Il mare di notte illuminato come un cielo stellato è lo spettacolo che regala la natura nelle spiagge di Vaadhoo, Maldive. Le immagini del mare di notte hanno un che di magico e onirico, perchè accade tutto questo?
IN BREVE
Il mare di notte dell’isola di Vaadhoo nelle Maldive ha qualcosa di magico ed è noto per essere un paradiso terrestre, un posto dove tutti vorremo andare almeno una volta nella vita. Se qualcuno di voi fosse ancora dubbioso nello sceglierle come meta del prossimo viaggio, forse cambierà idea dopo aver letto questo articolo. La magia di questo luogo dipende dal fatto che in alcune notti dell’anno è possibile vedere il mare accendersi di un blu brillante, simile al neon, così da rendere le spiagge di Vaadhoo uno dei luoghi più onirici della Terra.
L‘isola di Vaadhoo, a nord dell’arcipelago delle Maldive, nell’atollo Huvadhu, nel mezzo dell’Oceano Indiano. Un posto paradisiaco, quasi deserto, in cui la spiaggia, nelle ore notturne, è lambita da onde luminose che sembrano riflettere le stelle del cielo. Uno spettacolo che lascia semplicemente a bocca aperta. La domanda, però, sorge spontanea: ma cos’è che rende fluorescenti le onde del mare?
Il fenomeno a cui si deve questa meraviglia è quello della bioluminescenza. Quest’ultima è da considerarsi come un meccanismo di difesa che alcuni esseri viventi appartenenti anche a classi tassonomiche molto differenti, come le lucciole e alcuni microrganismi marini, mettono in atto convertendo energia chimica in energia luminosa. Gli organismi che accendono questo mare di notte prendono il nome di fitoplancton e, a differenza dei batteri che abitano l’Oceano Indiano e che colorano le sue acque di un bianco simile al latte, gli organi fotofori dei fitoplancton metabolizzano sostanze inorganiche attraverso delle reazioni chimiche che attivano un enzima particolare, la luciferasi, che a sua volta insieme all’ATP e al magnesio induce la luciferina a cedere elettroni e, dunque, energia sotto forma di luce.
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Come detto, questo fenomeno pur avendo poco di romantico dal momento che il mare di notte illuminato altro non è che un meccanismo di difesa attuato da questi organismi per difendersi dai predatori, rimane comunque uno spettacolo mozzafiato da vedere almeno una volta nella vita, alla stregua dell’Aurora Boreale.
Che cos’è il fitoplancton che rende speciale il mare di notte?
Con il termine fitoplancton si intende l’insieme di tutti microrganismi acquatici vegetali che compongono il plancton e che vivono sulla superficie del mare senza aver nessun tipo di rapporto con il fondo marino. La caratteristica fondamentale di questi esseri viventi è che essi, oltre a produrre un gran quantitativo di ossigeno indispensabile per la vita sulla Terra e nelle acque, è anche quella di trasformare sostanze inorganiche in sostanze organiche sfruttando la luce del sole. Ha inoltre un ruolo nutritivo importante dal momento che costituisca la base della catena alimentare per la maggior parte degli organismi acquatici. Questo è dunque un microrganismo fantastico che oltretutto dona delle immagini del mare di notte delle Maldive impressionante.

La specie maggiormente rappresentata del fitoplancton è quella delle diatomee che, insieme alle altre, oltre a costituire circa il 95% della biomassa marina, danno il caratteristico odore di salsedine al mare e alla spiaggia, rilasciando piccole quantità di metilsolfato. A differenza di quanto si potrebbe pensare, nonostante il fitoplancton sia costituito da organismi vegetali, il suo colore originario non è il verde come per le piante terrestri, ma il rosso e il motivo ciò, a detta degli specialisti del settore, è da ricercare nel fatto che circa 250 milioni di anni fa c’è stato un impoverimento globale di ossigeno, che ha indotto la morte di circa l’85% degli organismi viventi. Nonostante il mare di notte di Vaadhoo si colori di turchese grazie al fenomeno della bioluminescenza, dunque, il rosso è il colore del fitoplancton che ha resistito alla selezione naturale.
Le specie che compongono il fitoplancton ad oggi conosciute sono circa 400 e questo ha da sempre interessato gli studiosi che hanno dato origine al cosiddetto “paradosso del fitoplancton“. La domanda che gli scienziati si pongono è come facciano specie tanto diverse a coesistere utilizzando come unica fonte di energia comune la luce, dal momento che, come la natura ci insegna, è la specie più forte a sopravvivere e ed esistere al di sopra delle altre. Questa coesistenza pacifica è da ricercare non tanto nell’unica fonte di energia comune che è la luce, quanto più nel differente uso che le varie specie componenti anche la superficie del mare di notte di Vaadhoo ne fanno grazie alla differente rappresentazione dei loro pigmenti. La luce solare ha lo spettro bianco e questo fa si che tanto i pigmenti rossi (ad esempio) quanto quelli verdi hanno la possibilità di sopravvivere e prosperare perché, come ben si sa, la luce bianca racchiude in sé le lunghezze d’onda di tutti i colori.

Merita una menzione speciale anche il fatto che, dopo essersi bagnati i piedi nelle acque illuminate, è possibile lasciare dietro di sé sulla spiaggia delle orme scintillanti. Per non parlare di uno degli sport maggiormente amati i a queste latitudini: il surf. Surfare su queste acque permetterebbe di lasciare una scia luminosa mozzafiato disegnati dalla tavola. Le barche che transitano sulle maree rosse bioluminescenti, emanano scie luminose particolarmente impressionanti che permettono di fare foto del mare di notte di Vaadhoo senza paragoni. E’ un posto romantico e una volta giunti a destinazione vi sembrerà di trovarvi nel bel mezzo di una fiaba. Quindi armatevi di macchina fotografica e andate a godervi questo spettacolo dal vivo.
La natura va sempre rispettata, protetta e salvaguardata perchè sono sempre di più i fantastici ecosistemi messi a repentaglio dall’inquinamento che, oggi come oggi, raggiunge anche i luoghi del mondo più incontaminati. Recenti studi hanno dimostrato che la progressiva acidificazione degli oceani, dovuta ad un aumento dell’anidride carbonica, metterà sempre più a repentaglio molte specie marine che non riusciranno a produrre il loro citoscheletro di calcite a causa del pH diminuito. Tuttavia alcuni microrganismi che producono carbonato, come appunto alcune specie di fitoplancton, potrebbero sfruttare queste condizioni di acidità per produrre coccoliti, sottili placche di calcite che, probabilmente, aiuterebbero gli altri organismi a sopravvivere. Bisogna fidarsi della natura perché essa ha una spiccata capacità di adattamento ma questo non autorizza noi essere umani a sfruttare senza contegno un fantastico mondo come quello in cui viviamo e che ci regala spettacoli come il mare di notte illuminato di stelle al neon. Volete correre il rischio, in futuro, di non godere più di spettacoli come questo?