Chi ha inventato il bidet? Contrariamente a quanto possa far pensare la sua presenza nelle nostre case, le sue origini sono molto meno italiante di quanto si creda. Facciamo un salto indietro fino all’Europa del XVIII secolo per narrare storia e gloria del simbolo dell’igiene.
IN BREVE
Bidet: il sanitario più amato dagli italiani. Lo slogan di una nota pubblicità di sanitari? Assolutamente no. È un dato di fatto. E la cosa strana è che questo “misterioso oggetto” a quanto pare è amato da pochi altri popoli al mondo. Siamo gli unici ad averne obbligatoriamente almeno uno in casa e ad usarlo regolarmente, tanto che quando andiamo all’estero ci rimaniamo male se non lo troviamo nella stanza da bagno. C’è però un mito da sfatare: chi ha inventato il bidet non era affatto italiano.
Questo caposaldo dell’igiene personale fece infatti la sua comparsa in Francia nel 1700. Definito “sedia di pulizie” negli inventari dell’epoca, chi ha inventato il bidet fu Christophe Des Rosiers. Il primo bidet venne installato presso la residenza del Primo Ministro francese ad uso della sua signora, Madame De Prie.
Legato a tale oggetto c’è un evento molto curioso. Si narra infatti che l’allora Ministro degli Esteri – nonché amante dell’allegra Madame De Prie – nel 1726 sia stato addirittura ricevuto dalla signora (con non poco imbarazzo) mentre era a cavallo di uno strano “sgabellino a forma di violino“. Per quanto non siano mai entrati a far parte dei bagni pubblici, la reggia di Versailles ne contava addirittura più di 100, che però una decina d’anni dopo vennero rimossi in quanto inutilizzati. Pare che il termine “bidet” fu comunque adoperato subito, per la somiglianza con il termine francese “cavallino” (data la posizione che si assume quando vi si è seduti sopra). Non tutti, però avevano capito quale fosse il suo reale utilizzo. Infatti nel 1739 l’oggetto veniva pubblicizzato da un rivenditore (evidentemente poco informato) come “custodia per violino in porcellana con quattro piedi”.
Occorre precisare che il Settecento è stato un secolo un tantino avverso all’igiene personale: credenze religiose (e perfino mediche) convincevano le persone che fosse peccato lavarsi perché questo costringeva a guardarsi e toccarsi parti del corpo peccaminose. Addirittura l’illuminato Diderot (1768) spiegava alla figlia quali fossero i dettami del decoro, sottolineandole “la necessità di celare a se stessi quelle parti del corpo la cui vista potesse indurre al vizio”.
Negli anni ’70 il bidet era presente in quasi tutte le abitazioni francesi; solo negli ultimi decenni è stato eliminato per questioni economiche e logistiche e si trova solo nel 40% delle stesse. Nel 2001 il Ministero del Turismo francese ha distribuito un opuscolo informativo che delineava alcune caratteristiche della clientela internazionale. In quest’opuscolo si leggeva che solo gli italiani erano interessati alla presenza del bidet nelle camere d’albergo, mentre ad esempio gli inglesi erano più impegnati a controllare il tipo di cuscino presente sul letto.
Chi ha inventato il bidet non era dunque italiano ma la sua diffusione nel nostro paese ebbe inizio grazie all’innovativa regina di Napoli, Maria Carolina d’Asburgo-Lorena, che ne fece installare uno (il primo in Italia) nelle sue stanze private della Reggia di Caserta. L’esemplare, esposto proprio nelle Reggia, è composto da un catino in metallo appoggiato su una struttura di legno scuro intarsiato. I Borboni avevano un concetto molto avanzato di igiene personale (cosa stranissima per la loro epoca), tant’è che nella Reggia vi è una vera e propria stanza da bagno. Vi troviamo infatti una vasca in granito con acqua corrente (all’inizio solo fredda), una toilette in marmo di Carrara e un elegantissimo bidet: il primo della storia italiana.
Si narra che quando i Savoia arrivarono nel Regno delle Due Sicilie non sapevano nemmeno cosa fosse il bidet. Non sapendo come definirlo, anche loro scrissero di uno “strano oggetto a forma di chitarra“.
Agli inglesi invece il bidet non è mai piaciuto. Alla fine dell’Ottocento si poteva vedere (e raramente) solo nei progetti delle dimore più prestigiose. Nel secolo scorso (negli anni ’60) era scarsamente presente nelle abitazioni private. A distanza di 50 anni sappiamo non essere cambiato nulla: appena il 3% delle abitazioni british ne possiede uno.
Il popolo americano deve avere avuto la stessa cattiva impressione inglese, perché conobbe il bidet durante la seconda guerra mondiale frequentando i bordelli europei. Per lungo tempo quindi il sanitario è stato inteso come “strumento di lavoro” per le prostitute, che serviva a garantire una certa igiene e ad evitare (secondo alcune credenze) le gravidanze indesiderate. Anche in questo caso, il tempo non ha fatto cambiare la mentalità. L’americano medio non conosce l’uso del bidet e – anzi – prende spesso in giro questa “strana” usanza.
L’avversione americana nei confronti del bidet si è manifestata perfino in tempi recenti: nel 1992 il New York Post scriveva che la Principessa Diana aveva acquistato un appartamento sulla Quinta Strada da cinque milioni di dollari. Nell’articolo si specificava che l’abitazione era dotata di 5 bagni con – addirittura – 5 bidet, cosa sottolineata in quanto stranissima e quasi sconveniente agli occhi degli americani.
A concederci un sospiro di sollievo sono altri tre stati dell’Europa mediterranea: Spagna, Grecia e, soprattutto, Portogallo condividono con noi la tradizione del bidet, seppure non in modo così diffuso. Pare comunque che la linea di tendenza sia sempre più per relegarlo a oggetto da bagno di lusso per alberghi e ville e non per il reale scopo pensato da chi ha inventato il bidet, cosicchè sia andato scomparendo poco a poco nelle normali abitazioni private. Ma anche se altrove torna a essere visto come un bene superfluo, in Italia resta una pietra miliare della cura di sé – e la prima causa di sgomento fra turisti d’oltreoceano.
Sarà destinato a scomparire lentamente dalle case del futuro? Cambierà la mentalità o continueremo ad essere visti come quelli “strani” che usano il bidet? A voi la risposta.
Fonte
- The Bidet’s Revival
The Atlantic - Breve storia del bidet e del perché non piace agli americani
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