I tatuaggi comportano la somministrazione di un inchiostro permanente nel derma, a base di coloranti organici e metalli presenti, che possono dare origine a reazioni cutanee, anche molto gravi. Sareste disposti a correre il rischio sulla vostra pelle?
IN BREVE
Ci sono diversi rischi da considerare prima di sottoporre la propria pelle a un ago da tatuaggio, a cominciare da una reazione allergica, con conseguente gonfiore, irritazione, eruzioni cutanee o altre anomalie della pelle in corrispondenza o intorno al sito del tatuaggio.
A causare tutto ciò è l’inchiostro usato per i tatuaggi, che contiene diversi ingredienti e sostanze come l’ossido di ferro, il solfuro di mercurio, l’idrato di ferro, l’alluminio e il manganese a cui potresti risultare allergico una volta che l’inchiostro penetra nella pelle. L’inchiostro del tatuaggio rosso è la causa più comune delle reazioni allergiche del tatuaggio, sebbene qualsiasi colore potrebbe dare origine al problema.
Le diverse forme di allergia al tatuaggio
- Reazione allergica infiammatoria acuta: la pelle diventa rossa, leggermente gonfia e irritata nella zona del tatuaggio. Ciò si verifica a causa dell’irritazione causata dall’ago del tatuaggio e dal suo inchiostro. Non è una reazione pericolosa e generalmente scompare in circa due o tre settimane.
- Fotosensibilità: i tatuaggi esposti al sole possono provocare reazioni allergiche, in particolare quelle che contengono inchiostro giallo e alcuni pigmenti rossi, che a causa del contenuto di solfuro di cadmio, portano ad una reazione allergica quando esposti al sole.
- Dermatite: alcune delle più comuni allergieai tatuaggi includono le dermatite da contatto, molto spesso causate dal solfuro di mercurio, che si trova nell’inchiostro rosso.
- Reazione allergica lichenoide: evento raro caratterizzato da piccole protuberanze che appaiono attorno alle aree del tatuaggio colorate con un inchiostro rosso.
- Reazione allergica pseudolinfomatosa: una reazione ritardata, che non si verifica subito dopo aver effettuato il tatuaggio. Di solito la colpa è dell’inchiostro rosso, ma può anche derivare dai colori blu e verde.
- Granulomi: piccole protuberanze che possono apparire come risultato di una reazione allergica attorno al sito del tatuaggio, complici molto spesso l’inchiostro rosso, viola, verde o blu.
Le allergie non sono gli unici rischi che si possono incorrere con un tatuaggio e milioni sono le persone in tutto il mondo a poter esserne coinvolte, se si considera che la prevalenza di individui tatuati negli Stati Uniti è stimata intorno al 25% tra i 18-50 anni di età, mentre in Europa e in Australia, questa proporzione è più vicina al 10%.
Proviamo a guardare più da vicino cosa si nasconde dietro questo insieme di colori e linee, di sali metallici e coloranti organici, che rimangono nella pelle per tutta la vita, incidendo su di essa un disegno indelebile.
Diversi studi hanno fatto luce sulla presenza di potenziali prodotti cancerogeni o pro-carcinogeni negli inchiostri per tatuaggi, con il rischio correlato di dare origine a diversi tipi di cancro della pelle quali il melanoma, il carcinoma a cellule squamose o a cellule basali. Il numero di tali casi è apparentemente basso ma questa associazione non deve essere messa in secondo piano.
La composizione dei tatuaggi
Sfortunatamente la composizione precisa degli inchiostri per tatuaggi non è regolamentata. La Food and Drug Administration degli Stati Uniti non ha approvato alcun inchiostro per l’uso nei tatuaggi e nel 2003 il Consiglio europeo ha sottolineato la necessità di regolamentare questo oscuro mercato. In Francia, la recente legislazione impone che i produttori forniscano la composizione esatta degli inchiostri, e in Germania l’uso di pigmenti azoici che possono essere scissi in ammine aromatiche è illegale. Nonostante l’attenzione degli organi competenti, i controlli e la regolamentazione rimangono difficili perché la maggior parte degli inchiostri viene acquistata all’estero tramite Internet o durante le convenzioni sul tatuaggio. I coloranti per tatuaggi includono pigmenti, che possono essere sali metallici inorganici o coloranti organici. Alluminio, titanio, carbonio, cromo, nichel e cobalto sono gli ingredienti più comuni degli inchiostri per tatuaggi indipendentemente dal colore. La classificazione tradizionale, basata sulla regola che un colore è uguale a un sale metallico (cioè rosso = mercurio, blu = cobalto, verde = cromo, viola = magnesio, ecc.), ancora menzionata in alcuni libri di testo e recensioni, è restrittiva e decisamente obsoleta.
I colori utilizzati nell’inchiostro dei tatuaggi sono tutti potenzialmente pericolosi, nonostante la maggiore incidenza di reazioni avverse si sia registrata con i colori rosso e nero, che sono i pigmenti maggiormente impiegati nei tatuaggi.
Studi di mercato hanno mostrato che la maggior parte degli attuali composti del tatuaggio disponibili in commercio sono pigmenti azoici o composti policiclici, alcuni dei quali classificati come cancerogeni. Inoltre alcuni sottoprodotti di tale molecole, assenti nell’inchiostro iniziale, possono comparire dopo l’esposizione a raggi ultravioletti o a laser e diventare pericolosi nel corso del tempo.
Potenziali legami tra tatuaggi e tumori della pelle
La pelle è un organo importante, che funge da barriera per l’ambiente e ha la capacità di metabolizzare le sostanze chimiche che vengono assorbite. Non è però ancora chiaro se la pelle sia in grado di metabolizzare sottoprodotti di inchiostro del tatuaggio.
Se esiste un vero legame tra il tatuaggio e il cancro della pelle, questo è probabilmente il risultato di un processo multifattoriale. Il trauma indotto dalla procedura di perforare la pelle è stato tipicamente identificato come una delle cause principali. A ciò si aggiunge la reazione del nostro organismo che tenta di degradare il materiale estraneo introdotto con il tatuaggio, dando vita ad un processo infiammatorio.
L’esposizione cronica ai raggi ultravioletti è stata suggerita come un altro fattore potenziale per lo sviluppo di cancro della pelle, soprattutto per le zone del corpo spesso esposte ad essa come braccia, collo e gambe. In questo caso a fare la differenza sono le abitudini personali di chi porta un tatuaggio. Gli individui tatuati sono generalmente consapevoli che l’esposizione al sole cronico altera i tatuaggi e causa la dissolvenza dei colori e pertanto cercano di proteggerli dalla luce del sole. C’è chi invece attende proprio giornate soleggiate per mostrare la propria opera d’arte, mettendo in secondo piano i rischi che una esposizione diretta ai raggi ultravioletti può comportare.
Un ulteriore problema da tenere in conto è la capacità dell’inchiostro di mascherare la pelle sottostante e rendere difficile ad esempio la sorveglianza clinica dei nei in quanto anche i pigmenti del tatuaggio appaiono come molteplici globuli nero-blu, che possono impedire una diagnosi accurata di eventuali lesioni.
Oltre al legame diretto tra tatuaggi e tumori della pelle un’altra preoccupazione sta crescendo nel campo: quella legata alla possibile insorgenza di tumori ad organi interni in seguito ad un tatuaggio. Tale preoccupazione è nata dall’analisi di pazienti che presentavano linfonodi macroscopici, spesso asintomatici, pieni di pigmenti neri. I pigmenti per tatuaggi risiedono principalmente nel derma, all’interno dei fibroblasti o tra i fasci di collagene. I macrofagi, nel tentativo di eliminare i pigmenti, li inglobano al proprio interno per poi migrare verso i vasi linfatici e i linfonodi regionali, dove possono risiedere per un periodo di tempo che potrebbe essere l’intera esistenza di ciascun individuo, evadendo allo sguardo attento delle cellule natural killer.
Una domanda che sorgerebbe spostanea è se il colore del tatuaggio sia importante da considerare in questa analisi dei rischi. Lo studio della letteratura scientifica ha dimostrato che la maggior parte dei casi riportati di melanoma e carcinoma a cellule basali si sono verificati su tatuaggi neri o blu scuro, mentre il carcinoma a cellule squamose, cheratoacantomi e altre iperplasie benigne si sono sviluppati principalmente nei tatuaggi rossi. Il rosso e il nero sono sempre stati i colori più comunemente utilizzati per i tatuaggi, pertanto l’alta prevalenza di tali reazioni in questi colori potrebbe semplicemente riflettere la frequenza del loro uso.
Per quanto tutto ciò sia preoccupante la paura non è il sentimento che si vuole scatenare nel guardare il proprio tatuaggio, che potrebbe racchiudere una storia importante, un significato profondo, un ricordo lontano o solo uno sciocco errore. I casi clinici di tumori cutanei sui tatuaggi negli ultimi 40 anni è davvero molto basso se si considera i milioni di individui tatuati in tutto il mondo. Tuttavia considerarne i rischi, dai meno importanti, come reazioni allergiche temporanee, ai più nefasti, come carcinomi cutanei, è un compito importante, che non dovrebbe essere trascurato da chiunque voglia imprimere un disegno indelebile sulla propria pelle.
Fonte
- Tattoos, inks, and cancer
The Lancet - Trendy Tattoos—Maybe a Serious Health Risk?
Aesthetic Plastic Surgery Journal