La psicoterapia nasce dall’interesse verso il funzionamento della mente umana. Nonostante venga criticata spesso per la carenza di fondamenti empirici, è in continua evoluzione e gli studi che combinano scienza e psicoterapia sono sempre più frequenti.
IN BREVE
Indice
COS’È LA PSICOTERAPIA
Nel corso della vita capita spesso di affrontare momenti difficili che ci impediscono di stare bene con noi stessi e con gli altri. Queste situazioni possono generare una sofferenza psichica, curabile attraverso la psicoterapia. La psicoterapia, letteralmente “cura dell’anima”, è un percorso introspettivo che ci aiuta a comprendere noi stessi. Il traguardo da raggiungere è quello di ritrovare sollievo emotivo garantendo così una migliore qualità della vita. La psicoterapia non interviene solo sul disagio, può essere un percorso costruttivo che aiuta i pazienti ad uscire dagli schemi mentali in cui sono immersi. Le abitudini quotidiane generano pensieri automatici che limitano l’individuo all’interno di convenzioni sociali e generano a loro volta stereotipi oltre ai quali è difficile guardare. Ervin Goffman, ha definito la società attraverso la metafora del teatro, gli individui sono considerati come attori che recitano una parte, assumendo un ruolo. Attraverso la sua teoria, Goffman ha reso evidente l’importanza dei ruoli sociali nel modellare l’individuo. Quando le persone non riescono trascorrere la loro vita serenamente, interviene la figura dello psicoterapeuta al quale il paziente può rivolgersi volontariamente, sotto consiglio di parenti, amici o medici. È importante evidenziare che mente e corpo sono collegati, il disagio psichico genera disagio fisico, manifestandosi attraverso malattie.
IL RUOLO DELLO PSICOTERAPEUTA
Lo psicoterapeuta è una figura di fondamentale importanza, guida il paziente nel percorso di comprensione del disagio psichico. Per diventare psicoterapeuta è necessario conseguire una laurea in psicologia o in medicina e chirurgia, una successiva iscrizione all’albo professionale e infine frequentare una scuola di specializzazione. Il percorso psicoterapeutico è basato sulla relazione che si instaura tra lo psicoterapeuta e il paziente. Herbert Stack Sullivan, studiando il rapporto tra i due, sostenne che il terapeuta deve essere un “osservatore-partecipante”. La relazione terapeutica non si distingue dalle altre relazioni, tutte le interazioni sono reciproche, la personalità, il carattere e i gesti dello psicoterapeuta influenzano il rapporto con il paziente. Sullivan promuoveva un rapporto reale e non un atteggiamento passivo da parte del terapeuta. La relazione con il terapeuta permette al paziente di sentirsi ascoltato, capito e non giudicato. Per instaurare questo tipo di relazione è necessario intraprendere un percorso che non abbia una durata e dei tempi prestabiliti, soltanto quando il paziente adotterà un diverso atteggiamento verso se stesso e gli altri la terapia potrà considerarsi conclusa.
I DIVERSI TIPI DI PSICOTERAPIA
La psicoterapia si compone di diverse tipologie di approccio necessarie al terapista così che possa trovare il modo migliore di procedere. Le modalità di approccio si distinguono in base al campo di intervento ovvero al tipo di paziente che può essere un bambino, adolescente o adulto.
Un’altra distinzione riguarda le modalità di approccio, si può procedere con una terapia individuale, di coppia oppure familiare nei casi in cui sia necessario intervenire sul nucleo in cui il paziente è immerso. Interessante è la distinzione in base alle diverse teorie che nel corso della storia si sono affermate e perfezionate. Ogni psicoterapeuta può decidere a quale modello fare riferimento e adattare la teoria alle esigenze del paziente dando vita a un percorso psicoterapeutico unico per ogni individuo.
Psicoterapia cognitivo comportamentale
La psicoterapia cognitivo comportamentale studia il rapporto tra le emozioni, i pensieri e i comportamenti, analizzando come i problemi emotivi nascano dai pensieri disfunzionali del paziente. Il disagio psichico non nasce da eventi traumatici, sono le esperienze personali ad essere condizionate dalle funzioni cognitive dell’individuo. Questo di tipo di terapia si compone di due forme diverse di terapia: la terapia comportamentale e la terapia cognitiva.
Terapia comportamentale: adottando questo metodo, il paziente riesce ad analizzare la relazione che c’è tra le situazioni di disagio e le sue reazioni emotive. Se una persona tende ad avere sempre un atteggiamento negativo nei confronti delle persone e degli eventi, può essere più soggetto rispetto ad altre persone a sviluppare una forma di depressione. Il terapeuta può aiutare il paziente ad adottare un atteggiamento più positivo e costruttivo, migliorando così le relazioni e di conseguenza la qualità della vita.
Terapia cognitiva: parte dal presupposto che il disagio non nasca da eventi traumatici ma che siano le esperienze personali ad essere condizionate dalle costruzioni cognitive dell’individuo. Questo approccio ha lo scopo di individuare pensieri fissi e ricorrenti definiti come “pensieri automatici”. Alla base di molte disfunzioni patologiche ci sono gli errori cognitivi definiti anche “bias cognitivi”. Questi sono considerati come costrutti fondati su sensazioni e percezioni errate spesso utilizzati per prendere decisioni più facilmente e velocemente. L’utilizzo di questi bias è alla base degli eventi che generano disagio psichico. Non sono le circostanze a generare il disagio ma l’approccio ad esse.
Psicoterapia sistematica
La psicoterapia sistematica si distingue dagli altri approcci per l’importanza attribuita al contesto sociale in cui ogni paziente è immerso. Un contesto negativo rischia di danneggiare il pensiero dell’individuo e le sue relazioni interpersonali. Lo psicoterapeuta ha il compito di analizzare tutti gli attori in gioco, partendo dai famigliari. Il disagio del paziente, infatti, può essere il sintomo di un disagio esteso ad altri soggetti all’interno del sistema familiare. Il soggetto è considerato come il paziente designato colui che manifesta il malfunzionamento del sistema in cui è immerso e ne fa da portavoce. Il terapeuta quindi ha il compito di aiutare a sviluppare una comunicazione più aperta e funzionale. Nel pratico lo psicoterapeuta può decidere se lavorare solo sul paziente o coinvolgere anche la famiglia, in questo caso i pazienti hanno dei compiti da svolgere sia durante le sedute sia a casa. Il terapeuta è la guida di questo processo, i pazienti, seguendo le sue direttive, possono comprendere le dinamiche familiari dannose e sviluppare un atteggiamento diverso in modo tale da costruire insieme un ambiente salutare e propositivo.
Terapia psicanalitica
La psicanalisi è una disciplina fondata da Sigmund Freud. Le sue teorie partono dal presupposto che i disturbi psicologici nascano da una sfera di attività psichica di cui non abbiamo consapevolezza: l’inconscio. Nell’inconscio sono situate emozioni, esperienze e traumi che l’individuo ha rimosso ma che continuano a influenzare la sua vita. L’inconscio può entrare in conflitto con la coscienza diventando la causa di malattie come la nevrosi e la schizofrenia.
La terapia psicanalitica ha il compito di riportare alla coscienza tutto il materiale rimosso in modo tale da analizzarlo ed elaborarlo. È una terapia basata sul dialogo e sulla relazione paziente-terapeuta. Il terapeuta può servirsi di diversi mezzi come l’interpretazione dei sogni e l’associazione libera, una tecnica in cui il paziente, dopo aver ricevuto un input da parte del terapeuta, esprime i suoi pensieri sotto forma di flusso di coscienza. Durante questa procedura i discorsi del paziente appaiono spesso senza logica e con lacune in quanto sono presenti le censure ovvero i pensieri rimossi che si trovano nell’inconscio. Il paziente instaura con il terapeuta una relazione di fiducia in cui può proiettare su di lui tutti i pensieri e i sentimenti fino ad allora nascosti, attraverso un meccanismo chiamato transfer.
Psicoterapia adleriana
Allievo di Sigmund Freud, Alfred Adler è stato un importante medico e psicoterapeuta ideatore della psicologia individuale. La psicologia individuale si basa sull’assunto che ogni individuo ha una propria percezione di sé e della realtà che lo circonda. La percezione che si ha di sé sfocia in un sentimento di inferiorità intrinseco nell’uomo. Gli individui mettono in atto delle compensazioni per arginare le mancanze date dal sentimento di inferiorità. Queste compensazioni diventano parte dell’individualità di ogni persona aiutandole ad interpretare la realtà. Adler si concentrò molto sull’analisi delle compensazioni le quali, se positive, collaborano al superamento del disagio, mentre, nel caso in cui le compensazioni siano artificiose e negative, possono dare vita a malattie psichiche come le nevrosi. La psicoterapia adleriana si concentra sull’analisi e la cura delle compensazioni dannose per i pazienti. Insieme al terapeuta gli individui cercano di dare vita a compensazioni adatte al loro status sociale e alle loro caratteristiche emotive e caratteriali
Psicoterapia analitica
Così come Adler, Carl Gustav Jung fu allievo e in seguito collaboratore di Sigmund Freud. Partendo proprio dalla psicoanalisi, Jung elaborò la psicologia analitica o psicologia del profondo. Jung, come Freud, affermò che la psiche umana è composta da conscio e inconscio, ma si distacca dal pensiero freudiano in quanto, secondo le sue teorie, nell’inconscio sono situati i complessi che sono alla base dei disagi psichici. Nel corso della sua carriera Jung si distacca sempre di più dal pensiero di Freud. Analizzando il concetto di libido, che Freud riteneva essere una pulsione unicamente sessuale, Jung la identifica invece come energia psichica che muove gli essere umani verso la realizzazione di se stessi, verso la loro individuazione. Per arrivare all’individuazione gli individui devono confrontarsi con il loro inconscio e con l’inconscio collettivo. Infatti, secondo Jung, esiste un’eredità storica, culturale e religiosa che genera degli archetipi, degli elementi inconsci propri di tutta la specie umana. La psicoterapia è simile a quella psicanalitica, il terapeuta analizza il paziente attraverso i sogni e le associazioni libere ma si differenzia nell’analisi della libido e dell’inconscio, dando ampio spazio allo sviluppo di un’individuazione sana.
Psicoterapia della Gestalt
La psicologia della Gestalt nacque a Berlino nei primi anni del Novecento. Max Wertheimer, Wolfgang Köhler e Kurt Köffka furono i fondatori di questa scuola di pensiero, che si concentrava sullo studio della percezione. Il termine Gestalt significa forma, struttura e rappresentazione. Gli esperimenti svolti dalla psicologia della Gestalt hanno individuato degli elementi che accumunano la percezione degli individui come la qualità geometrica di “quadratura”, i soggetti, infatti, tendono ad organizzare le immagini che vedono attraverso forme geometriche. La psicoterapia della Gestalt è stata fondata da Fritz Perls e trova le sue radici in diverse teorie psicologiche tra cui la psicoanalisi, l’esistenzialismo e l’olismo di Smuts. La terapia consiste nell’analizzare la totalità dell’esperienza di vita reale dell’individuo. L’attenzione viene posta non tanto su come viene vissuto il presente o quali sono i pensieri del paziente, piuttosto a come vengono esposti tali pensieri, come viene detto ciò che viene detto, con quale espressione facciale, con quale tono di voce, sintassi, postura e cosa viene omesso. Il terapeuta aiuta l’individuo a focalizzarsi sul presente, sulle emozioni e sensazioni che prova, analizzando come il paziente percepisce se stesso e la realtà che lo circonda. La terapia ha lo scopo di congiungere il paziente con la realtà che lo circonda aiutandolo così ad avere una percezione totalitaria del mondo esterno.
Psicoterapia intergrata
Questo tipo di approccio nasce dalle osservazioni di diversi studiosi tra i quali spiccano Paul Wachtel, Barry E. Wolf, Marvin R. Goldfrie.
La psicoterapia integrata si fonda sull’idea che nessun metodo o pratica terapeutica sia migliore di un’altra e che quindi sia necessario procedere con un approccio che accumuni le diverse teorie. Partendo da questo presupposto sorge spontanea una domanda: qual è il giusto modo per integrare diversi approcci? Esistono tre forme di integrazione.
- eclettismo: lo psicoterapeuta disegna un percorso integrando le teorie che più si adattano alle necessità del paziente tenendo conto della sua sensibilità e delle sue esigenze. È una scelta personale e unica.
- teoria dei fattori comuni: prendendo in considerazione più teorie il terapeuta cerca di isolare gli elementi comuni che hanno più probabilità di essere funzionali in quanto presenti in diversi approcci.
- integrazione teorica: lo psicoterapeuta elabora un nuovo modello integrando due o più teorie.
Questo tipo di approccio è uno dei migliori dal punto di vista della relazione con i pazienti, permette infatti di dare vita ad un percorso che viene modellato sulle esigenze degli individui e quindi unico nel suo genere.
Psicoterapia funzionale
La psicoterapia funzionale, come dice la parola stessa, analizza le funzionalità di mente e corpo. Questa teoria, messa a punto da Luciano Rispoli, sostiene che il Sè sia costituto dalla reciprocità delle funzioni corporee e mentali. I processi psicocorporei possono essere suddivisi in quattro aree:
- area cognitivo-simbolica nella quale rientrano i ricordi, le fantasie e la razionalità
- area emotiva costituita dagli affetti e dai sentimenti
- area posturale caratterizzata dai gesti e dai modi di porsi
- area fisiologica che rappresenta la corporeità degli individui
Lo psicoterapeuta interpreta le patologie come conseguenza della mancanza di esperienze basilari del Sè che consento ai bambini di crescere e costruire delle basi solide per la vita adulta. Per questo motivo la psicoterapia funzionale individua una diagnosi per ogni persona. Lo scopo della terapia è individuare dove, nel corso della vita, si sono verificate delle sconnessioni nelle aree del Sè e lavorare su di esse.
QUANDO È NECESSARIO INIZIARE UN PERCORSO PSICOTERAPEUTICO?
Intraprendere un percorso psicoterapeutico è una scelta molto importante, significa riconoscere la presenza di un disagio e sentire il bisogno di risolverlo. Ma quando un disagio si trasforma in malattia? Comprendere la psiche significa anche prevenire lo sviluppo di malattie mentali e fisiche. E’ necessario intraprendere un percorso psicoterapeutico quando il malessere impedisce di vivere la quotidianità presentando sintomi di scarsa concentrazione, stanchezza e apatia. Anche la tendenza a chiudersi in se stessi evitando situazioni e luoghi è indice di disagio, alcuni individui hanno il timore di dover affrontare eventi spiacevoli che possano peggiorare la loro condizione. Negli ultimi anni è stato riscontrato un aumento nella diffusione delle malattie psicosomatiche ovvero il riflesso del disagio psichico sul corpo. Tra queste le più diffuse sono ipocondria, tachicardia e aritmie, stanchezza cornica e dermatite spastiche. Non è possibile curare queste patologie con la medicina è necessario risolvere il problema alla base, analizzando i pensieri e gli atteggiamenti dei pazienti, aiutandoli così a gestire al meglio le situazioni e a prevenire e curare la nascita di disturbi fisici.
Fonte
- Psicoterapia: cos’è e a cosa serve
Apc - Le psicoterapie. Teorie e modelli d’intervento
Glen O. Gabbard