Il basilisco è un piccolo animale che ha da sempre incuriosito l’uomo. Numerosi miti e leggende si sono sviluppati attorno all’esistenza di questo rettile. Stravolgendo anche, in parte, quella che è la reale anatomia del basilisco, la fantasia ha guidato l’immaginazione umana fino a una visione del tutto alterata delle specie di Basiliscus. Ma qual è la verità su questo animale?
IN BREVE
Indice
BASILISCO: LA CREATURA MITOLOGICA PIÙ SPAVENTOSA
Il basilisco, nome comune che deriva dal greco e sta a significare ”piccolo re”, è un piccolo rettile vagamente simile a un’iguana ma assolutamente singolare. Nel corso dei secoli è stato trasformato in una delle creature mitologiche più note e spaventose, assieme all’aquila arpia e ad altri uccelli e rettili altrettanto particolari. Ben presto fu identificato come Re dei serpenti.
La genesi del mito definì la nascita del mostro
Al basilisco si attribuisce la capacità di uccidere o pietrificare con un solo sguardo diretto negli occhi dell’interlocutore: una sorte di Medusa dall’aspetto serpentino. L’anatomia di questi animali è stata di gran lunga distorta e modificata a seguito di leggende tramandate oralmente che avevano come protagonista questo piccolo rettile, tanto che i miti più antichi lo hanno trasformato in una sorta di serpente dalla testa di uccello. Altre tradizioni lo raffigurano per lo più dall’aspetto assomigliante a un gallo ma con zampe potenti e squamose dotate di artigli in grado di lacerare qualsiasi tessuto. Plinio il vecchio, governatore romano se non che scrittore e famoso filosofo vissuto nei primi decenni dopo cristo, così come Solino, scrittore romano vissuto fra la prima metà e la fine del III secolo, descrivono il basilisco come un piccolo serpente considerabile la creatura più mortale mai esistita. Venendo in contatto con il suo fiato o se morsi si morirebbe quasi sul colpo. Questa creatura viene descritta come endemica delle zone desertiche poiché essa stessa capace di ricreare aree secche e aride: è capace di seccare ogni tipo di pianta e indurre desertificazione di tutti gli ambienti che attraversa. Numerose storie differenti sono raccontate da altri scrittori che si sono susseguiti nella storia tra cui Lucano, Isidoro di Siviglia o Beda. La nascita di questo animale sembra sia dovuta all’inusuale deposizione, da parte di un gallo anziano, di un uovo perfettamente sferico, che verrà covato da serpenti o rospi in nidi particolari per circa 9 anni. Gli unici animali che sembrano capaci di poter sconfiggere un basilisco erano le donnole, che pur uccidendolo andavano incontro a morte dopo lo scontro, e i galli, il cui canto gli è letale. Altro modo di uccidere un basilisco, per quanto molto difficile, è quello di farlo specchiare: sarà il suo stesso sguardo a ucciderlo.
L’evoluzione della leggenda nel corso dei secoli
Nel corso del tempo i miti su questo strano essere chimerico si sovrapposero tanto da attribuirgli numerose diverse capacità, fra cui l’abilità di sputare fuoco e le sue dimensioni sempre crescenti. Questa creatura, nel tempo, si fece strettamente legata alle credenze alchimiste più antiche: si credeva che le polveri di un basilisco bruciato potessero trasformare l’argento in oro, e in generale che permettessero di purificare i metalli. La leggenda del basilisco ha goduto di continui richiami nel tempo, tanto che nel caso della città svizzera di Basilea, ad esempio, questa creatura è diventata simbolo di guardia cittadina. Il basilisco è citato nelle opere più svariate: compare nella Bibbia, così come nelle Canterbuty Tales di Geoffrey Chaucer o nel bestiario di Leonardo da Vinci, così come viene nominato da molti altri scrittori e filosofi tra cui Voltaire. A partire da queste antichissime leggende tradizionali, il basilisco si è aggiudicato parti importanti in moderni romanzi, film e giochi di ruolo come Dungeons and Dragons e Final Fantasy. Nella celeberrima serie di Harry Potter il basilisco è il gigantesco serpente dallo sguardo mortale che il protagonista affronta nel capitolo della camera dei segreti.
BASILISCUS: IL BASILISCO VERDE ISPIRÒ LA LEGGENDA
I rettili del genere Basiliscus sono diffusi nell’America tropicale, nelle foreste umide dal Messico a Guatemala fino all’Ecuador. Sono rettili caratterizzati dalla presenza di un rilievo di pelle squamosa e robusta di forma triangolare che poggia sopra gli occhi. Si tratta di un genere di sauri della famiglia Corytophanidae, a sua volta parte dell’infraordine Iguania. Questi animali sono, purtroppo, molto poco studiati rispetto alle altre specie di rettili conosciute ma restano fra i sauri più interessanti per le loro caratteristiche e abilità. La specie comune è Basiliscus plumifrons, il cosiddetto basilisco piumato. Si tratta di una sorta di Iguana dalle forme più longilinee e affusolate, che rendono l’animale più svelto e leggero. In genere basilischi raggiungono dimensioni massime di 60 cm di lunghezza coda compresa, per cui tendono ad essere relativamente piccoli. La peculiarità che contraddistingue questo rettile, peculiarità che gli è valsa il titolo di ‘’Lucertola di Gesù’’, è la sua capacità di correre sull’acqua in caso debba scappare dai predatori: muovendo rapidamente le sue zampe posteriori, dotate di frange squamose, e sbattendo la loro estremità inferiore sull’acqua, forma bolle di aria che lo dividono dal pelo dell’acqua. È quindi come se si muovesse su un salvagente naturale, e lo fa fino a raggiungere velocità di circa 10 km/h.
Alcune foto del basilisco piumato
Sembra che questo piccolo rettile sia ancora piuttosto sconosciuto alla scienza. Si è ipotizzata l’esistenza di numerose specie appartenenti al genere Basiliscus e questo è abbastanza intuibile osservando i diversi esemplari che si possono ritrovare nelle foreste del centro America. I basilischi possiedono livree, creste e fisionomie molto variabili, sia all’interno di una stessa popolazione che fra specie differenti. Il basilisco piumato è forse il più famoso e studiato.
Fonte
- Basiliscus vittatus Wiegmann, 1828
Gobierno de México