Hackability è il nome del primo hackathon tra team che competono per la progettazione di tecnologie di supporto per la disabilità.
Il progetto, partito a Torino nel 2015, parte da un’idea di base: le persone con disabilità sono potenzialmente abili hacker e designer, ovvero sono in grado di immaginare nuove tecnologie o di reinventare oggetti già esistenti in modo da adattarli alle proprie esigenze. Si tratta di competenze che vanno valorizzate e lo scenario più adatto è proprio quello dei fablab, ovvero laboratori di prototipizzazione leggera. Creare un ambiente di lavoro condiviso, organizzato in team composti da makers, designer e persone con disabilità, permette di realizzare un vero e proprio artigianato digitale, caratterizzato da una produzione fortemente adattata alle esigenze dell’utente. L’obiettivo è quello di realizzare tecnologie a basso costo al fine di supportare nella vita quotidiana le persone con disabilità, utilizzando come strumenti hardware e software open source, stampanti 3D, macchine taglio laser.
I prototipi sviluppati dai team sono già numerosi e disponibili in rete. L’idea è quella di creare una libreria di risorse accessibile a tutte le persone interessate, rendendo Hackability un format open source che chiunque può adottare, accettandone il manifesto e attenendosi alle linee guida. Così, nella gallery del sito del progetto, possiamo vedere gli oggetti che sono stati realizzati fino ad ora. Tra questi c’è Du’ Spaghi, una forchetta meccanica con la funzione di arrotolare gli spaghetti. C’è una Tavola Pitagorica pensata per bambini con disturbi specifici dell’apprendimento, da utilizzare come strumento compensativo nei primi anni di studio della matematica. Questo oggetto permette una facile visualizzazione delle cifre, consentendo così di ridurre gli errori di calcolo. Poi c’è Movitron, uno speciale carillon pensato per aiutare bambini non vedenti con deficit cognitivi a muoversi e orientarsi nello spazio. Movitron si attiva ad ogni passo dell’utente, permettendogli così di associare un percorso ad una determinata melodia.
Oggi Hackability è considerata tra le maggiori esperienze di co-progettazione in Italia. Dopo la prima sperimentazione realizzata al Fablab Torino, nel maggio 2016 il Politecnico di Torino, in collaborazione con Lero – The Irish Software Research Centre di Limerick, di Fondazione Paideia e il contributo del CINI Consorzio Interuniversitario Nazionale per l’Informatica, ha lanciato Hackability@PoliTo. Gli studenti iscritti al primo anno di corso in “Tecnologie per la Disabilità”, usando la metodologia di Hackability al posto del tradizionale esame, hanno realizzato oggetti insieme a maker, designer e persone con disabilità. Da questa esperienza che verrà riproposta quest’anno è nato un team studentesco supportato dal Politecnico di Torino.
Nell’autunno 2016 è nata un’associazione legata al progetto, al fine di tutelarne il brand e il format. La condivisione dei risultati dei vari hackathon ha contribuito a portare il tema della disabilità nel mondo dei Fablab: all’ultima Maker Fair di Roma alcuni dei progetti premiati erano nati durante degli eventi di hackability, come “Dandy” sviluppo di “Tina la robottina” una delle tecnologie sviluppate dal Politecnico di Milano.
Fonte
- Hackability homepage
Project’s website