Molte culture hanno sviluppato credenze popolari per spiegare fenomeni apparentemente inspiegabili, spesso associati alla morte o a malattie. Quale evento ha portato alla nascita del mito dei vampiri? Scienza ed antropologia hanno formulato delle risposte che raccontano la società del passato e le proprie paure.
IN BREVE
La letteratura e la storia umana sono ricche di miti e leggende spesso nate dall’esigenza di trovare spiegazioni a fatti o eventi apparentemente incomprensibili. Questa tendenza dell’uomo di creare le proprie spiegazioni per i fenomeni insoliti ha portato alla diffusione di creature mitologiche come quelle che oggi sono protagoniste di racconti e film di fantasia. In questa categoria rientrano i vampiri. Come sono nati e perché sono diventati così popolari? Conoscere il punto di vista scientifico sull’origine di questi miti non solo è un argomento di estremo interesse ma vi racconterà anche un pezzo della storia, della civiltà e dell’antropologia umana del passato.
I vampiri sono sempre stati creature mitologiche molto popolari, dai racconti di Bram Stoker, a incarnazioni più moderne come quelle di Buffy the Vampire Slayer e Twilight. Nonostante cambino i volti e le vicende personali dei vampiri in ciascuna storia, tutti loro hanno un tratto in comune: i vampiri sono generalmente esseri umani che in vita sono stati morsi da un altro vampiro e poi tornati dopo la morte per nutrirsi con il sangue di altri esseri umani. I vampiri sono destinati ad essere immortali ma secondo le leggende possono essere uccisi dall’esposizione alla luce solare, all’aglio, all’acqua santa o con la penetrazione diretta del cuore mediante un pugnale di legno.
Molti studiosi si sono concentrati sulle radici culturali del mito dei vampiri, altri invece hanno cercato una spiegazione scientifica del fenomeno. Sebbene esistano pochissimi articoli scientifici, a discapito dei sempre più numerosi dettagli su questo mito, diverse condizioni mediche sembrerebbero essere associate alla nascita dei vampiri.
Probabilmente la teoria più popolare è quella basata sulla diffusione di una malattia chiamata porfiria, termine che si riferisce a tutte quelle patologie causate da irregolarità nella produzione di eme, una sostanza chimica nel sangue correlata al ferro. Alcune forme di questa patologia, come la porfiria cutanea eritropoietica (CEP), portano alla deposizione di tossine nella pelle, che vengono attivite dalla luce solare. Quando attive, le tossine deteriorano la pelle e portano all’erosione delle labbra e delle gengive. Questi fattori potrebbero aver contribuito a creare un aspetto cadaverico di queste persone, simile a quello che noi associamo ai vampiri, e potrebbe spiegare la loro intolleranza alla luce solare. Le persone con forme più gravi di porfiria oltre ad essere altamente sensibili alla luce solare, soffrono di dolori addominali e possono manifestare episodi di delirio acuto. Inoltre, alcuni pazienti con porfiria hanno bocca e denti rossastri, a causa della produzione irregolare di eme. Un possibile trattamento per la porfiria in passato potrebbe essere stato quello di bere sangue, per correggere lo squilibrio della composizione sanguigna (sebbene non ci siano prove evidenti). La porfiria è ereditaria, e questo spiega come mai i casi di tale patologia fossero concentrati in determinate aree.
Un’altra condizione medica che potrebbe spiegare il vampirismo è la tubercolosi (TB). Questa è una malattia polmonare causata dal batterio Mycobacterium tuberculosis. Il motivo per cui questa malattia è stata suggerita come origine del mito del vampiro è legata all’aspetto molto pallido delle vittime, all’esigenza di evitare la luce del sole e alla caratteristica di espellere sangue nel tossire. Inoltre la tubercolosi si diffonde rapidamente e facilmente da persona a persona e la natura infettiva di questa malattia può avere portato alla convinzione che il vampiro si risvegliasse dalla morte per nutrirsi dei suoi cari, causando loro di soffrire degli stessi sintomi.
Una spiegazione alternativa è la catalessi. Questa è una malattia del sistema nervoso centrale che porta a un rallentamento del cuore e della respirazione. Durante un episodio catalettico, una persona può bloccarsi completamente a causa di un irrigidimento muscolare, tanto da indurre la gente a credere erroneamente che chi ne soffrisse fosse morto. Un episodio catalettico può durare molte ore, anche giorni, tempo sufficiente per la sepoltura. È facile quindi comprendere come in passato, in assenza di spiegazioni scientifiche, questo disturbo fosse stato legato alla mitologia paranormale.
Oltre alla correlazione con alcune malattie, gli studiosi sospettano che la concezione moderna di questi mostri si sia evoluta da diverse credenze tradizionali che si sono sviluppate in Europa. Queste credenze si concentravano attorno alla paura che i morti, una volta sepolti, fossero in grado di tornare in vita. Alcune di queste leggende erano legate ad una scorretta interpretazione del processo di decomposizione dei cadaveri. In taluni casi infatti era possibile osservare una crescita dei denti e delle unghie del cadavere dopo la sepoltura e la presenza di un liquido scuro di rottura degli organi interni fuoriuscito dalla bocca e dal naso che induceva le persone a credere che il defunto non fosse realmente morto e che quel fluido fosse il sangue di altri essere viventi utilizzato per nutrirsi. A causa di questi timori, la gente del tempo escogitò diverse strategie per difendersi dagli attacchi dei presunti vampiri. Nel 2006 gli archeologi scoprirono un teschio del XVI secolo a Venezia, sepolto tra le vittime di peste con un mattone in bocca. Il mattone era probabilmente una tattica di sepoltura per impedire ai vampiri di lasciare la tomba per mordere la gente. Casi simili sono stati ritrovati anche in Germania, dove non era raro ritrovare cadaveri la cui bocca era stata riempita con terra, pietre o monete per impedire a colui che era creduto un vampiro di nutrirsi del sangue altrui, determinandone così la morte definitiva.
I racconti dei vampiri continuarono a crescere nelle nazioni europee nei secoli XVII e XVIII. Ma il passaggio dal vecchio mondo al nuovo non aveva fatto molti progressi nelle credenze popolari su queste creature. Emblematico è il caso di Mercy Brown di Exeter, che nel 1892 morì di tubercolosi a 19 anni. Sua madre e sua sorella erano già morte e il fratello Edwin era affetto della stessa malattia. I parenti preoccupati che una delle donne della famiglia Brown, già decedute, potesse danneggiare Edwin dalla tomba decisero di riesumarne il corpo. Quando aprirono la tomba di Mercy Brown, trovarono del sangue nella sua bocca e nel suo cuore e questo bastò per sancirne la definizione di vampiro. Decisero allora di bruciare il cuore della donna e di mescolarne le ceneri in una pozione che Edwin avrebbe bevuto per essere immune ad ogni maleficio, una tattica anti-vampiro all’epoca molto comune che però non scongiurò il destino del ragazzo. Edwin morì qualche mese dopo.
Questo non era un incidente isolato e confinato solo in Europa. New England, Connecticut e Islanda sono solo alcune delle zone del mondo dove sono state ritrovate testimonianze di riti anti-vampiro, come riportato da Brian Carroll, professore di storia presso la Central Washington University. Qualunque fosse la fonte di queste credenze, le preoccupazioni sociali che le alimentavano erano le stesse: la paura della malattia e un desiderio di contenerne la diffusione.
Il panico nei confronti dei vampiri è andato riducendosi nel XX secolo, quando i vampiri cominciarono a trovare un nuovo ruolo nei libri come The Vampyre (1819), Carmilla (1871-72) e Dracula (1897). Sebbene tratti dalle leggende popolari e dalle spaventose vicende raccontate sui vampiri del passato, questi personaggi di tipo aristocratico non incutevano lo stesso timore di un tempo, grazie anche ad una sempre migliore conoscenza medica e scientifica di molte malattie. L’apparizione di mostri durante la storia, così come i vampiri, dimostra che questa è una risposta universale della condizione umana: è semplicemente la natura umana a personificare le proprie paure come mostri.
Fonte
- The Bloody Truth About Vampires National Geographic
- Bioarcheological and biocultural evidence for the New England vampire folk belief
American Journal of Physical Antrophology