L’infezione da HIV è ad oggi una piaga dilagante che interessa, solo in Italia, circa 120mila persone, vi è un particolare farmaco necessario per il trattamento di questo virus, il Daraprim.
Questo medicinale era utilizzato originariamente per curare la malaria, oggi è ampiamente usato come anti-parassitario contro la toxoplasmosi e, appunto, per il trattamento dell’HIV o dell’AIDS. Una medicina essenziale dunque, come ci tiene a precisare l’Organizzazione mondiale della sanità (agenzia speciale dell’ONU).
Nel corso del 2015 il Daraprim ha fatto molto parlare di se dopo aver subito un impressionante rialzo del suo prezzo in una sola notte. Dietro quest’azione, a dir poco scandalosa, vi è Martin Shkreli che, dopo aver acquistato i diritti sulla vendita del farmaco, ha portato il suo prezzo per pillola da 13 dollari a ben 750 dollari. “Non capisco tutte queste critiche, non speculiamo sulla malattia, cerchiamo di fare business. I proventi serviranno per finanziare la ricerca contro l’Aids”, ha commentato Martin Shkreli al riguardo, prima di guadagnarsi il titolo di “uomo più cattivo d’America” ed effettuare un clamoroso dietro front. A distanza di un anno questa storia torna a far parlare di se dopo che un gruppo di studenti australiani ha deciso di riprodurre il tanto discusso farmaco. Hanno 17 anni e frequentano la Sydney Grammar School, gli studenti australiani che, con l’aiuto dell’Università di Sydney e del consorzio Open Source Malaria, hanno riprodotto a basso costo questo medicinale di vitale importanza nei laboratori della loro scuola. Per la replica del Daraprim gli studenti hanno utilizzato materiali economici e più semplici rispetto a quelli che verrebbero usati per la produzione industriale del farmaco. L’intera produzione è stata documentata in un video pubblicato sul web. In questo modo chiunque voglia contribuire nel diffondere e riprodurre il Daraprim può farlo, aiutando così a combattere l’HIV/AIDS e le tante altre patologie per le quali è necessario il suddetto farmaco.
“il Daraprim può essere ricreato facilmente e rapidamente, mettendo in discussione la necessità di un prezzo così alto per un medicina così importante”, ha affermato il professor Matthew Todd dell’Università di Sydney, quasi a sottolineare il gesto poco nobile di Martin Shkreli. Ma come l’avrà presa al contempo “l’uomo più cattivo d’America”? Shkreli ha lasciato i suoi commenti su Twitter: “Sono contento che questi ragazzini stiano imparando a conoscere la scienza, ma l’incapacità delle persone di capire come vengano creati i farmaci è frustrante”, e ancora, “non paragonate mai, mai la vostra cucina alla mia”.
Ma poco importa dei commenti, ciò che davvero importa è il contributo che questi giovani “eroi della scienza” hanno apportato al mondo scientifico. Magari un giorno curare il virus dell’HIV sarà più facile, e loro potranno ritenersi una fortunata parte di questo progresso.
Fonti: The University of Sydney