercatori hanno visto confermata la propria ipotesi: più ci si conosce prima di diventare una coppia, meno conta l’attrazione fisica. Da ciò deriva che una relazione tra una donna poco attraente e un uomo molto attraente è più probabile se i partner si conoscono da lungo tempo prima di mettersi insieme. In una relazione nata immediatamente dopo la prima conoscenza, invece, ha una parte preponderante l’attrazione fisica reciproca. I ricercatori, però, specificano che il livello di attrazione fisica non sembra essere correlato con la soddisfazione generale per la relazione: sia gli ‘ex-amici’ sia coloro che non si conoscevano sembrano essere soddisfatti allo stesso modo.
Mentre le coppie discutevano della loro storia di appuntamenti, erano anche registrate dagli scienziati. Il nastro è stato quindi dato a professionisti qualificati per essere valutato. Ad ogni persona nello studio doveva essere assegnato un punteggio in base al loro aspetto fisico. Le valutazioni fornite a ciascun individuo erano coerenti. Se uno dei valutatori assegnava a qualcuno un 7, molto probabilmente anche gli altri valutatori davano a tale persona un 7. Ciò significa che le persone che davano voti erano in gran parte d’accordo sui livelli di desiderabilità.
Gli scienziati hanno scoperto che maggiore è la differenza tra alcuni parametri estetici, più lungo è il periodo di conoscenza prima di essere coinvolti romanticamente. Le coppie che avevano iniziato a frequentarsi dopo essersi conosciute per un breve periodo erano molto più vicine all’aspetto fisico. Ancora più importante, questo schema è valido anche per le coppie che erano amici prima che iniziassero ad uscire insieme.
Lucy Hunt, l’autrice principale dello studio, ha dichiarato: “Avere più tempo per fare conoscenza può consentire ad altri fattori, come la compatibilità di un’altra persona come partner di relazioni, per rendere quella persona attraente in modi che eclissano più facilmente le caratteristiche osservabili come l’attrattiva fisica.” Più a lungo conosci qualcuno, più le tue qualità interiori, come la personalità, possono trasparire.
Un’altra scoperta interessante dello studio è stata la differenza nei livelli di soddisfazione tra le loro relazioni. Per dirlo chiaramente, non ce n’erano. Non importava se si conoscevano da un paio di settimane prima di uscire insieme, o erano amici da anni. I loro livelli di felicità erano gli stessi. L’amicizia prima del romanticismo non ha portato a più beatitudine, ma ad una comprensione più profonda. Ha anche dimostrato che quando si tratta di felicità, l’aspetto non ha molta importanza.
Detto questo, da oggi i meno attraenti – o chi si ritiene tale – avranno una base scientifica più solida per non demordere e insistere nel corteggiamento. A quanto pare, dalla friendzone, forse, si può uscire. L’importante, però, è non farvi ritorno.