La spada nella roccia è una leggenda che viene narrata da moltissime generazioni e che affascina tuttora milioni di bambini e adulti nel mondo, la storia di San Galgano ci fa continuare a sognare tutt’oggi e ci dice che forse il mito non è poi così irreale.
IN BREVE
Chiunque di noi conosce il famoso mito della spada nella roccia, potente arma magica che ha aiutato il giovane Artù a superare varie peripezie e lo ha condotto sul trono di Inghilterra, assumendo il famoso nome di Re Artù. E se questa leggenda mistica, composta da eroismo e stregoneria fosse molto di più che una storia tramandata nei secoli e risultasse avere un fondo di realtà? Se questa mistica leggenda fosse minimamente vera, allora potremmo iniziare la nostra ricerca in un piccolo paesino nell’entroterra Toscano, più esattamente a Montesiepi a Chiusdino, in provincia di Siena.
In quelle zone ricche di storia Medioevale si narra da generazioni la vicenda di Galgano Guidotti, un giovane cavaliere toscano della zona nato a Chiusdino nel 1148, in un’epoca dove la violenza e i soprusi erano all’ordine del giorno e che vede tra i protagonisti alcuni degli esponenti dei massimi poteri universali, come papa Innocenzo III che spinse strenuamente per indurre la quarta Crociata cercando di riparare allo scisma d’oriente e che lottò e uccise molte persone per combattere l’eresia dilagante in quei tempi e Ludovico il Bavaro il quale è stato prima Duca di Baviera e poi imperatore del Sacro Romano Impero.
Fino all’età di 32 anni, Galgano Guidotti ha una vita molto dissoluta e frenetica, fatta di scorribande, lussuria e gioco d’azzardo, una vita ignobile e perfettamente consone a quel periodo. La leggenda narra che dopo una delle solite giornate, durante la notte, gli appare in sogno l’Arcangelo Michele, il quale porta il giovane a pentirsi delle sue azioni passate e alla sua conversione come cavaliere di Dio.
In seguito l’Arcangelo gli appare in sogno una seconda volta e dopo di lui tutti e dodici gli apostoli dai quali riceve l’ordine di edificare un eremo proprio a Montesiepi. Successivamente verrà poi incoraggiato da papa Alessandro III a costruire un’abbazia intorno all’eremo che prenderà il nome di Abbazia di San Galgano proprio in suo onore e nella quale Guidotti rimarrà a vivere fino alla morte avvenuta nel 1181. Ambedue le strutture sono rimaste intatte fino ad oggi e sono per molte persone meta di pellegrinaggio o semplicemente siti storici da visitare.
Raccontati questi sui sogni turbolenti alla madre Dionisia e alla fidanzata Polissena, esse provano invano a farlo desistere dal compiere l’opera dettata dai discepoli del Signore, ma la mattina del 21 dicembre del 1180 il suo cavallo di punto in bianco si imbizzarrisce e lo conduce esattamente a Montesiepi, dove dovrebbe essere stato eretto l’eremo da lui. Da quel momento in poi Galgano non ha più dubbi sui suoi sogni rivelatori e decide di compiere la volontà del Signore.
Una volta eretto l’eremo che diventerà poi l’Abazia di San Galgano, per dare un netto taglio con il suo passato irruento, egli compie il primo dei suoi diciannove miracoli narrati sino a oggi: conficca cioè profondamente la sua spada nella roccia presente all’interno dell’Abbazia di San Galgano formando così una croce con l’elsa, simbolo di amore e speranza per l’epoca.
Si narra che molte persone, per ben ottocento anni, abbiano tentato di estrarre invano la spada nella roccia, ma ancora oggi essa si trova lì e risiede protetta in una teca all’interno della Rotonda della Spada proprio a Montesiepi, edificata dai monaci Cistercensi proprio dopo la morte di San Galgano. A testimonianza del fatto che nessuno sia mai riuscito ad estrarla, pare che sul macigno siano presenti delle impronte lasciate da uno o più ladri, il quale o i quali tentarono il furto della spada nella roccia invano poiché durante l’atto furono attaccati e sbranati da un branco di lupi selvaggi.
Ciò che incuriosisce oltre al mito della spada nella roccia è che la vicenda di San Galgano affonda le sue radici proprio quando in quegli anni a breve sorgerà il mito di Re Artù nel castello di Tintagel e altri poemi epici come il Parzival di Eschenbach del 1210. Ciò fa pensare che chi abbia pensato tali leggende abbia forse tratto spunto dalla storia appena raccontata e più esattamente dalla spada nella roccia in se dato che è legata ad un miracolo divino.
Per cui un alone di mistero e misticismo avvolge la storia di San Galgano e la sua spada nella roccia, mentre essa attende forse, dopo quasi mille anni, colui che sarà in grado di estrarla per farla risplendere di nuovo alla luce del sole.
Fonte
- San Galgano
Sito ufficiale