Una persona, può veramente riuscire a ridurre la quantità di rifiuti che produce in un mese tanto da riuscire a contenerli tutti in vasetto di marmellata? Certamente! Ce lo dimostra Lauren Singer.
IN BREVE
In un mondo dove tutto è portato all’eccesso, vogliamo proporvi una storia un po’ in controtendenza rispetto al periodo in cui viviamo: parleremo di come ridurre i rifiuti. La protagonista è la vetitreenne Lauren Singer. Ha un aspetto alla moda, non è hippie ed ha una parlantina vivace. Che cos’ha di particolare? Vive da due anni con quello che è strettamente necessario, come missione per ridurre drasticamente il suo impatto con l’ambiente. Tutto nasce durante gli studi alla New York University. A catturare l’attenzione di Lauren è una compagna di corso. La sua caratteristica era di arrivare sempre in aula con bicchieri di plastica e bottigliette, cibo in busta e dentro contenitori e di riempire, puntualmente, finite le lezioni, il cestino della classe. È da lì che Lauren ha iniziato a realizzare quanto un singolo individuo possa inquinare. Poi ha conosciuto una famiglia in California partita con l’obiettivo di ridurre i rifiuti da loro prodotti e passando a zero e ha preso il loro esempio.
Come iniziare a produrre meno rifiuti?
Ma come si fa a partire? Viene da chiedersi. Il primo passo è quasi disgustoso. In parole schiette andate letteralmente a vedere nel vostro cestino della spazzatura. Bisogna porsi delle domande. Quanti e quali rifiuti produco? Posso evitare di usare tutta questa plastica? Per poi chiedersi: cosa non uso, di cosa non ho veramente bisogno? Diminuire è il primo vero passo.
Dopo la “conversione no waste” può capitare di trovare Lauren a fare shopping in negozi di abbigliamento, ma in quelli dell’usato. Fa la spesa solo nei mercati rionali per evitare cibo incartato, o chiuso dentro scatole di cartone o plastica. Mai una cannuccia, un tovagliolo di carta. Quando esce di casa porta con sé una bottiglia d’acqua vuota, una borsa di cotone. E se ha bisogno di un fazzoletto, nel taschino ne ha sempre uno di stoffa. I rifiuti di un mese della giovane (un involucro di plastica trasparente, uno scontrino, qualche etichetta di cibo biologico, la carta di un cerotto) possono essere addirittura contenuti in un vasetto di vetro della marmellata.
Trash is for tossers e The Simply Co.: il blog e i detersivi biologici di Lauren Singer
Contrariamente alla sua compagna di corso, Lauren ha iniziato ad andare all’università con il pranzo dentro i vasetti di vetro, a comprare solo il necessario, a pensare. Poi, per condividere con altre persone la sua esperienza ha deciso di aprire un “blog zero consumi” dal nome provocatorio: “Trash is for tossers” (La spazzatura è per spreconi). Quello che era nato quasi per gioco si è poi trasformato in qualcosa di molto serio. Il blog ha ottenuto milioni di accessi tanto da spingere il progetto più in là. Su Kickstarter, la ragazza, ha lanciato una campagna per produrre e lanciare sul mercato una propria linea di detersivi biologici. Il suo sogno si è trasformato in realtà.
The simply Co. (così si chiama la sua azienda) è nata con l’intento di produrre un detergente per la lavatrice fatto con soli tre ingredienti (sapone di marsiglia, bicarbonato e carbonato di sodio) «sarà vegano, biodegradabile e privo di qualunque sorta di conservanti, fragranze sintetiche e prodotti chimici», spiega. Lauren ha raccolto più di 40 mila dollari da finanziatori privati (addirittura 30 mila nelle prime 48 ore) Tra loro possiamo annoverare anche qualche personaggio famoso. Un’artista di Brooklyn ha disegnato il dosatore per il detersivo, usando argilla riciclata, mentre la magliette a supporto della campagna, senza etichetta e di cotone biologico, sono state prodotte a San Francisco.
I consigli di Lauren Singer per produrre meno rifiuti
La missione resta diffondere il messaggio: diminuire i rifiuti inutili e considerare alternative. Spazzolini biodegradabili al posto di quelli normali, stracci di stoffa e non fazzoletti di carta, olio di cocco al posto di latte detergente. Socialmente, Lauren Singer non si è mai veramente sentita a disagio. «Molte persone hanno iniziato a pensare a come cambiare il proprio modo di produrre rifiuti giusto da una chiacchierata. Questo ha iniziato a rendermi orgogliosa» dice.
Pensando a chi è nella sua stessa situazione di qualche anno fa, oggi Lauren ha compilato una lista di suggerimenti applicabili alla vita di tutti i giorni. Pochi semplici passi che renderanno la futuristica Masdar City un po’ più vicina. Eccone il contenuto, con qualche commento sull’applicabilità dalle nostre parti:
- Passare alle borse riutilizzabili: sono più resistenti e molto più belle da vedere.
- Evitare le bottiglie di plastica: l’Italia è per tradizione ai primi posti per consumo pro capite di acqua in bottiglia. Iniziare a portare una borraccia in ufficio invece che utilizzare ogni volta un bicchiere di plastica diverso è un primo passo.
- Limitare il consumo di contenitori in generale
- Cambiare tipo di spazzolino da denti: regalarsi uno spazzolino biodegradabile e compostabile è un’idea.
- Dare una possibilità ai vestiti di seconda mano: Lauren ha smesso di comprare vestiti nuovi per passare ai capi usati. Il suo è un guardaroba essenziale, certo, ma un inizio potrebbe consistere nell’evitare di acquistare troppi vestiti.
Se questi punti non ti hanno ancora convinto a riflettere sulle idee di Lauren, pensaci quando ti ritroverai con il secchio della plastica di casa stracolmo. Perché in fondo il compostaggio non è una via praticabile da tutti, ma scendere a buttare la spazzatura dopo cena non piace a nessuno.
Fonte
- Trash is for tossers
Sito ufficiale - The simply Co.
Sito ufficiale