Con il termine vitamina A vengono indicati una moltitudine di composti, per la precisione il retinolo ed i suoi derivati detti retinoidi. Altri composti che posseggono l’attività biologica simile al retinolo, seppur in misura minore, sono i cosiddetti carotenoidi.
La dimostrazione dell’esistenza di tale sostanza arrivò per la prima nel 1913 da Elmer V. McCollum e M. Davis. Soltanto 4 anni dopo si riuscì a collegare la mancanza di tale sostanza ad alcuni disturbi visivi e alla crescita dei bambini, ma la struttura del retinolo venne identificata soltanto agli inizi degli anni ’30, che si rivela essere un derivato isoprenico costituito da 4 molecole di isoprene.
A tale molecola venne dato il suffisso A per distinguerla dalla vitamina B, la differenza tra le due sta nel fatto che la prima è liposolubile, mentre la seconda è idrosolubile. Simile alla vitamina A è la vitamina D poiché anch’essa è liposolubile, tuttavia la differenza sta nella struttura: 4 unità isopreniche per la prima, mentre le varie molecole che costituiscono la vitamina D sono caratterizzate da strutture cicliche.
Gli alimenti che contengono vitamina A sono principalmente di origine animale sotto forma di retinolo ed esteri del retinolo (questi attraverso reazioni enzimatiche vengono poi convertiti nel retinolo), mentre negli alimenti di origine vegetale si ha una maggiore concentrazione di carotenoidi, in particolare negli alimenti giallo-arancioni.
Molti si chiedono la vitamina A a cosa serve. La risposta è semplice: la carenza di tale sostanza può avere conseguenze gravi sull’organismo: la prima è sulle ossa, infatti un’insufficienza di tale sostanza può portare ad una deformazione e/o fragilità delle ossa, oltre che un’inibizione della crescita nei soggetti più giovani.
Un’altra importante conseguenza della carenza di retinolo ha a che fare con la vista, infatti una scarsa quantità di rodopsina richiede una quantità minima di luce maggiore per innescare i meccanismi della visione. Questo fenomeno viene anche definito emeralopia, cioè cecità crepuscolare o notturna.
Come ogni sostanza chimica, un’assunzione eccessiva di vitamina A può risultare tossica. Il Ministero della Salute consiglia l’assunzione di una dose pari a 800 RAE/giorno, dove 1 RAE corrisponde ad 1 µg di retinolo o 2 µg di β-carotene.
Se si eccede nelle dosi, è possibile andare incontro a delle intossicazioni, che si dividono in casi di tossicità cronica e casi di tossicità acuta:
Nei casi di tossicità cronica (molto più comuni) che derivano dall’assunzione di una quantità di retinolo superiore alla dose giornaliera, i disturbi possono sfociare in dolori muscolari, inappetenza o anemia.
Mentre nei casi di intossicazione acuta, questa può sfociare in emicrania, nausea, vomito, disturbi visivi (questo mostra anche come il retinolo sia strettamente legato alla vista) e perdita di coordinazione. Casi estremi di tale intossicazione possono portare addirittura alla morte, come nel caso del fegato dell’orso polare.
Nel caso di assunzione di una quantità elevata di carotenoidi, la tossicità risulta più contenuta rispetto al retinolo, e si manifesta “semplicemente” con la comparsa di una colorazione giallo-arancione (tipica delle molecole dei carotenoidi) sulla pelle o sulle mucose, che nel scompare rapidamente appena la quantità di carotenoidi in circolo diminuisce.
Quindi, è bene sapere a cosa serve il retinolo e quali siano le sue funzioni, ma è anche molto importante non eccedere con l’assunzione della stessa.
Fonte
- Fondamenti di nutrizione umana – A. Mariani Costantini, C. Cannella, G. Tomassi