ITER (Reattore Sperimentale Termonucleare Internazionale) è l’innovativo reattore nucleare in fase di costruzione in terra francese, promosso da un consorzio di sette nazioni. Questo reattore tokomak utilizzerà dei magneti superconduttori per creare plasma abbastanza caldo e denso da raggiungere la fusione nucleare. Quando la costruzione avrà fine, l’ITER avrà raggiunto un peso di 23.000 tonnellate, tre volte il peso della Tour Eiffel.
La fusione nucleare è quel processo fisico che si verifica quando due elementi leggeri si fondono assieme a formare un nuovo elemento più pesante con l’emissione di energia. È il processo che alimenta le stelle, che assicura luce e calore alla terra, una fonte inimmaginabile di energia.
Dopo decenni di lenti progressi e investimenti da capogiro, alcuni esperti di fusione nucleare stanno cambiando tattica.
Il NIF (National Ignition Facility) è il primo competitore dell’ITER. All’interno di questo immenso reattore nucleare, grazie all’azione di 192 laser, verrebbero generati 50 milioni di gradi centigradi e 150 miliardi di atmosfere. Il condizionale è d’obbligo in quanto, un reattore nucleare che funzioni per diverso tempo stabilmente è un traguardo ancora lontano.
Ciononostante, nove piccoli progetti per un totale di 30 milioni di dollari finanziati dall’Agenzia dei Progetti di Ricerca avanzata StatUnitensi (USARPA), sta puntando a qualcosa di più piccolo, ma con la stessa efficienza di un reattore a fusione nucleare. L’idea ALPHA (Accelarating Low-Cost Plasma Heating and Assembly) è infatti quella di catturare una piccola quantità di plasma con una corrente elettrica fino a comprimerla sufficientemente da indurre la fusione. È un sistema innovativo ma non troppo, perché si basa sulla stessa tecnica (la tecnica Pinch) utilizzata da alcuni ricercatori nel Laboratorio Nazionale di Los Alamos per creare la prima fusione nucleare artificiale nel 1958.
Lo stellarator tedesco Wendelstein 7-X ha prodotto plasma di elio all’istituto Max Planck per 0,1 secondi nel Dicembre 2015. Non si tratta certamente di un sole prodotto in laboratorio, ma siamo molto vicini ad ottenere qualcosa che possa assomigliare vagamente ad una mini-stella.
Fonte: ARPA ENERGY, ITER WEBSITE