Cosa accade quando le stelle doppie di un sistema binario collidono? Raccogliendo dati su questi eventi, gli astronomi sono in grado di risalire alle caratteristiche principali delle stelle.
IN BREVE
In astronomia un sistema binario è un sistema stellare che consiste di due stelle orbitanti intorno ad un baricentro comune. I sistemi di due o più stelle sono chiamati anche sistemi multistellari. Questi sistemi, specialmente quando molto distanti dalla terra, appaiono come un unico punto di luce all’occhio nudo e sono rilevati come multipli solo grazie a potenti strumenti di osservazione spaziale. Ricerche compiute nei passati duecento anni, suggeriscono che circa la metà della maggior parte delle stelle sono parte di sistemi stellari multipli. I sistemi costituiti da stelle doppie sono molto importanti in astrofisica perché il calcolo dei loro periodi di rivoluzione permette di poter anche calcolare le loro masse, che a sua volta consente di determinare altri parametri stellari, come il raggio e la densità. Questo permette inoltre di determinare un empirica relazione tra massa e luminosità (MLR) grazie a cui possono venire stimate le masse di singole stelle.
E, proprio a proposito di ciò, grazie alle osservazioni dell’ESO (Osservatorio Spaziale Europeo), è stato possibile immortalare un gioco stellare avvenuto circa 500 anni fa tra delle giovani stelle doppie appartenenti ad un sistema binario, che ha prodotto fuochi d’artificio ancor oggi visibili nell’ universo. Le immagini sono state rilasciate il 7 Aprile 2017 dall’ESO.
Se o meno le due stelle del sistema binario abbiano colliso non è chiaro; tuttavia il loro incontro ravvicinato ha disperso nell’universo centinaia di getti gassosi, polveri e altre emissioni stellari, simulando un variopinto fuoco d’artificio.
Per mezzo dell’Atacama Large Millimeter/submillimiter Array (ALMA) in Cile, John Bally e alcuni colleghi dell’Università del Colorado Boulder hanno effettuato le prime misurazioni delle velocità dei gas di monossido di carbonio rilevati nei getti stellari. Dai dati raccolti, gli scienziati hanno identificato il punto in cui le stelle del sistema binario hanno probabilmente interagito ed è stato possibile così determinare l’incubatrice stellare nel quale il sistema binario e quindi le stelle doppie si sono formate. Come un vero e proprio cataclisma stellare, l’evento ha scagliato nello spazio grandi quantità di detriti ad una velocità poco superiore a 540.000 kilometri all’ora.
Le stelle duellanti del sistema binario sono state osservate in una nebulosa denominata Nucleo Molecolare 1 di Orione, situato a circa 1500 anni luce dalla terra, dietro alla Nebulosa di Orione. Lì, gas pari al peso di 100 soli sono collassati sotto la loro stessa forza di gravità, rendendo il materiale sufficientemente denso per permettere la nascita di una “stella embrionale”. Intense gravità possono spingere quei semi stellari l’uno contro l’altro, con la possibilità che esse si “sfiorino” o addirittura che possano collidere assieme, determinando violente eruzioni. In questo specifico caso, l’incontro ha prodotto l’emissione di una potentissima energia, pari a quella che il nostro sole emetterebbe in un periodo di 10 milioni di anni.
Questa esplosione potrebbe non avere inizialmente rilasciato alcuna emissione di raggi infrarossi per un periodo durato decine di anni. Secondo quanto suggeriscono gli scienziati dello studio, se fosse vera questa ipotesi, questo genere di emissioni di gas e polvere da parte di stelle collise o sfioranti l’un l’altra, potrebbe spiegare i misteriosi flash di raggi infrarossi osservati in altre galassie.
Fonte
- The ALMA View of the OMC1 Explosion in Orion
Iopscience