Il termine schizofrenia è stato coniato da Eugen Bleuler e si riferisce all’insieme di più psicosi il cui fenomeno psicopatologico è caratterizzato da un processo di dissociazione della personalità che si traduce in diversi disturbi del pensiero.
IN BREVE
Indice
COS’È LA SCHIZOFRENIA
La schizofrenia è un disturbo psichiatrico che ha conseguenze sui pensieri, sulle emozioni e sui comportamenti degli individui che ne sono affetti. Chi soffre di questo disturbo attraversa periodi in cui non riesce a distinguere la realtà che lo circonda. A volte i soggetti possono sentire voci che gli altri non sentono e avere pensieri ossessivi. Questo insieme di pensieri ossessivi a cui si aggiunge la paura di essere aggrediti o uccisi dagli altri, generano nel soggetto affetto da schizofrenia, uno stato di angoscia permanente. Questa malattia influenza anche la percezione e la memoria, costringendo chi ne soffre a dipendere dagli altri.
SINTOMI
I sintomi della schizofrenia possono essere divisi in tre categorie principali: sintomi positivi, negativi e cognitivi
Sintomi positivi
I sintomi positivi fanno riferimento ai pensieri, percezioni e comportamenti non comuni, ma che sono tipici dei soggetti affetti da schizofrenia. Questi sintomi sono instabili, possono essere lievi oppure fortemente visibili e si distinguono in:
- allucinazioni: sono definite come “percezioni sensoriali in assenza di stimoli esterni”. Le allucinazioni si dividono in sonore, visive, tattili e olfattive. Le più comuni sono le allucinazioni sonore, i pazienti sentono voci che altre persone non sentono.
- deliri: sono false convinzioni che i pazienti hanno nonostante evidenze opposte. Possono essere deliri di persecuzione quando i soggetti sono convinti di essere spiati, minacciati o attaccati; deliri di referenza quando un individuo attribuisce un significato personale ai gesti degli altri o alle situazioni che lo circondano. Ci sono poi i deliri somatici che riguardano la salute dell’individuo, il quale si convince di essere affetto da gravi malattie dovute a qualcosa di estraneo presente nel corpo. I deliri di grandezza riguardano invece la convinzione di avere speciali poteri o abilità. Infine, i deliri di controllo, fanno riferimento al timore che i pensieri e i sentimenti siano controllati da persone estranee.
- disturbo del pensiero: una forma di disturbo del pensiero viene definita “pensiero disorganizzato”. I soggetti hanno difficoltà nell’organizzare i loro pensieri e collegarli logicamente. Il “blocco del pensiero” si verifica quando la persona smette di parlare nel mezzo del discorso perché ha la percezione che il pensiero sia sfuggito dalla sua mente.
Sintomi negativi
I sintomi negativi sono spesso stabili nel corso della vita di molti individui affetti da schizofrenia e sono:
- appiattimento affettivo: questa condizione è caratterizzata da una riduzione dell’espressività emotiva, include limitate espressioni facciali, mancanza di contatto visivo e assenza di linguaggio corporeo. Questo non significa che la persona non provi sentimenti ma solo che abbia delle disfunzioni nell’esprimerli e nel percepirli.
- alogia: indica la povertà di linguaggio o dell’eloquio. Il soggetto ha difficoltà a esprimersi e le sue risposte sono brevi e poco esaurienti.
- anedonia: è l’incapacità totale o parziale di provare soddisfazione, appagamento per attività solitamente piacevoli e soddisfacenti. Alcune persone affette da schizofrenia possono non apprezzare un tramonto.
Sintomi cognitivi
Le menomazioni cognitive sono tipiche della schizofrenia e causano diversi disagi ai soggetti affetti da questo disturbo. Contribuiscono al manifestarsi di diverse difficoltà sul piano lavorativo, delle relazioni sociali e impediscono di condurre una vita indipendente. Alcuni esempi di menomazioni cognitive sono: difficoltà nel prestare attenzione, scarsa memoria, e difficoltà nell’eseguire anche semplici mansioni.
CAUSE DEL DISTURBO
È difficile identificare la causa di un disturbo così complesso come la schizofrenia perché possono entrare in gioco diversi fattori. Le principali teorie danno importanza al ruolo della genetica, fattori biochimici, abuso di droghe e fattori ambientali.
- fattori genetici: diversi studi hanno dimostrato che i fattori genetici hanno un ruolo importante nella manifestazione della schizofrenia. Se un genitore è affetto da questo disturbo, i figli hanno una possibilità su 10 di sviluppare la schizofrenia. Se invece sono entrambi i genitori ad essere affetti dalla malattia si raggiunge il 40% di possibilità. Nel caso dei gemelli omozigoti se uno dei due sviluppa la schizofrenia, l’altro ha il 50% di possibilità di svilupparla nel corso della sua vita.
- fattori biochimici: alcuni neurotrasmettitori come la dopamina e la serotonina sono collegati alla schizofrenia. Questo non implica che uno squilibrio chimico di questi due sia la causa principale della schizofrenia. Per ovviare a questo squilibrio si utilizzano particolari farmaci definiti neurolettici
- anomalie cerebrali: alcune ricerche hanno dimostrato come ci possono essere delle differenze nella struttura cerebrale di persone affette da particolari forme di schizofrenia, come ad esempio dei ventricoli più ampi. Non è ancora chiaro il motivo per cui alcune persone presentino questa anomalia e altre no
- abuso di droghe: qualsiasi tipo di droga ricreativa può avere un impatto negativo sulla malattia amplificandone i sintomi, soprattuto le anfetamine e gli allucinogeni. Queste droghe possono anche avere un ruolo nella manifestazione del primo episodio di schizofrenia.
- fattori ambientali: i fattori ambientali legati alla malattia sono la malnutrizione prima della nascita, complicanze durante il parto, povertà e abuso di sostanze. il contesto sociale ha una pesante influenza sugli individui affetti da schizofrenia. Eventi stressanti possono provocare un declino della salute mentale e peggiorare i sintomi. In ogni caso lo stress non può essere l’unico elemento scatenante nella manifestazione del disturbo. Alcune ricerche mostrano che la schizofrenia si manifesta quando i fattori ambientali influiscono sui geni già predisposti alla malattia.
FATTORI DI RISCHIO
David Cooper, famoso psichiatra, durante la sua carriera ha studiato i comportamenti dei pazienti schizofrenici ritenendo che lo sviluppo del disturbo sia una risposta giustificata a dinamiche famigliari e sociali che danneggiano la salute dell’individuo. Secondo Cooper i fattori di rischio possono essere divisi in tre categorie:
- caratteristiche socio-demografiche
- fattori predisponenti
- fattori precipitanti
Per quanto riguarda la prima categoria si fa riferimento alla condizione di alcuni individui socialmente inferiori che vivono in condizioni di povertà. Questi infatti difficilmente riescono ad elevare il loro status ad una classe sociale elevata in quanto il disturbo o la manifestazione di esso li costringono all’emarginazione. Bisogna però considerare che in alcuni paesi come l’India, il tasso di schizofrenia è maggiore nelle classi sociali più alte, le motivazioni si ricercano nel sistema delle caste e nello stress famigliare.
Tra i fattori predisponenti la genetica è il più rilevante. Dopo anni di studi è stato stabilito che la rilevanza della genetica nello sviluppo di questo disturbo è del 60% sebbene la motivazione per cui si innesca questo meccanismo sia ancora oggi sconosciuta. Un secondo fattore predisponente sono la gravidanza e le complicazioni durante il parto. Anche se questo dato è meno certo è stato constatato che chi ha sviluppato la schizofrenia abbia avuto esperienze di questo genere alla nascita.
I fattori precipitanti invece comprendono la sfera delle relazioni interpersonali, culturali e sociali. La relazione individuo-famiglia è quella che ha suscitato maggior interesse ed è ad oggi la meglio documentata. Le ricerche dimostrano che una comunicazione frammentata all’interno del nucleo famigliare, affetti negativi, critiche e ostilità sono la causa di ricadute del paziente. Per quanto riguarda la manifestazione del disturbo, la famiglia ha un’influenza limitata.
DIAGNOSI
Essendo una malattia psichica la diagnosi della schizofrenia non contempla un esame specifico. Per diagnosticare questo disturbo è necessaria un’intervista clinica da parte di uno psichiatra specializzato che analizzi i discorsi e il comportamento dei soggetti. Ogni approccio alla diagnosi deve seguire alcuni criteri per essere considerato valido:
- la diagnosi non deve essere considerata in quanto tale, bisogna tener conto della mancanza di conferme esterne, per cui individuare un disturbo schizofrenico deve essere un aiuto per la cura del paziente lasciando spazio a futuri cambiamenti.
- la schizofrenia presenta caratteristiche simili ad altre malattie mentali per cui la diagnosi può essere complessa in quanto i sintomi devono essere riconosciuti su un lungo periodo di tempo.
- è necessario differenziare le diagnosi tra i vari pazienti. Diagnosticare un disturbo non ci dice come curarlo e se sia o meno il manifestarsi di un disturbo più complesso.
PREVENZIONE E CURA
Come ogni disturbo psichico, la schizofrenia è curabile attraverso un percorso psicoterapeutico in aggiunta ad una cura farmacologica. Curare la malattia però non è sufficiente. È fondamentale che si evitino delle ricadute, a questo interviene la famiglia del paziente.
Interventi preventivi
Per quanto riguarda la prevenzione della malattia ci sono due modalità di approccio, attraverso la prevenzione delle malattie e la promozione della salute. Con la prevenzione delle malattie ci si rivolge alla popolazione non affetta da disturbo schizofrenico cercando di rendere chiari, in modo tale da ridurli, i fattori che portano allo sviluppo della malattia. Con la promozione della salute invece si cerca di esaltare i comportamenti salutari in modo tale da mantenerli. Vi è poi la prevenzione secondaria che mira a individuare i soggetti che sono a rischio di sviluppare il disturbo in modo tale da fermare o comunque controllare la malattia attraverso la psicoterapia.
Farmaci
Grazie ai continui progressi nel campo della medicina oggi è possibile curare i malati con diversi famaci. I più utilizzati sono i cosiddetti farmaci neurolettici (antipsicotici) che comprendono le fenotiazine, i tioxanteni, e i butirrofenoni. Nonostante le diverse composizioni chimiche agiscono nello stesso modo, interferendo con le azioni della dopamina a livello sinaptico. È importante sottolineare che non c’è un farmaco più efficace di un altro, anzi, un farmaco che ha un effetto estremamente positivo per un paziente, può invece avere un effetto totalmente controproducente su un altro. Secondo i risultati di numerosi studi clinici si è notato un miglioramento entro 6-14 settimane nel 75% dei pazienti affetti da schizofrenia ai quali sono state somministrate dosi di clorpromazina un principio attivo appartenente al gruppo delle fenotiazine.
Famiglia
Dagli anni ’50 fino agli anni ’70 vi era la convinzione che una comunicazione disturbata tra le famiglie e di conseguenza rapporti disfunzionali, fossero alla base del disturbo schizofrenico. Tra i parenti dei pazienti e i professionisti quindi c’erano relazioni contraddittorie. Lentamente ci si è allontanati da questa convinzione limitando il ruolo della famiglia ad una possibile causa di ricaduta del paziente. Per questo motivo si è ritenuto necessario dare vita a interventi progettati per il miglioramento delle interazioni famigliari. Questi interventi, definiti psicoeducativi, di supporto o comportamentali, hanno alcuni elementi in comune. Alla base c’è l’impegno della famiglia nel trattamento del disagio in un’atmosfera cosiddetta “senza colpa”. I membri del nucleo famigliare devono comprendere le modalità di gestione quotidiana dei problemi in modo tale da poterli affrontare e risolvere. Infine devono essere educati alla schizofrenia, alla vulnerabilità del malato, ai fattori di rischio e ai vari trattamenti.
CONSEGUENZE DEL DISTURBO
Le conseguenze di un disturbo invalidante, come la schizofrenia, riguardano sia l’individuo sia le persone che lo circondano. Per gli individui affetti da schizofrenia è difficile approcciarsi al mondo esterno, tanto da essere limitati nelle più semplici scelte di vita.
Disagio e stigmi sociali
Una malattia come la schizofrenia viene considerata come una vera e propria disabilità. La disabilità può influire su diversi aspetti della vita umana. Uno di questi è la cura di sé, chi è affetto da questo disturbo spesso ha scarsa igiene personale e difficoltà nella preparazione degli alimenti. Un altro aspetto molto rilevante sta nel non riuscire a coprire un ruolo sociale, un’attività retribuita o un percorso di studi. Per i malati di schizofrenia è molto difficile interagire all’interno di un contesto sociale e anche le relazioni tra famigliari sono compromesse. È lo stesso contesto sociale a limitare questi individui a causa degli stigmi sociali. Per stigma si intende una serie di attribuzioni negative verso una persona o gruppo sociale. Questi stigmi sono collegati al concetto comune di “malato mentale” che dà un’idea sbagliata di chi soffre di questo disturbo. Le conseguenze possono essere un accesso limitato ai servizi pubblici, abusi, minore possibilità di matrimonio e isolamento.
Impatto sulle famiglie
Le persone affette da schizofrenia hanno la necessità di essere seguite in diverse fasi della loro quotidianità. Le famiglie in questo senso svolgono un ruolo fondamentale. Nonostante molti individui affetti da schizofrenia vivano lontano dai parenti questo non determina un coinvolgimento e un’angoscia inferiori da parte delle famiglie. I vari aspetti all’impatto sui famigliari sono innanzitutto di natura economica, la necessità di assistere il malato grava sulla produttività del nucleo famigliare. Le preoccupazioni riguardo alla malattia generano un senso di ansia per il futuro della famiglia e del malato, alle quali si aggiunge lo stress per i possibili comportamenti disturbati.
Mortalità
La schizofrenia non è una malattia mortale. Nonostante ciò il tasso di mortalità per le persone affette da questo disturbo è il doppio rispetto alla popolazione generale. In passato questo eccesso di mortalità veniva associato alle condizioni degli istituti che ospitavano i malati di schizofrenia. Trascorrere troppo tempo all’interno di strutture sanitarie esponeva i pazienti a tubercolosi e a diverse malattie trasmissibili. Oggi la principale causa di morte tra i malati di schizofrenia è il suicidio sia nei paesi in via di sviluppo sia in quelli sviluppati. Un’altra causa di mortalità sono i disturbi cardiovascolari, causati da uno stile di vita poco salutare e dall’assunzione prolungata di psicofarmaci.
Fonte
- Schizophrenia and public health.
World Health Organisation