Quante volte vi sarà capitato di avvertire i suoni horror guardando un film, i colpevoli del profondo senso di ansia che provate nel preciso istante in cui sta per verificarsi la scena più spaventosa del film. Ma proviamo a spiegare meglio il fenomeno: l’udito umano può percepire le onde sonore che non vanno al di sotto dei 20 Hz (20 vibrazioni al secondo). Tutti i suoni al di sotto dei 20 Hz vengono definiti infrasuoni.
Anche se, in alcuni casi, gli infrasuoni possono essere percepiti dall’udito umano. Essi possono infatti essere causati da particolari fenomeni naturali (tuoni, vento, terremoti). La loro udibilità in questi casi è resa possibile dal volume alto in cui vengono riprodotti. Ma cosa c’entrano gli infrasuoni con i film horror? Gli infrasuoni, a causa della loro scarsa udibilità da parte dell’orecchio umano, generano nella persona che è sottoposta alla loro percezione una sorta di confusione, portandolo dunque a sentirsi quasi disorientato, in un stato d’ansia, come parte di un fenomeno soprannaturale.
I produttori dei film horror sono venuti a conoscenza della particolarità degli infrasuoni, decidendo così di applicarli in alcuni punti dei loro film per generare paura nel pubblico. In molti hanno dichiarato di utilizzare il potere di questi particolari suoni horror per condizionare le emozioni del pubblico fino a portarle ad uno stato di paura assoluta. Tra i tanti film vi sarebbe “Irréversible”, film francese prodotto nel 2002: in quel caso il pubblico aveva percepito un senso di disorientamento e malessere fisico già nella prima mezz’ora del film. Altro noto film in cui sarebbero presenti gli infrasuoni è “Paranormal activity”, durante il quale il pubblico avrebbe avvertito alti livelli di paura, nonostante la scarsità di scene particolarmente violente. Gli unici colpevoli, dunque, sembrerebbero essere gli infrasuoni.
Gli infrasuoni sembrerebbero giocare un ruolo importante anche nei molti presunti avvistamenti paranormali, come dimostrato da una ricerca di Vic Tandy . Tandy, in visita ad un misterioso laboratorio a Warwick, affermò di aver avuto all’improvviso la sensazione che fosse presente un fantasma con lui. In seguito capì che all’interno del laboratorio c’era una ventola che produceva una frequenza di 18.98 Hz, riconosciuta dalla Nasa come “frequenza di risonanza dell’occhio umano”. Questo lo aveva portato ad un movimento impercettibile del suo occhio che, risonando con l’emissione degli infrasuoni, lo portava a vedere una macchia grigia inesistente, che lui aveva riconosciuto come presunto fantasma. Gli infrasuoni prodotti dalla ventola avevano, poi, contribuito a rendere più veritiero il suo avvistamento producendo in lui il tipico senso di ansia in grado di essere generato dalla percezione degli infrasuoni.
Fonte
- How do film-makers manipulate our emotions with music?
BBC