Viaggiare verso l’infinito ed oltre, a breve, potrebbe non essere solo più un modo di dire. Il motivo? Eccovelo subito rivelato. Il merito? Delle sonde Voyager-1 e Voyager-2.
Ad oggi, Voyager-1 è l’avamposto umano più distante dalla Terra. Precisamente dista 20.101.408.200 Km (fonte N.A.S.A.) e, anche dopo lo spegnimento dei suoi motori, il suo viaggio sarà infinito! Costruita presso il Jet Propulsion Laboratory del California Institute of Technology, è stata lanciata in orbita da Cape Canaveral nel 1977 a pochi giorni di distanza dalla sua gemella, Voyager-2 (che si trova, ora a 16,5 miliardi di km dalla Terra). Distanze inimmaginabili per il nostro metro di valutazione: basti pensare che un messaggio inviato da Voyager-1 impiega 19 ore per arrivare alla Terra, viaggiando alla velocità della luce (300.000 Km al sec.)!

Le due sonde, durante i loro 19 anni di viaggio, hanno sfiorato pianeti come Giove, Saturno, Urano, Nettuno e i loro satelliti inviando alla Terra notizie sorprendenti. Ma adesso, dove sono esattamente le due sonde? Voyager-1 si trova nello spazio interstellare. La sorella, invece, nell’elioguaina (“Heliosheath”), una fascia di spazio in cui si concentra un intenso vento solare. Tra circa 40.000 anni Voyager-1 si troverà a 1,7 anni luce dalla stella Gliese 445 della costellazione dell’Orsa Minore, che a sua volta si dirige verso il sole a 400.000 Km/h. Voyager-2, invece, disterà 1,7 anni luce alla stella Ross 248, della costellazione di Andromeda.
Le possibilità di imbattersi in qualche specie aliena sono assai remote per la vastità incalcolabile dello spazio ma non del tutto impossibile. A questo proposito sono stati costruiti e posti sulle sonde due particolari dischi placcati in oro, i “Voyager Golden Records”, contenenti le informazioni riguardo la razza umana (come la struttura del DNA e l’anatomia del corpo umano), suoni e immagini caratteristici della Terra, 27 brani musicali (tra i cui autori ci sono Bach, Beethoven, Chuck Berry e Louis Armstrong) e i saluti in 55 lingue diverse.

Tutto questo fu scelto da una commissione presieduta da Carl Sagan, astronomo e autore di vari libri tra cui “Pale blue dot. A Vision of the Human Future in Space”, dove è riportata un’emozionante riflessione dello stesso autore riguardo una foto (denominata “Pale Blue Dot”, puntino blu pallido) scattata da Voyager-1, che ritrae la terra da 6 miliardi di km di distanza, come un puntino quasi indistinguibile nel buio cosmico.
Naturalmente l’energia che terrà in vita le due sonde gemelle non sarà infinita. La loro alimentazione terminerà nel 2025, circa, ma la comunicazione con la Terra sarà praticamente impossibile dato che il giroscopio (che permette alle sonde di orientare le antenne verso la Terra) cesserà di funzionare a breve (questo anno quello di Voyager-2, l’anno prossimo quello di Voyager-1).
Anche se non avremo più notizie di loro e la loro alimentazione sarà esaurita, nulla impedirà alle sorelle Voyager di continuare questo loro incredibile viaggio tra l’infinità inimmaginabile dello spazio, ancora per migliaia di anni. L’unico spazio infinito di cui noi possiamo disporre, invece, è la nostra immaginazione, che ci porta a viaggiare con loro, tra le tante domande che rimangono (e forse rimarranno ancora per molto tempo) senza risposta. E chissà se un qualche essere alieno potrà ascoltare prima o poi “Johnny B. Goode” di Berry o la “Sinfonia n° 5” di Beethoven.
Fonte
- Voyager-1 dopo 35 anni ai confini del sistema solare