Xylella fastidiosa è un batterio non sporigeno gram-negativo appartenente alla famiglia delle Xanthomonadaceae. Non sporigeno significa che, per diffondersi, si annida in alcuni insetti vettori, i quali acquisiscono l’agente patogeno da una pianta infetta e lo trasferiscono nelle piante sane, infettando quest’ultime. Xylella fastidiosa colpisce più di 150 tipologie di piante, molte di queste sono piante a scopo agricolo e ornamentale, come ad esempio l’olivo, gli agrumi e la quercia, per cui si cerca costantemente una cura efficace.
Xylella si instaura e si moltiplica nello xilema delle piante, ovvero nei vasi conduttori, formando una sorta di gel che ostruisce l’intero apparato conduttore della pianta, impedendo un adeguato e regolare flusso di acqua e sali minerale. Per questo motivo, una sottospecie di questo batterio è l’agente patogeno causante la malattia CDO o CoDiRO, ovvero “complesso del disseccamento rapido dell’olivo”.
Sono state trovate 4 sottospecie di questo batterio che si distinguono tra di loro dal punto di vista genetico e anche per la tipologie di piante che attaccano:
- Xylella fastidiosa fastidiosa: ceppi causanti della malattia di Pierce della vite, ceppi da alfalfa, mandorlo, acero.
- Xylella sandyi: ceppi causanti la bruciatura delle foglie di oleando(ceppi da oleandro,)
- Xylella Multiplex: ceppi causanti del mal del pennacchio del pesco, inoltre è anche responsabile di alcune malattie dell’olmo, del platano, del susino, del mandorlo, di alcuni alberi ornamentali, del fossile vivente Ginkgo in Giappone e del mirto crespo;
- Xylella Pauca: ceppi causanti di una serie di malattie che colpiscono gli agrumi e le piante di caffè e anche responsabili del CoDiRO (già accennato prima).
Questo agente patogeno è particolarmente pericoloso e i danni non si manifestano immediatamente, posso volerci delle settimane o addirittura degli anni, quindi l’entità dei danni e il tempo dipendono alla tipologia di pianta colpita.
Questo batterio è diffuso soprattutto in America, causa della malattia di Pierci sulle palme in California e sta colpendo duramente dal 1994 gli agrumi in Brasile. Ma negli ultimi anni arrivano sempre più segnalazioni da varie parti del mondo, infatti da alcuni anni ci sono state una serie di segnalazioni proprio dall’Italia, in particolare dalla Puglia, dove si sta cercando di capire come si combatte un batterio del genere. Altra segnalazione europea è stata in Francia, in particolare in Corsica e poi nella Costa Azzurra, presso Nizza. Nel 2016 anche in Germania. Nei Paesi Bassi c’è stata una segnalazione ma senza insediamento, in Kosovo invece c’è ancora bisogno di approfondire le indagini. I possibili vettori possono essere, ad esempio, Philaenus spumarius, Neophilaenus campestris e Euscelis incisus.
Dato che il batterio Xylella fastidiosa tende a colpire molto spesso piante di interesse agricolo, la sua comparsa in tali piante è un duro colpo alla produzione agricola e all’economia che ne comporta. Quando Xylella colpisce una pianta le conseguenze possono essere varie, una delle più diffuse è il dissecamento della bruscatura se non addirittura l’intera pianta, oppure ne limita l’accrescimento di nuovi germogli e rami, o, ancora, comporta all’imbrunimento di alcuni strati interni del legno, anche i più giovani.
Essendo un agente patogeno letale e quasi senza cura, è considerato patogeno da quarantena e la sua segnalazione porta all’immediata eradicazione delle piante colpite, influenzando, per l’appunto, in maniera totalmente negativa l’economica agricola della zona colpita. Ed è proprio ciò che sta succedendo in questo periodo nel Salento. Le segnalazioni sono partite dal 2013, senza prove certe, riguardo il disseccamento degli olivi in questa zona, le quali piante hanno iniziato ad ammalarsi ed ad avere problemi già dal 2008, portano ad una drastica riduzione di produzione di olio d’oliva. Xylella influisce sulla quantità della produzione, non sulla qualità, la quale resta invariata, ma comunque il problema non è indifferente.
Si presuppone che gli insetti vettori della pauca, la sottospecie di xylella fastidiosa rivenuta negli olivi del Salento, siano arrivati fino al sud Italia sin dalla Costa Rica, dove se ne trova un ceppo gemello. Ma essi, da soli, non sarebbero mai arrivati. Quindi si pensa che l’unica spiegazione plausibile sia dovuto al commercio di piante ornamentali arrivate proprio dalla Costa Rica, essendo un produttore di piante ornamentali a livello mondiale. Inoltre, la presenza della Philaenus spumarius, detta anche “sputacchina”, agendo come vettore del batterio, avrebbe a sua volta contribuito alla sua diffusione. Inoltre, gli oliveti della Puglia, soprattutto più al sud, sono tutti poco distanziati gli uni dagli altri, favorendo il contagio.
Come si combatte? Attualmente ad Oria e a Gallipoli ettari ed ettari di terre, che prima ospitavano centinaia di olivi, si stanno spopolando: non essendoci una cura, è l’unico modo per evitare di ”infettare” altre zone. E non ha colpito solo gli ulivi, ma anche piante di rosmarino, mandorli, ciliegi e centinaia di specie, a causa di un non immediato intervento. Si sta cercando almeno di contenere il batterio, per evitare che si espanda ulteriormente.
Fonte
- Italian scientists vilified in wake of olive-tree deaths
Nature