L’effetto Werther è un fenomeno psicologico di massa, secondo cui la pubblicazione da parte dei mass media di una notizia di suicidio ne può provocare a catena una serie di altri.
A dare il nome a questo meccanismo psicologico è proprio il protagonista del romanzo di Goethe, I dolori del giovane Werther. Paradigmatico personaggio del movimento romantico, Werther è nel fiore dei vent’anni e perdutamente innamorato di Charlotte, una donna che non può avere in quanto promessa sposa ad un altro. Non sopportando di dover sottostare alle costrizioni della società piccolo-borghese, si suicida, spinto dalla consapevolezza di non poter provare altro sentimento oltre all’infelicità. L’opera goethiana diventa subito un enorme successo in tutta Europa, dando origine ad una vera e propria moda, in seguito rinominata wertherismo: essa, condivisa da molti artisti dell’epoca, si esprime tramite un atteggiamento tormentato, quasi dannato, di chi si lascia guidare esclusivamente dalle emozioni.
Nel romanzo di Goethe, uno degli aspetti più rilevanti, che costituisce il motivo per cui è stato collegato al fenomeno psicologico, è la dettagliata descrizione che viene fornita rispetto allo stato mentale di Werther. Un’emotività che è in sé suicida già molto prima che il giovane decida di compiere l’atto fatale. Dal punto di vista psicologico, un tale stato emotivo non può essere la conseguenza di una moda, in quanto dipende da numerosi fattori che possono essere differenti da individuo ad individuo. Per questo motivo l’effetto Werther non va inteso come un mero istinto di emulazione: tuttavia numerosi studi hanno sottolineato come la notizia di un suicidio, specialmente se si tratta di quello di una celebrità, che rimbalza attraverso i media, possa avere un forte impatto su alcuni gruppi della società.
Questa correlazione è stata evidenziata da diversi studi condotti in numerosi paesi del mondo. Uno dei primi casi descritti risale agli anni 1984-1987, dove a Vienna si registrò un’impennata di suicidi con la stessa modalità: tutte le vittime si buttavano sotto la metropolitana. Dopo una serie di discussioni sulle modalità di intervento, si decise in accordo con la stampa di non pubblicare le notizie dei decessi. Grazie a questo accorgimento, il tasso di suicidi tornò a diminuire.
Un altro studio che mostra con forte evidenza il fenomeno dell’effetto Werther è stato condotto in Corea nel 2013. Tramite strumenti statistici, si sono andati ad analizzare rigorosamente i dati relativi ai suicidi rispettivamente prima e dopo la notizia della morte di due celebrità del Paese: un politico e un’attrice. Come si può vedere dal grafico riportato nella ricerca, questi due eventi hanno innescato un significativo aumento nel tasso di suicidi della popolazione, seppur con una durata differente. L’effetto causato dalla notizia del suicidio dell’ex presidente Roh ha infatti influenzato più a lungo la società rispetto a quello causato dalla morte dell’attrice Choi. Inoltre gli autori dello studio hanno sottolineato come entrambe le notizie siano state riportate dai media con dovizia di particolari, incluse le foto scattate al momento del ritrovamento dei loro corpi.
Considerato l’impatto che i media hanno sulla nostra vita di tutti i giorni e alla luce di ricerche su fenomeni psicologici come questo, l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha stabilito che è indispensabile che vengano elaborate delle linee guida rispetto alla pubblicazione di determinati contenuti.
Fonte
- The “Werther-effect”: legend or reality?
Pubmed