Quante volte abbiamo udito nella nostra vita il detto “avere una memoria da elefante”? Ebbene, anche le lumache – animali molto più piccoli di un pachiderma – possono ricordare.
Infatti, proprio come tutti gli animali, questi gasteropodi hanno bisogno di ricordare cosa è buono o meno da mangiare, cosa valga la pena assaggiare e con chi essi hanno appena avuto un contatto sessuale. È grazie a ciò che esse possono riprodursi e combattere per la sopravvivenza. Il “cervello” delle lumache è ovviamente molto meno complesso di quello dei vertebrati ed è per questo motivo molto più semplice da studiare. Il sistema nervoso centrale di una lumaca, infatti, conta meno di 20000 neuroni, circa 4250 volte in meno rispetto ad un essere umano (con 85 milioni di cellule). Tuttavia, i neuroni di lumaca, come i neuroni di molti altri invertebrati, sono più grandi. Questo permette ai ricercatori di poter identificare uno stesso neurone in diverse lumache appartenenti alla stessa specie e studiare quale tratto del comportamento esso controlli.
In uno studio pubblicato su PLOSONE, alcuni ricercatori hanno studiato gli effetti dello stress sulla memoria delle lumache, in particolare di alcune lumache di stagno (Lymnaea stagnalis). Si è visto che lo stress causa degli effetti deleteri sulla loro memoria, similmente a ciò che accade per gli esseri umani. Sono state osservate anche altre similitudini. Per esempio, il trattamento delle lumache con epicatechina, un flavonoide presente soprattutto nel cioccolato fondente, migliora la memoria delle lumache ed ha un effetto simile a quello che si verifica negli esseri umani. Hanno altresì osservato che l’isolamento di una lumaca di stagno dal contesto sociale è un forte elemento di stress.
La Lymnaea stagnalis può assorbire ossigeno attraverso la cute quando questo è presente in elevate concentrazioni nell’acqua; diversamente, quando il quantitativo di ossigeno in acqua è basso, la Lymnaea estroflette un piccolo polmone attraverso un’apertura chiamata pneumostoma. Sebbene la lumaca possa respirare attraverso la pelle anche quando l’ossigeno disciolto in acqua è poco, il blocco dell’estroflessione del polmone operato dai ricercatori (operando una lievissima pressione sul pneumostoma), induceva l’animale a ritirare l’organo all’interno del corpo. Dopo una serie di stimolazioni indolori (stimolazione chiamata “di training”), i ricercatori hanno osservato che l’animale smetteva di estroflettere il polmone, concludendo così che l’animale imparava dall’esperienza.
L’analisi della memoria delle lumache apporta così delle interessanti informazioni sui meccanismi con cui gli animali, essere umano compreso, formano i loro ricordi. Con l’avanzare della ricerca si potrebbe giungere ad una comprensione completa di un fenomeno per noi tanto naturale quanto scientificamente complesso.
Fonte: PLOSONE