L’orso polare, comunemente chiamato orso bianco, è un mammifero carnivoro che rappresenta il top predator del suo ambiente naturale. È la specie rappresentativa del Polo Nord e, grazie alla sua folta pelliccia bianca, è in perfetta armonia con l’ambiente ghiacciato circostante. Ma il colore dell’orso polare è davvero bianco?
IN BREVE
Ursus maritimus: generalità
L’orso polare, Ursus maritimus, è un grande mammifero carnivoro appartenente alla famiglia Ursidae. La specie si trova al Polo Nord nel mare Glaciale Artico ed è il più grande carnivoro di terraferma esistente sul nostro pianeta insieme all’orso Kodiak; rispetto alle altre specie di Ursidi, presenta un corpo più allungato dovuto al suo adattamento alla vita semi-acquatica. Il suo habitat è compreso in 6 nazioni: Canada, USA (Alaska), Russia, Groenlandia, Norvegia, Islanda. L’orso polare si può considerare un mammifero marino non obbligato. Nonostante il suo corpo sia poco idrodinamico, l’Ursus maritimus è un ottimo nuotatore con zampe anteriori grandi e parzialmente palmate. Questa specie può nuotare per 90 km alla velocità di 10 km/h senza fermarsi. La sua velocità e abilità rendono l’orso polare un efficiente cacciatore. L’orso polare è il top predator nella catena alimentare del suo ambiente naturale, ciò significa che non ha predatori. L’unico pericolo per questa specie è rappresentata dall’essere umano.
La pelliccia dell’orso polare
Gli orsi polari sono provvisti di uno spesso strato di grasso sottocutaneo di circa 10 cm (blubber) che favorisce il loro galleggiamento, agisce da riserva lipidica ed è un importante isolante termico. Presentano una spessa pelliccia formata da uno strato di lanugine e uno strato sovrastante di lunghi peli idrorepellenti di circa 5-15 cm di lunghezza. L’orso polare, comunemente chiamato orso bianco, in realtà non ha una pelliccia bianca. I singoli peli sono trasparenti e vuoti, sono dei veri e propri tubicini, ma nel loro insieme risultano bianchi perché al loro interno disperdono e riflettono la luce visibile. L’epidermide sottostante la pelliccia è molto scura, così come il naso e la lingua, e assorbe efficacemente l’energia solare. Il fitto strato di peli, intrappolando l’aria, ha la funzione di ridurre la perdita di calore per convenzione. Il potere isolante dei peli è favorito dalla piloerezione, indotta dal sistema nervoso autonomo, che aumenta lo spessore della pelliccia. Con l’avanzare dell’età il pelo si ingiallisce, nelle specie tenute in cattività e in ambienti umidi il manto assume un colore verde a causa delle alghe che crescono all’interno delle cavità pilifere.
Il pelo dell’orso polare, per proteggere l’animale dal freddo, ha proprietà isolanti ma non solo. Questa specie ha un’altra particolare caratteristica: l’invisibilità. Gli scienziati, durante una spedizione nel mare glaciale Artico, hanno osservato questi enormi mammiferi attraverso telecamere a raggi infrarossi e hanno scoperto che appaiano del tutto invisibili. Sono percepibili solo le zampe, il naso, gli occhi e il respiro. Ciò avviene perché i peli emanano pochi raggi infrarossi così come emanano pochissimo calore; soltanto le zampe e il muso emanano un calore percepibile.
L’orso polare e l’orso bruno
Dopo analisi evolutive si è dimostrato che l’orso polare, Ursus maritimus, e l’orso bruno, Ursus arctos, hanno avuto storie evolutive indipendenti per milioni di anni e nel genoma nucleare dell’orso polare è chiaramente evidente la “traccia” dell’adattamento all’estremo ambiente artico. Gli orsi polari sono adattati unicamente per la vita al Polo Nord e hanno subito importanti cambiamenti fisiologici in risposta ai climi artici ed ad una dieta iperlipidica a base di prede quali mammiferi marini come le foche. Nonostante siano specie completamente distinte, in cattività si sono verificati incroci tra orsi polari e orsi bruni. Sebbene siano estremamente rari sono stati documentati individui ibridi naturali fertili (pizzli bear o grolar bear). Tra le due specie ci sono tante differenze dovute soprattutto all’adattamento dell’orso polare alle estreme condizioni ambientali del suo habitat. L’orso polare è più grande dell’orso bruno (anche rispetto al Kodiak), ha muso e corpo più allungati, ha denti più taglienti e un migliore senso dell’olfatto che è fondamentale per la vastità dei loro territori di caccia. Le appendici dell’orso polare, come orecchie e coda, sono più piccole per sopportare il freddo ed evitare il congelamento. Gli orsi polari possiedono artigli più corti e piedi palmati per nuotare e mantenere una buona presa sul mare ghiacciato. Gli ibridi, ottenuti con l’incrocio tra un orso bruno e un orso polare, assumono le caratteristiche di entrambe le specie. Hanno il muso di un orso bruno ma le grandi dimensioni di un orso polare. Secondo gli studiosi, con lo scioglimento dei ghiacciai e la conseguente estinzione dell’ Ursus maritimus, ci saranno sempre più orsi ibridi, poiché l’orso polare si sposta a Sud verso l’ habitat dell’orso bruno.