La dislessia è un disturbo dell’apprendimento (DSA) che condiziona la vita degli individui che ne soffrono. Non è indice di un deficit intellettivo ma di un deficit fonologico e rappresenta una disabilità solo nelle culture che prevedono la lettura e la scrittura all’interno delle relazioni sociali
IN BREVE
Indice
COS’È LA DISLESSIA
La dislessia è un disturbo specifico della decodifica della lettura, le persone dislessiche sono molto più lente nella lettura rispetto ai compagni di classe o alle persone della stessa età. Viene definita come una disabilità dell’apprendimento di origine neurobiologica. Non è causata da deficit di intelligenza né da fattori psicologici o ambientali ma da un deficit nella componente fonologica del linguaggio. La dislessia colpisce un individuo su dieci. In Italia si stima che almeno un alunno per classe sia affetto da DSA e meno della metà ha ricevuto una diagnosi. Non c’è una cura per la dislessia, chi ne è affetto deve imparare a convivere con la propria condizione. Questa condizione manifesta una disabilità che si verifica solo in alcune culture. Se la scuola consistesse in un apprendimento orale la disabilità non si manifesterebbe. È molto importante comprendere che la dislessia non è una disabilità da curare, ma da riconoscere e comprendere. Alcuni ritengono che il modo in cui le persone con dislessia pensano, possa essere un vantaggio e che possa consentire loro di raggiungere il successo.
DISLESSIA E DSA
La dislessia è un disturbo che fa parte dei Disturbi Evolutivi Specifici di Apprendimento (DSA). Una delle caratteristiche di questo disturbo è la specificità ovvero che interessa una specifica abilità, in questo caso la lettura e la scrittura. Un’altra caratteristica è la comorbilità ovvero “disturbo associato”. La dislessia, infatti, come gli altri DSA si presenta spesso con altri disturbi di apprendimento che si dividono in:
- disortografia: disturbo specifico della scrittura che si identifica con la difficoltà di scrivere frasi senza errori ortografici.
- disgrafia: disturbo di natura grafomotoria, si identifica con la difficoltà di scrivere con una grafia leggibile e comprensibile
- discalculia: disturbo specifico di calcolo, si identifica con la difficoltà di compiere anche le operazioni matematiche più semplici
CAUSE E FATTORI DI RISCHIO
La dislessia ha un’origine neurobiologica. Questa condizione si manifesta a causa di un diverso funzionamento delle reti neurali rispetto alle persone non dislessiche. Per le persone dislessiche i processi di lettura e di scrittura sono molto più complessi. Negli ultimi anni si è cercato di studiare la componente ereditaria e genetica del disturbo. Alcuni studiosi ritengono che la dislessia sia causata da un deficit di processamento fonologico. Questo processo consiste nell’associare le lettere con i rispettivi suoni orali. Normalmente questa è una procedura automatica, ma per le persone dislessiche richiede più tempo e ragionamento. Ci sono alcuni segnali che possono aiutare a comprendere se un bambino sia dislessico o meno. Tra questi vi è uno sviluppo del linguaggio tardivo, i bambini pronunciano le prime parole oltre i 18 mesi e le prime frasi dopo i 30 mesi. Crescendo alcuni bambini dislessici faticano a pronunciare parole lunghe e complesse e si limitano alla formulazioni di frasi breve spesso non corrette. Quando i bambini iniziano il percorso scolastico si può notare una difficoltà nel riconoscere i suoni che compongono una frase e nel dividere le parole in sillabe. Nel periodo dell’età evolutiva ci sono diversi indicatori che non non costituiscono una diagnosi ma solo la possibile presenza di un DSA.

FASI DELLA DIAGNOSI
Raggiungere una diagnosi, come per qualsiasi altro disturbo, è il primo passo per consentire alle persone dislessiche di condurre una vita il più possibile normale. La dislessia impedisce al bambino di apprendere le basi per la scrittura e la lettura e può avere degli effetti negativi a lungo termine. I bambini possono sentirsi isolati e questa condizione può influire negativamente sulla loro autostima. La diagnosi viene effettuata da specialisti mediante specifici test. Per richiedere una diagnosi bisogna rivolgersi all’Azienda Sanitaria Locale di competenza oppure a specialisti privati. Non è possibile effettuare una diagnosi certa prima della fine della seconda classe primaria, è possibile invece dichiarare l’eventuale sospetto di DSA. Questo consente di evitare gli errori più comuni nel contesto sia famigliare che scolastico, come ad esempio accusare il bambino di non impegnarsi o attribuire la causa a problemi psicologici. Una volta ottenuta la diagnosi si può procedere con alcuni accorgimenti come l’utilizzo di computer, calcolatrici o semplicemente concedere del tempo in più per lo svolgimento delle attività. Anche se per raggiungere una diagnosi ogni specialista segue un proprio metodo, c’è un protocollo diagnostico da seguire che si divide in quattro fasi.
Anamnesi
In questa fase lo specialista raccoglie le informazioni per il raggiungimento di una diagnosi. Viene svolta attraverso un’intervista ai genitori nella quale si cerca di indagare sul passato fisiologico e personale del paziente. Il fine di questa intervista è quello di escludere la presenza di alcuni fattori tra cui:
- deficit neurologico: può indicare la presenza di ritardi o disabilità.
- deficit sensoriali: nel caso di deficit visivi e/o uditivi si spiegherebbe la difficoltà del bambino di leggere e scrivere.
- inadeguatezza delle condizioni socio-culturali famigliari: spesso i deficit di apprendimento possono essere determinati da un contesto famigliare malsano.
- inadeguatezza dell’esposizione alla lettura e scrittura: è importante comprendere se le difficoltà di lettura e scrittura siano determinate da una mancata educazione.
Valutazione
La seconda fase diagnostica consiste nel valutare attraverso dei test le seguenti aree:
- livello cognitivo generale: al paziente vengono somministrati dei test con lo scopo di valutare le abilità logiche e di ragionamento. Nel caso in cui i risultati non rispettassero gli standard rispetto all’età del paziente, le difficoltà potrebbero essere date da un deficit cognitivo e non da un disturbo come la dislessia.
- abilità scolastiche e strumentali: le abilità si dividono in scrittura, lettura e calcolo. Per quanto riguarda la scrittura, lo specialista analizza velocità, correttezza e comprensione del testo. Della scrittura vengono analizzati il livello grafo-motorio e il livello di correttezza ortografica. Per il calcolo invece si fa riferimento alla capacità del paziente di risolvere addizioni, sottrazioni e moltiplicazioni.
- il linguaggio: la valutazione del linguaggio viene effettuata analizzando il linguaggio ricettivo ovvero l’ampiezza del vocabolario del paziente e la comprensione morfosintattica e il linguaggio espressivo cioè la produzione di un discorso
- funzioni cognitive: fanno parte delle funzioni cognitive di base la memoria a breve termine, l’attenzione e la coordinazione visivo-motoria.
Colloquio conclusivo e relazione scritta
Quando si effettua una diagnosi definitiva i genitori vengono convocati per discutere insieme allo specialista di quanto emerso dalla valutazione. Alla fine del colloquio viene rilasciata ala famiglia una relazione scritta in cui viene specificata la diagnosi, la valutazione neuropsicologica, la valutazione dell’area affettivo-relazionale e le proposte per l’intervento riabilitativo. Questa è la fase più importante della diagnosi. I genitori attraverso una relazione completa e dettagliata possono intervenire in aiuto del figlio, e consegnare la relazione anche alla scuola o nell’evenienza a un terapeuta.
Controllo
Come ogni disturbo evolutivo, la dislessia è in continua evoluzione. È fondamentale che il paziente venga sottoposto a visite di controllo per valutare se la diagnosi e quindi il trattamento precedentemente consigliato sia ancora adatto al soggetto. Al termine, verrà scritta una nuova relazione aggiornata. Le visite di controllo devono essere effettuate ogni due anni e nelle fasi scolastiche di passaggio.
TRATTAMENTO RIABILITATIVO
Il trattamento per i pazienti con disturbo DSA agisce sulle conseguenze del disturbo e non sulle cause. La riabilitazione dei DSA presenta le seguenti caratteristiche:
- dominio-specifica: lo specialista aiuterà il soggetto dislessico a lavorare sulla lettura e sul linguaggio essendo le difficoltà caratteristiche della dislessia.
- intensiva: il trattamento viene effettuato 2-3 volte alla settimana con l’aiuto di esercizi da svolgere a casa.
- prolungata: consiste in cicli di almeno tre mesi da effettuare in ambulatorio o a domicilio.
- effettuata da specialisti: gli specialisti che trattano la dislessia possono essere logopedisti, neuropsicomotricisti, e psicologi esperti.
È necessario che il trattamento inizi appena il paziente riceve la diagnosi di DSA in modo tale da ridurre gli effetti del disturbo. Inoltre è un trattamento che non riguarda solo l’individuo dislessico ma anche la famiglia la scuola. Il trattamento deve essere efficace, l’efficacia riguarda il miglioramento della correttezza e dei tempi di lettura in un lasso di tempo più breve rispetto alla normale attività didattica.
RUOLO DEI GENITORI
I genitori possono aiutare i figli dislessici nella lettura. Una tecnica è quella della paired reading che consiste nel leggere libri insieme stimolando i propri figli. Prima di iniziare con a lettura è molto importante la scelta dei libri, i bambini devono avere ampia possibilità di scelta, leggere un libro a cui si è interessati stimola maggiormente la lettura. La paired reading deve essere parte integrante della routine famigliare, sono necessari 10 minuti al giorno e se i genitori non possono essere presenti, il bambino può leggere con i nonni o fratelli. È molto importante che si svolga in un ambiente tranquillo privo di rumore cosi che il bambino possa concentrarsi nella lettura. Durante la pair reading se il bambino ha difficoltà a comprendere e pronunciare una parola il genitore ha il compito di leggerla correttamente in modo tale che il bambino la ripeta e la impari, se invece riesce a leggere una parola complicata è giusto che venga elogiato. I genitori, inoltre, hanno il compito di seguire il bambino nell’attività scolastica. Possono chiedere agli insegnanti di assegnare ai figli dislessici compiti formulati in modo più semplice e in minore quantità, inoltre possono essere una guida durante lo svolgimento di questi. È molto importante però che il genitore non si trasformi in insegnante ma che sia un supporto sempre presente per i figli.
INTERVENTO DELLA SCUOLA
La scuola, come la famiglia, ha un ruolo fondamentale nella crescita e nel miglioramento del bambino dislessico. Una volta che i genitori consegnano la diagnosi di DSA, gli insegnanti la inseriscono nel fascicolo personale dell’alunno informando il coordinatore di classe e il referente DSA. Quando viene presa coscienza della situazione, la scuola si impegna nella stesura di un piano didattico personalizzato (PDP) che contiene indicazione in merito agli strumenti da utilizzare i metodi da adottare. Il PDP viene condiviso con la famiglia e con lo studente e se necessario anche con lo specialista che ha effettuato la diagnosi. Il PDP è un documento che ha lo scopo di chiarire le strategie che la scuola intende mettere in atto per aiutare lo studente. Secondo la legge 170/2010 deve contenere i dati anagrafici dello studente, la tipologia di disturbo, le attività didattiche individualizzate e personalizzate, le misure dispensative da adottare e forme di verifica e valutazione personalizzate. Se il PDP non risulta efficace può essere modificato nel corso dell’anno scolastico.

LEGGE 170/2010
La legge n.170 dell’8 ottobre 2010 rappresenta il passo più importante a livello normativo. La legge indica “nuove norme in materia di disturbi specifici di apprendimento in ambito scolastico”
Grazie a questa legge sono stati riconosciuti i disturbi specifici dell’apprendimento. La legge analizza tutto il percorso scolastico e promuove:
- diritto all’istruzione
- adozione di misure didattiche di supporto in favore del successo scolastico
- riduzione dei disagi emozionali e relazionali
- adozione di forme di verifica adatte allo studente con DSA
- favorire una diagnosi precoce
- promozione della comunicazione tra famiglia e scuola
- assicurare pari opportunità in ambito lavorativo e sociale
Il 12 luglio 2011 sono stati pubblicati anche il Decreto Attuativo e le Linee Guida ad esso associate. Il Decreto Attuativo stabilisce che per le lingue straniere gli alunni con DSA devono avere la possibilità di scegliere il modo migliore per esprimere le proprie conoscenze. Le prove scritte devono essere create con modalità compatibili ai bisogni dello studente.
PUNTI DI FORZA
Quando si parla di disturbi dell’apprendimento si pensa erroneamente che chi ne soffra sia meno intelligente degli altri. In realtà i DSA influenzano una specifica abilità senza condizionare l’intelletto. Come le altre persone hanno un’intelligenza nella norma a volte anche superiore, riescono facilmente ad avere una visione d’insieme e ad avere una percezione globale. Riescono a comprendere gli elementi fondamentali di un discorso o di una situazione. Nonostante abbiano difficoltà nel comprendere un testo, sono in grado di ragionare in modo dinamico creando connessione che le altre persone difficilmente riescono a sviluppare. Avendo difficoltà a visualizzare un testo, pensano per immagini visualizzando i concetti in modo tridimensionale. Essendo limitati nella lettura, apprendono in maniera multi-dimensionale, utilizzano cioè tutti i loro sensi. Le persone con DSA sono molto intuitive con una fervida immaginazione e riescono sviluppare un loro stile di apprendimento. È importante rendere chiaro il concetto che le persone con DSA non sono meno intelligenti delle altre persone. Comprendere questo permette a chi soffre di questo disturbo di non essere discriminato nei vari ambiti sociali e aiuta la famiglia a sentirsi meno in difficoltà.
Fonte
- Guida per i genitori
Associazione italiana dislessia (AID)1 - About dyslexia
International Dyslexia Association