È stata sviluppata per la prima volta un’Intelligenza Artificiale capace di vincere in giochi complessi come gli eSports. Il merito va alla compagnia no profit sull’IA OpenAI che ha lavorato con il videogioco Dota 2. Il bot sviluppato dai ricercatori ha imparato a giocare contro se stesso, tramite l’ “apprendimento per rinforzo”.
IN BREVE
“OpenAI è la prima in assoluto a sconfiggere i migliori giocatori del mondo negli eSports”. È Elon Musk stesso ad annunciarlo nei suoi social, il patron di SpaceX, Tesla e Solar City è anche il cofondatore di OpenAI: una compagnia di ricerca no profit sull’Intelligenza Artificiale.
Non è di certo la prima volta che una IA riesce a battere un campione del mondo in un gioco. Deep Blue, già nel 1996 riuscì a sconfiggere il campione del mondo di scacchi Garry Kasparov. Facendo un grande salto temporale in avanti, il 23 maggio di quest’anno, AlphaGo, il software sviluppato da Google, è riuscito a vincere contro il numero uno al mondo di Go Ke Jie.
Lo stesso Elon Musk scrive sul suo profilo Twitter:
Sviluppare un’Intelligenza Artificiale capace di giocare in un eSports, il videogioco Dota 2 in questo caso, è molto più complesso che crearne una che sappia vincere in un tradizionale gioco da tavolo quale gli scacchi o Go.
Dunque la differenza principale tra l’Intelligenza Artificiale di OpenAI e quelle sviluppate precedentemente, riguarda la difficoltà del gioco che il bot si troverà ad affrontare: un eSports rispetto ad un comune gioco da tavolo è basato su meccanismi molto più complessi da comprendere e da applicare.
Ma che cos’è un eSports? Per eSports si intendono tutti quei videogiochi praticati a livello agonistico. Il settore degli “sport elettronici” è in piena crescita: sono sempre di più coloro che entrano a far parte di questo mondo e allo stesso modo stanno aumentando anche giochi praticati a livello competitivo, tra questi, uno dei più famosi è Dota 2.
Dota 2 è un videogioco per computer, un MOBA per esattezza, cioè un eSports strategico in tempo reale, dove, in una mappa chiusa, due squadre hanno l’obiettivo di distruggere la base nemica preservando la loro. All’inizio della partita ogni giocatore può scegliere il proprio eroe in un database di 111 personaggi e successivamente comprare degli strumenti che lo aiuteranno nella battaglia. Durante la partita i giocatori si scontreranno non solo con gli altri gamers, ma anche con gli NPC (personaggi non giocanti) che se uccisi daranno al player oro ed esperienza.
Così il team di ricerca di OpenAI scrive, riguardo il gioco, nel suo blog:
Dota è un gioco complesso con molte informazioni nascoste, bisogna imparare a pianificare, attaccare e ingannare i propri avversari.
Sarebbe, dunque, impossibile programmare step by step un’Intelligenza Artificiale che abbia tutte queste caratteristiche. Qual è la soluzione? Far apprendere da solo al software come sviluppare tutte queste abilità.
Piuttosto che addestrare l’Intelligenza Artificiale attraverso un enorme database, così come accade nella maggior parte dei casi di Machine Learning, i ricercatori hanno pensato di far giocare il bot contro se stesso, permettendogli di capire da solo come migliorare. Questo tipo di apprendimento è definito apprendimento per rinforzo: l’Intelligenza Artificiale inizia l’addestramento senza alcuna conoscenza del suo “mondo”, agendo, almeno inizialmente, in maniera casuale, ricevendo dei premi per ogni azione corretta o delle penalità in caso contrario: è lo stesso procedimento adottato nell’addestramento di un qualsiasi animale, come quando puniamo il cane quando fa qualcosa di sbagliato o gli diamo un biscotto se si comporta bene. La caratteristica più sorprendente è che il bot comprende da solo l’esito delle sue decisioni.
Il software ha iniziato a giocare lo scorso 1 marzo e già il 7 agosto ha cominciato a battere i migliori giocatori del mondo, arrivando il 10 agosto a vincere 6-0 contro SumaiL, primo al mondo nella modalità 1vs1, il quale ha definito il bot imbattibile. Ma il programma non si è fermato: il giorno dopo ha battuto Dendi, ex campione del mondo e tutt’ora uno dei migliori giocatori in assoluto.
I ricercatori non sono ancora giunti alla fine del loro “esperimento”, anzi questo è solo l’inizio: in Dota il gioco completo consiste in una battaglia 5 contro 5. Il prossimo passo è dunque quello di sviluppare un’intera squadra di bot capace di battere un team umano.
Questo non è però un lavoro fine a se stesso; infatti, per quanto sia di per sé sorprendente il fatto che un team sia riuscito a creare un’Intelligenza Artificiale capace di vincere in un eSports così complesso come Dota, l’obiettivo è in realtà molto più grande: estendendo e generalizzando questi risultati, è possibile immaginare come di qui a poco potremmo avere delle Intelligenze Artificiali capaci di adattarsi e agire nel migliore dei modi in qualsiasi campo e anche, se non soprattutto, nel mondo reale.