Ognuno di noi almeno una volta nella sua vita, involontariamente o volontariamente, ha fatto scrocchiare le dita o un’articolazione qualsiasi. Lo scrocchio è quel tipico rumore, tipo uno scoppio, che si può provocare manipolando le articolazioni in un certo modo.
Dopo aver spiegato il significato della parola associabile a quest’azione, è giusto precisare che al mondo esistono due tipi di persone: chi fa scrocchiare le articolazioni di continuo, quasi fosse un tic nervoso e prova piacere nel farlo , chi invece è molto più sensibile e il solo pensiero lo disgusta. Che facciate parte dell’una o dell’altra categoria questo articolo potrebbe aprirvi gli occhi su questa azione, comune e curiosa allo stesso tempo. Nel tempo alle due categorie iniziali se n’è aggiunta una terza che è quella di coloro che hanno fatto dello scrocchio delle articolazioni una fonte di studio.
Nel corso degli anni qualcuno ha associato questo gesto a qualcosa di dannoso per l’essere umano, sostenendo che potrebbe essere tra le cause dell’artrite, un’infiammazione delle articolazioni molto dolorosa e comune. Ma prima di procedere con ulteriori informazioni al riguardo è giusto spiegare ciò che avviene al momento del cosiddetto scrocchio: tra le nostre articolazioni, a fare da lubrificante, è presente il liquido sinoviale che, al verificarsi di questo gesto, forma delle piccole bolle che esplodono producendo quel piccolo scoppio. I gas espulsi dopo questa ridotta esplosione vengono lentamente riassorbiti dal liquido, quindi è opportuno aspettare prima di ripetere il gesto. È ovvio che così descritto può essere visto come qualcosa di ancora più doloroso e spiegherebbe il motivo per cui molti hanno avanzato l’ipotesi secondo la quale potrebbe causare l’artrite.
Ma l’ipotesi, a quanto pare, sarebbe infondata e a dimostrarlo ci sarebbe anche una ricerca ad opera del medico californiano Donald Unger pubblicata sulla rivista Arthritis e Rheumatism. Unger, per dimostrare le sue ricerche, non avrebbe fatto altro che scrocchiarsi le dita della mano sinistra per quasi metà della sua vita lasciando la mano destra come fonte di confronto. Alla fine del suo esperimento ha così dimostrato che l’arto sottoposto a questo tipo di pressione, per tutto quel tempo, non ha subito danni di nessun tipo e tantomeno artrosi. Per questa sua interessate ricerca, il dottor Donald Unger, ha ottenuto anche un riconoscimento: il premio Ig Nobel del 2009 per la medicina. Questo tipo di premio può essere definito come una rivisitazione meno importante dei veri Nobel, e vengono consegnati a coloro che hanno fatto delle ricerche pubblicate su riviste specialistiche che spiccano per particolarità o stravaganza.
In ogni caso Unger ha sfatato un mito rassicurando coloro che, scrocchiandosi le dita, hanno sempre temuto il peggio. Questo non vuol dire però che questa azione non possa compromettere la funzionalità degli arti, infatti, col tempo si potrebbero verificare danni ai tessuti o ai legamenti. A stabilire quest’ultima teoria sarebbe stato uno studio pubblicato dai ricercatori del Mount Carmel Mercy Hospital di Detroit sul giornale Annals of Rheumatic Diseases. In conclusione si può affermare che chiunque adori scrocchiare le dita può continuare a farlo, ma meglio non esagerare.