L’ibernazione umana è una delle visioni più interessanti e strane dei film fantascientifici, durante la quale un essere umano viene “congelato” per un lungo periodo di tempo e poi risvegliato dopo un certo periodo, durante il quale esso può letteralmente viaggiare nel tempo.
IN BREVE
Molte missioni spaziali ormai hanno come obbiettivo il pianeta rosso: un viaggio che durerà per circa sette mesi. Anche considerando che si parla di un pianeta subito adiacente al nostro, le distanze sono talmente elevate che con le tecnologie attuali non è possibile compiere la traversata in minor tempo. Inoltre molto presto queste tipologie di viaggio prevedranno anche equipaggio umano e forse si vorranno raggiungere anche luoghi più lontani di Marte, magari al di fuori del sistema solare. Ovviamente questa visione è assolutamente futuristica, ad oggi andare oltre l’orbita di Plutone risulterebbe molto difficile per un veicolo con equipaggio umano. Però come potremo gestire viaggi spaziali così lunghi in futuro, quando forse l’uomo si spingerà oltre la propria stella? Quali sono le soluzioni in caso di diverse tipologie di problemi riguardanti la psiche umana, come ad esempio la noia? Sicuramente siamo ancora ben lontani da idee viste e riviste nei film di fantascienza come l‘ibernazione umana, ma comunque sia ad oggi sembrerebbe praticabile indurre negli astronauti uno stato di torpore che, senza giungere all’ibernazione, riduce l’attività vitale rendendo più breve la percezione del viaggio.
L’ibernazione umana dunque rappresenta un tipo di soluzione per i viaggi interstellari troppo lunghi e ad essa sta lavorando l’Agenzia spaziale europea (Esa) attraverso i suoi ricercatori, i quali hanno iniziato proprio studiando il letargo degli animali nei periodi freddi dell’anno. Alcuni esemplari sono in grado di farlo sia per poche ore, ad esempio topi e colibrì, altri invece per mesi, come i ricci e gli orsi. Scientificamente parlando il torpore è uno stato vitale in cui tutte le reazioni chimiche necessarie per mantenere attivo il metabolismo di un organismo biologico sono rallentate, sarebbe una soluzione ottimale, dato che in questo modo si consumerebbero anche meno risorse come il cibo o l’acqua.
In verità qualcosa di simile esiste già anche per l’uomo, infatti per alcune operazioni chirurgiche, ad esempio quelle sul cuore e sul cervello, si abbassa la temperatura corporea per ridurre la necessità di ossigeno del corpo.
L’unica differenza con gli animali è che loro lo fanno in modo “naturale”. Attraverso numerose ricerche sembra che il processo prenda avvio dalle singole cellule, ma molti studi fanno pensare che sia l’intero sistema nervoso e ormonale ad essere coinvolto globalmente nella fase di torpore. Bisogna inoltre chiedersi come reagisce il cervello a un tale passaggio. Sappiamo già che per gli animali l’effetto non è “istantaneo”, ma veicolato dal sonno, questo è dovuto forse perché il passaggio graduale permette al cervello di adattarsi al livello di ossigeno corrispondente agli stati di veglia e torpore.
Oltre ad alcune operazioni chirurgiche dunque, oggi si è anche in grado attraverso la medicina di produrre farmaci in grado di indurre il sonno e di manipolarlo, ed è proprio qui che si pensa risieda il segreto dell’ibernazione umana. Forse la medicina farà passi in avanti col passare degli anni e si riuscirà ad indurre uno stato di letargo anche negli uomini, oppure perché no, magari verranno sviluppate le enormi vasche criogeniche simili a quelle di Futurama, dove poter congelare letteralmente le persone. Comunque essa si presenterà, l’ibernazione risulterà essenziale per i viaggi interplanetari o intergalattici e sarà l’unico metodo per poter raggiungere altri eso-pianeti (cioè dove si pensa possa esserci vita) lontani dal nostro anni luce. Ma come citato all’inizio sarà fondamentale anche per brevi viaggi, il comfort dell’astronauta non è da sottovalutare, aspetto molto importante per l’azienda Argotec.
Chi sa dove arriveremo in futuro. Sicuramente l’impellente bisogno umano di conoscenza ci porterà molto lontani dalla nostra Terra, in altri pianeti o altri universi se mai si troverà un modo per arrivarci, certamente l’ibernazione umana sarà un aspetto da non sottovalutare per queste lunghissime traversate.