Le energie rinnovabili (fotovoltaico, eolico, ecc.) sono un ottimo investimento. Questo non significa che investire a prescindere porti guadagno o benefici. Il tutto deve essere fatto con oculatezza e programmazione se no si rischia di fare la fine del Cile. In questo paese dell’America latina si sta vivendo una situazione paradossale che è frutto di una cattiva organizzazione. Data la posizione geografica e il clima che caratterizza la zona, si è deciso di puntare forte sul fotovoltaico in Cile. Oseremo dire forse fin troppo.
Il Cile ha attraversato un periodo di crescita economica non indifferente, dettato, tra le altre cose da un settore minerario in continua ascesa. Questa situazione ha portato ad una maggiore richiesta di energia elettrica, che si è pensato bene di soddisfare sfruttando fonti rinnovabili, e, nel caso specifico, il fotovoltaico. Per darvi un’idea, si parla di circa 29 impianti realizzati e, più o meno, una quindicina in fase di pianificazione. Se la nostra analisi si fermasse qua, non si potrebbe fare altro che fare i complimenti alla nazione cilena e del lavoro sul fotovoltaico in Cile. In realtà, però, non è proprio così. Il buon lavoro è stato fatto solo a metà e il motivo è presto spiegato. Il problema sta principalmente nelle infrastrutture per la distribuzione dell’energia elettrica, non adatte a sopportare il flusso di energia richiesta. Esistono due reti di distribuzione nel paese: quella centrale e quella settentrionale. Non essendo interconnesse tra di loro, si vivono situazioni paradossali. Nei periodi in cui una zona del paese produce una quantità di energia maggiore del fabbisogno, non può spostarla altrove. L’unica soluzione è quella di ridurne il costo, fino ad arrivare al caso limite: prezzo dell’energia pari a zero.
E’ successo per 113 giorni quest’anno, mentre per addirittura 192 giorni nel 2015. Un vero e proprio spreco. Questa situazione giova sicuramente ai consumatori, i quali godono di un risparmio non indifferente, mentre scoraggia nel modo più assoluto gli investitori, i quali invece di trarre guadagno, subiscono ingenti perdite. La crescita nel paese è stata disordinata e poco omogenea. Il governo, per fortuna, non è immobile di fronte a questa situazione. I progetti principali a cui si sta lavorando sono due. In primis la costruzione di circa 3000 km di linee di trasmissione per trasformare le attuali due linee di distribuzione in una unica. Secondo, ma non meno importante, è il progetto che prevede di alimentare la metropolitana della capitale Santiago, per il 60% da fonti rinnovabili (fotovoltaico ed eolico) a partire dal 2018.
Bisogna sbrigarsi, però. Mica si vuole correre il rischio di battere il record dell’anno scorso e regalare energia per più di 192 giorni?