L’estate è, notoriamente, periodo di vacanze. C’è chi si sposta di pochi km, magari semplicemente cambiando regione. Mentre chi, più temerario, attraversa i continenti. Ecco, se siete tra questi ultimi, e vi trovate in Australia, c’è un posto che dovrete sicuramente aggiungere al vostro itinerario: Coober Pedy.
Volete sapere di più? Dista 850 km a nord di Adelaide ed ha una popolazione di circa 1600 abitanti. Non sarà grandissima, e da questa descrizione potrebbe sembrare una città normale. Si trova in un area desertica. Non il massimo, ok, ma anche in questo caso nulla di strano. E’ famosa per essere definita la capitale mondiale dell’opale, un minerale amorfo caratterizzato da una infinità di differenti intermedi (verde, rosso, giallo, marrone, nero). Per darvi un’idea, Il 97% della produzione mondiale di opali è di matrice australiana, con 60 campi di estrazione solo a Coober Pedy .
Ma la cosa che la rende unica al mondo è un’altra. Si tratta di una vera e propria città sotterranea. Come mai si vive sottoterra? Sicuramente avrete pensato alle cause più disparate. Se è così, rimarrete stupiti quando scoprirete che è il clima che ha portato a questa situazione. Giornate troppo calde e notti piuttosto rigide (classico clima desertico) hanno fatto si che la maggior parte delle abitazioni fosse realizzata nel sottosuolo, in modo tale che la temperatura al loro interno fosse costantemente mite.
La maggior parte degli abitanti lavora nelle miniere e abita in case con un look unico, scolpite in pietre di color rosa. Il cuore della città si sviluppa sottoterra, con chiese, musei, la galleria d’arte e negozi dove, ovviamente si vende l’opale. In superficie possiamo trovare esclusivamente l’ospedale, la stazione di polizia, la scuola e, qua e la, qualche locanda poco frequentata.
Il nome Coober Pedy, deriva da un termine aborigeno che, tradotto, ha due significati: “La tana dell’uomo bianco” oppure “Pozzo d’acqua per ragazzi”. Gli scavi sotterranei, invece, che caratterizzano questa zona desertica e pianeggiante, prendono il nome di “dugonuts”. Vale la pena infine soffermarsi sui cartelli dei divieti. Come mai? Sono a dir poco bizzarri. Quando sarete sul posto, capirete il perché.