Il rospo smeraldino, o Bufotes viridis, è un piccolo anfibio dal dorso maculato con grandi macchie verdi e piccoli pigmenti rosso/arancione. Andiamo a scoprire qualcosa in più su questo rospo comune nei paesi europei e dell’Asia occidentale.
IN BREVE
Il Bufotes viridis, anche noto come rospo smeraldino, ha una grandezza variabile da 48 a 120 mm di lunghezza. Ha una pelle tubercolata grigiastra-olivastra con delle macchie verdi e qualche puntino rosso o arancione sui fianchi. Il ventre del rospo smeraldino invece è grigiastro. Presenta delle ghiandole paratiroidi molto prominenti, poste dietro agli occhi che hanno una papilla orizzontale “a barra”. Solitamente, per quanto riguarda gli arti, la punta del quarto dito supera la prima articolazione del terzo dito. Inoltre gli esemplari maschi, come spesso accade, sono più piccoli delle femmine, che però mancano dei cuscinetti “nuziali” sul primo dito (anche sul secondo e sul terzo nella stagione riproduttiva).
Habitat del rospo smeraldino
Il rospo smeraldino, è un anfibio tipico dei paesi bagnati dal Mar Mediterraneo, ma presente anche nell’Est Europa e nelle zone più occidentali dell’Asia. Vive nelle zone forestali, nelle steppe, paludi ma anche semi-deserti. Nelle aree forestali il rospo smeraldino frequenta zone ricche di folta vegetazione e coperte da cespugli. Nelle aree più secche invece lo troviamo sempre in prossimità di un corpo idrico (visitato la notte per reidratarsi). Il Bufotes viridis quindi, è una specie abbastanza comune e gli unici luoghi dove risulta più raro incontrarlo sono quelli settentrionali delle zone prima indicate. Per quanto riguarda i luoghi più caldi (40 gradi centigradi) non costituiscono un problema per il rospo smeraldino, grazie alla sua eccellente resistenza all’essiccamento. Nelle zone più affollate può raggiungere una densità di circa 100 individui per 100 metri quadrati di superficie.
Nonostante questa specie non sia particolarmente a rischio la distruzione dei prati, l’essiccazione delle zone umide e l’urbanizzazione possono portare al declino delle popolazioni di questo rospo. Allo stesso tempo paradossalmente, la riduzione di aree forestali, a vantaggio di aree paludose, favorisce la sua diffusione. In alcune aree balzano all’occhio i dati altalenanti sulla sua presenza, come ad esempio a Mosca, in Russia. In tutta la provincia, nel XIX secolo la specie era molto rara, mentre fino agli anni settanta crebbe molto numericamente. Negli anni ottanta la popolazione di rospo smeraldino diminuì drasticamente, per poi divenire così rara negli anni novanta da essere inserita nel Red Data Book locale. Si pensa che queste variazioni vadano di pari passo con i cambiamenti climatici, che come spesso accade, influenzano enormemente l’habitat e lo stile di vita degli animali.
Il ciclo vitale del rospo smeraldino
La deposizione delle uova può avvenire in diversi corpi idrici come paludi, stagni, pozze d’acqua ma anche fiumi e bacini idrici non più profondi di mezzo metro. Il fatto che sia acqua dolce o salmastra a più alta concentrazione di sali non fa molta differenza. La femmina può deporre fino a 30000 uova disposte su una o due file lunghe dai 2 ai 7 metri di lunghezza! Successivamente alla schiusa, a seconda della latitudine e altitudine, avremo un periodo di metamorfosi più o meno lungo, ma comunque dalla primavera all’estate. I girini del rospo smeraldino hanno un colore nero scuro, proprio come il girino dell’immaginario comune. Solitamente si spostano verso la riva di giorno, mentre di notte stazionano a maggior profondità. La loro nutrizione si basa su piccoli resti di organismi, alghe e anche protozoi (organismi appartenenti ai protisti).
Completata la metamorfosi, gli esemplari di rospo smeraldino si disperdono dallo stagno migrando in grandi gruppi. I rospi di recente metamorfosi hanno una dieta che va da piccoli artropodi (come i Collembola) a ditteri (come le mosche), ma non disdegnando anche piccoli coleotteri. L’adulto invece, si nutre di ragni, invertebrati striscianti e scarafaggi ma il suo piatto principale sembra essere costituito dalle formiche. La mirmecofagia (caratteristica degli animali che mangiano formiche) del rospo smeraldino è caratteristica solo dell’età adulta, il che potrebbe indicare un risposta alle condizioni fisiche dell’anfibio o ad una scelta strategica nel corso della sua vita.
I rospi vanno in letargo singolarmente o in gruppo ed i tempi variano significativamente a seconda della latitudine e altitudine in cui vive il nostro anfibio. Solitamente il luogo di ibernazione è a terra, prossimo a ruscelli e stagni, se non proprio immerso in quest’ultimi. Nelle zone più a Sud in cui è possibile trovare il rospo smeraldino, il letargo può essere anche assente e quindi i rospi sono attivi durante tutto l’anno. Ciò è possibile attraverso un’estivazione, cioè riducendo al minimo il fabbisogno di cibo e di acqua e rallentando il loro metabolismo. Anche il periodo riproduttivo è abbastanza variabile, solitamente da febbraio a luglio. Nelle aree meridionali, il periodo riproduttivo è il più lungo (circa 170 giorni), mentre la durata dello sviluppo prima della metamorfosi è più breve (circa 21-25 giorni).
Solitamente il rospo smeraldino ha una longevità dai 7 ai 10 anni, a meno che non diventi prima preda di grandi rettili, per lo più serpenti. E’ stato visto, ad esempio, che il serpente Naja oxiana sembra preferire particolarmente questa specie di anfibio piuttosto che le altre.
Il Bufotes viridis negli ambienti urbani
Come già detto prima, l’antropizzazione di solito influenza negativamente la diffusione del rospo smeraldino. D’altra parte, non è del tutto impossibile trovare il Bufotes viridis in ambienti antropici ma provvisti di giardini con specchi d’acqua. Specialmente nelle zone più tropicali e nelle città con molte aree verdi, è probabile imbattersi in questa piccola specie di anfibio del tutto innocua. Non pochi inoltre sono stati gli avvistamenti del rospo smeraldino in zone fortemente inquinate da rifiuti industriali, ad esempio nelle vicinanze di grandi imprese e cumuli di rottami.
Essendo un animale maggiormente attivo al crepuscolo e di notte, durante il giorno si nasconde tra cespugli o altri tipi di vegetazione. Nelle zone più calde invece, il rospo smeraldino preferisce stazionare immerso in acque poco profonde. Durante la notte, è possibile vederlo in prossimità di fonti di luce: gli insetti, attratti la notte dalle luci, costituiscono una fonte sicura di nutrimento.
Per quanto riguarda l’allevamento del rospo smeraldino, esso è proibito, in quanto questa specie rientra nell’elenco della convenzione di Berna, per la conservazione della vita selvatica e dei biotipi europei.
Il rospo smeraldino siciliano
Il rospo smeraldino siciliano è un piccolo rospo dal dorso maculato-verde. Inizialmente questa specie, oggi riconosciuta indipendentemente con il nome Bufo siculus, veniva associata al Bufotes viridis. La differenza dal rospo smeraldino classico deriva da studi sull’aplotipo mitocondriale, ovvero su differenze nel DNA del macchinario energetico della cellula eucariote. Questo esame a livello di sequenze genomiche mitocondriali ha dimostrato come il rospo smeraldino siciliano si differenzia da tutte le altre specie di rospo verde del mediterraneo. Non a caso invece, sembra mostrare una vicina parentela al Bufo boulengeri, una specie di rospo verde tipico della costa africana del Mediterraneo. Proprio due milioni di anni fa, tra Pliocene e Pleistocene, le due specie sono state separate in seguito allo spostamento della placca Africana rispetto a quella Euroasiatica.