Vi siete mai chiesti come sarebbe partire per la colonizzazione di un altro Pianeta? Qualcuno vuole rendere possibile questa fantasia: Elon Musk, l’imprenditore americano (di origine sudafricana) fondatore di colossi come PayPal, SpaceX e Tesla motors. Tutto quello che Musk vuole fare è rendere la popolazione terrestre una “specie multiplanetaria”, come lui stesso ha affermato, portandola ad un definitivo viaggio su Marte. Probabilmente ad alimentare i suoi progetti ha contribuito la paura dell’estinzione della razza umana, che magari potrebbe avvenire proprio a causa di uno di quegli asteroidi che hanno reso la Terra ciò che è oggi.
Il suo piano futuristico (da molti considerato folle) Musk lo ha esposto durante il 67esimo International Astronautical Congress a Guadalajara, in Messico, descrivendo tutti i particolari dell’ipotetica impresa. La colonizzazione di Marte avrebbe inizio con il lancio di un veicolo spaziale interamente realizzato dalla SpaceX e decisamente più potente di quello che ha portato il primo uomo sulla Luna, il Saturn V. Questo imponente razzo è interamente realizzato in fibra di carbonio, alto 122 metri, con un diametro di circa 12 metri e spinto da motori Raptor, più evoluti rispetto a quelli utilizzati per il Falcon 9 (un precedente razzo realizzato dalla SpaceX). E’ diviso in 2 parti: il primo stadio, di circa 77,5 metri, è costituito dai serbatoi e da 42 motori Raptor, la cui spinta sarà pari a 1,3 milioni di tonnellate. Il secondo stadio è costituito dall’astronave, di circa 49,5 metri, che sarà portata in orbita dai 42 motori Raptor e sarà in grado di trasportare circa 100 tonnellate. Sul vertice del secondo stadio verranno ospitati i passeggeri (tra i 100 e i 200), l’area destinata al trasporto merci, e il combustibile necessario per l’alimentazione dei 9 motori che sposteranno l’astronave durante il viaggio su Marte. Musk ha inoltre pensato ad un efficace metodo di carburazione dell’astronave, volto a limitare il dispendio delle energie. Il carburante risulterebbe un peso eccessivo da sopportare al momento del lancio, ecco perché verrà spedito in orbita in un secondo momento. Spieghiamo in sintesi come avverrebbe il tutto: il razzo partirà da Cape Carneval (Florida) spinto dai 42 motori del primo stadio. Una volta in orbita il primo stadio si staccherà dal secondo (ovvero l’astronave vera e propria) e farà ritorno sulla Terra. Una volta atterrato sulla base terrestre gli verranno agganciati i serbatoi con il carburante. Il primo stadio, a questo punto, sarà pronto a ripartire per fornire all’astronave, già in orbita, il carburante di cui necessita.
Dopo la carburazione l’astronave spiegherà 2 pannelli solari che le garantiranno una potenza di 200kw. A questo punto potrà finalmente intraprendere il proprio viaggio verso il tanto ambito Pianeta rosso. Il tragitto sarà lungo circa 80 giorni, durante i quali per i passeggeri sarà come trascorrere il tempo su una nave da crociera: a bordo saranno presenti diverse aree di svago e attrazioni. Alla fine del lungo viaggio l’astronave riuscirà a raggiungere la sottilissima atmosfera di Marte e in seguito atterrerà sul Pianeta utilizzando il proprio sistema di propulsione. I “coloni” saranno in grado poi di procurarsi il carburante necessario per il ritorno sulla Terra grazie alle risorse offerte dal Pianeta rosso. Al momento Musk prevede che, per arrivare ad una vera e propria colonizzaizone di Marte, saranno necessari dai 40 ai 100 anni a partire dal primo lancio. In futuro, inoltre, prevede di inviare sul Pianeta circa 20 o 50 lanci all’anno con a bordo 100/200 passeggeri circa.
Sembrerebbe tutto un bellissimo sogno, ma il magnate americano ci tiene a precisare che la missione comporta dei rischi: “Sarà pericoloso, i primi dovranno essere pronti a morire”. E voi siete pronti a rischiare la vita per il viaggio su Marte?