La Torre Isozaki, nota anche come torre Allianz o il Dritto, è un grattacielo del nuovo quartiere CityLife di Milano. Con i suoi 249 metri di altezza è il secondo grattacielo più alto d’Italia e il trentasettesimo in Europa, ed è l’edificio italiano con più piani: 50.
IN BREVE
Completata nel 2015, la Torre Isozaki è uno dei grattacieli che ha contribuito ad arricchire e modificare lo skyline della città di Milano. Progettata dall’architetto giapponese Arata Isozaki e dall’architetto italiano Andrea Maffei è, insieme alla Torre Hadid e alla Torre Libeskind, il fulcro dell’importante processo di riqualificazione urbana di Mialno “CityLife”. La torre Isozaki è distribuita su 50 piani completamente illuminati dalla luce naturale, con visuali panoramiche molto suggestive da ogni lato. Con i suoi 209 metri di altezza, è l’edificio italiano con più piani e il più alto fino al tetto. L’antenna costruita sul tetto porta l’altezza complessiva a 249 metri, rendendo la torre il secondo edificio più alto d’Italia dopo la torre UniCredit e il trentasettesimo in Europa. La torre è sede degli uffici della società assicurativa Allianz S.p.A.
Le fondamenta e i piani della Torre Isozaki
La pianta della Torre Isozaki è un rettangolo con i lati di 24 e 60 metri. Oltre ai 50 piani visibili ce ne sono 5 sotterranei che fungono da parcheggio e che possono ospitare fino a 350 automobili. Le fondamenta dell’edificio sono costituite da una platea di fondazione di 5300 metri cubi di calcestruzzo, sorretta da 62 pali costruiti fino a 31 metri di profondità al di sotto di essa. La fase di getto del calcestruzzo per la platea è durata ben 60 ore consecutive. Su queste fondamenta ci sono due nuclei di calcestruzzo simmetrici rispetto all’asse centrale della base rettangolare che sorreggono la torre. Ogni piano è costituito da un open space di 24×36 metri. Gli unici pilastri intermedi sono 5 colonne circolari su ogni lato lungo.
L’innovativo processo di costruzione
La costruzione della Torre Isozaki ha contemplato un innovativo sistema di ingegnerizzazione del processo costruttivo. Grazie all’impiego di sistemi a casseri autorampanti realizzati ad hoc per questo progetto, è stato possibile ridurre drasticamente i tempi dei cicli di costruzione. Ciascun solaio di piano è stato infatti gettato mediamente ogni 7 giorni. Le condizioni di totale sicurezza alle maestranze sono state garantite tramite la disposizione di robusti scudi contro il vento lungo tutto il perimetro dell’area di lavoro. Con questo metodo di costruzione è stato più facile e veloce anche costruire le trombe dei 14 ascensori complessivi, disposti simmetricamente lungo i lati corti, in grado di raggiungere una velocità di punta pari a 7 metri al secondo. I lavori, iniziati il 13 marzo 2012, sono finiti appena tre anni più tardi, il 28 febbraio 2015, con la costruzione dell’antenna. L’inaugurazione della Torre Isozaki è avvenuta il 14 novembre 2015.
La facciata e le belt-trusses
La torre Isozaki ha 26000 metri quadri di facciate di vetro. Esse sono costituite da 4500 lastre di triplo vetro ricurvo larghe un metro e mezzo l’una. La deformazione geometrica di ogni lastra è ottenuta grazie a un processo di piegatura a freddo. L’officina ha assemblato e piegato ogni lastra, che poi è stata trasportata al cantiere e montata in posizione. A metà della torre ci sono le due belt-trusses, fondamentali per la resistenza strutturale e anche per l’impatto estetico. Ognuna di esse è lunga 36,1 m e alta 5 m, ed ha un peso di 180 tonnellate. Essendo due blocchi unici d’acciaio, il trasposto delle belt-trusses è stato molto lungo e difficoltoso. Un trasporto eccezionale con 160 ruote gommate lungo 49 metri ha trasportato i due enormi pezzi d’acciaio dalla fabbrica al cantiere in 5 giorni di viaggio. Le belt-trusses sono state collocate a 101 metri e mezzo di altezza grazie a un sistema di sollevamento Strand Jack.
I problemi dovuti al vento
Il maggiore problema durante la costruzione della Torre Isozaki è stato il vento. Si è dimostrato un carico accidentale molto pericoloso, e quindi è stato molto importante valutarne l’impatto durante le varie fasi progettuali. A questo scopo i progettisti hanno svolto diversi test in galleria del vento sia in Canada che in Italia, presso il Politecnico di Milano. Durante queste prove, è emerso che con il progetto originale lo spostamento complessivo verificabile all’ultimo piano sarebbe stato pari a un metro, troppo anche per un grattacielo così alto. L’analisi di pesi e misure di ogni elemento della struttura è stata fondamentale per trovare la soluzione di questo problema.
Per ridurre lo spostamento dovuto al vento i progettisti hanno introdotto 4 imponenti contrafforti tubolari di acciaio: due di 60 metri sul fronte principale e due di 40 metri sul retro. Ognuno dei contrafforti presenta dei dissipatori viscosi alla base; questi dispositivi meccanici sono in grado di smorzare il moto impresso trasformandolo in attrito viscoso. Nella costruzione dei moderni grattacieli, tali smorzatori vengono spesso utilizzati per contrastare l’azione orizzontale del vento e dei terremoti. Un esempio di torri con dissipatori di questo tipo erano le Torri Gemelle al World Trade Center di New York; in questi due grattacieli furono installati oltre 10.000 anche ai solai di molti piani.
I pilastri che difendono la Torre Isozaki dal vento
Nella Torre Isozaki i 4 contrafforti di acciaio color oro sono incernierati alla base e sono collegati all’undicesimo piano. Essi permettono di ridurre le oscillazioni in testa di circa 80 cm, passando dal metro del primo progetto agli attuali 20 cm rilevabili in sommità. La costruzione dei 4 piloni è avvenuta in modo particolare. Gli operai hanno dovuto costruirli alla fine della disposizione dei moduli vetrati di facciata; per questo hanno dovuto avere una maggiore precisione nella movimentazione e nella collocazione di tali elementi metallici. Le grandissime aste sono state accostate ai fronti di vetro entro una precisa foratura prestabilita in origine, con un possibile scarto complessivo di massimo 5 cm, corrispondente ad appena 2,5 cm per lato rispetto alla suddetta foratura.
Fonte
- Allianz Tower
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