Le relazioni poliamorose sono definibili come “aperte, oneste, responsabili e consensuali relazioni non monogame”. I soggetti poliamorosi intraprendono più relazioni intime, sia a livello emotivo che fisico, contemporaneamente con più soggetti. Che cosa si conosce realmente di questo modello relazionale?
IN BREVE
Indice
Relazioni poliamorose: di che cosa si tratta?
Relazioni poliamorose: i pensieri riguardanti l’argomento sono spesso negativi e giudicanti. Ma che cosa si conosce realmente di questo tipo di relazione? Possiamo definirla come una “ relazione aperta, onesta, responsabile, consensuale e non-monogama” che comporta l’essere disponibili verso l’intraprendere contemporaneamente più di una relazione sentimentale e/o sessuale; tutti i partner coinvolti sono a piena conoscenza del tipo di relazione che si conduce, concordano con gli “accordi” stabiliti tra le varie parti e partecipano di volontaria libertà. Con “accordi” si intendono una piccola serie di regole che i vari partner si impongono di seguire vicendevolmente… e ciò non è per niente distante dal set di regole che le relazioni monogame-quelle tradizionalmente e socialmente più accettate- perseguono quotidianamente. Ma facendo un piccolo passo indietro, da quanto tempo esiste questo modello relazionale? Sebbene il termine “relazioni poliamorose” sia stato coniato ed introdotto da Morning Glory Zell-Ravenheart ( inserito in un suo articolo denominato “A bouquet of Lovers”) nel 1990, la pratica poliamorosa affonda le sue radici in tempi molto lontani. In Italia, portavoce delle relazioni poliamorose, fu l’antropologo Carlo Consiglio. Nel suo libro “L’amore con più partner” pubblicato nel 2006, egli sostiene che la poligamia sessuale e sociale sia la condizione più naturale per la specie umana; la poligamia ha fatto parte della storia sessuale dell’uomo per milioni di anni, fino all’invenzione dell’agricoltura: è probabile che la scoperta del nesso tra inseminazione e gravidanza, con la conseguente rivelazione della paternità, ha indotto i maschi a perseguire una vita sessuale monogama. (Consiglio)

Caratteristiche delle relazioni poliamorose
Innanzitutto, bisogna effettuare una distinzione: una relazione poliamorosa non è sinonimo di “coppia aperta”. La relazione aperta è maggiormente incentrata sull’avere relazioni sessuali al di fuori della coppia, senza che l’altro partner ne sia necessariamente a conoscenza. Le relazioni poliamorose sono incentrate principalmente sulla creazione di legami emotivi intensi e profondi con altre persone e meno sulla creazione di legami sessuali. Quest’ultimi sono un’aggiunta, non una necessità. Vi sono alcune caratteristiche, alcuni valori centrali nella creazione di relazioni poliamorosi, fondamentali per vivere in una relazione stabile e sana:
- Eticità del rapporto: ogni soggetto deve essere al corrente delle varie relazioni dei partner e deve approvarle. Senza questo presupposto, non si può parlare di poliamore.
- Fedeltà e fiducia: allo stesso modo delle relazioni monogame, nelle relazioni poliamorose deve regnare fiducia tra i vari partner, sebbene il tipo di fiducia e di fedeltà richieste siano differenti dalle relazioni monogame. Con “fedeltà” si intende la capacità di essere fedeli a un preciso accordo stabilito precedentemente tra le parti. Per fiducia si intende una completa apertura e onestà nei confronti di tutti i partner coinvolti: ciò comprende il comunicare la presenza di un ipotetico nuovo partner, la garanzia di praticare rapporti sessuali in completa sicurezza e rispettare, appunto, le promesse fatte reciprocamente. Studi dimostrano come una relazione poliamorosa sia basata su una maggiore apertura e sincerità rispetto alle relazioni monogame. Le relazioni monogame tendono a essere regolate da leggi implicite e mai veramente discusse; essere in relazione consiste nel rispettare certi dogmi dati per scontati, assoluti e intramontabili. Nelle relazioni poliamorose, le regole della relazione vengono stabilite, discusse, decise in comune accordo con i rispettivi partner.
- Comunicazione e rispetto: un altro aspetto fondamentale senza il quale la relazione poliamorosa non esisterebbe. La condivisione di emozioni, sentimenti, pensieri… tutto ciò è basilare per la costruzione di una relazione sana e costruttiva. L’evitare di dare certe informazioni personali o di esporsi troppo, non viene ben visto all’interno della relazione in quanto la comunicazione e il rispetto per il prossimo sono di primaria importanza.
- Non possesso: è la chiave del rapporto poliamoroso, ossia la capacità di amare una persona senza “possederla”. Attenzione, ciò non è da confondere con la gelosia: essa può anche essere presente nelle relazioni poliamorose, ma è sempre tenuta sotto controllo e discussa apertamente tra le varie parti. Il possesso viene visto dai poliamorosi come un istinto primordiale che mina il rapporto piuttosto che rafforzarlo, basato su insicurezze che promuovo l’annientamento della persona, piuttosto che arricchirla. I soggetti poliamorosi tendono ed essere felici per le varie relazioni dei partner e dell’arricchimento personale che possono riceve, sentimento denominato dal neologismo “compersione”.

Esistono varie tipologie?
Possono esserci varie forme di relazioni poliamorose, definibili grezzamente come “gerarchie”. La prima grande distinzione effettuabile è tra le relazioni poliamorose primarie e secondarie. La relazione primaria costituisce l’investimento primario a livello emotivo, sessuale e di impegni giornalieri: spesso e volentieri i partner convivono, hanno figli e conducono la vita insieme. La relazione secondaria implica un impegno emotivo e di condivisione meno intenso, ma pur sempre importante. La differenza principale tra relazioni primarie e secondarie consiste nella qualità della comunicazione- particolarmente elevata nei partner primari- e i vari investimenti (alcuni dei quali non possono essere soddisfatti nella relazione secondaria). Esiste una differenza in termini di soddisfazione, impegno, qualità generale della relazione e benessere psicologico tra i soggetti monogami e poliamorosi? Studi suggeriscono che non vi siano differenze tra i due modelli relazionali. Tuttavia, l’intraprendere una relazione poliamorosa apporta sicuramente alcuni “inconvenienti” da affrontare, il primo dei quali lo stigma sociale: un modello relazionale diverso dal consueto e tradizionale modello monogamico è frequentemente di difficile comprensione e, di conseguenza, di accettazione. Spesso i soggetti poliamorosi sono soggetti a giudizi, pregiudizi, possibile allontanamento sociale e critiche; se la relazione primaria tende ad essere maggiormente accettata e riconosciuta, le vittime maggiori dello stigma sociale sono le possibili relazioni secondarie le quali, per evitare giudizi negativi e etichettamenti scomodi, tendono a essere nascoste. L’influenza negativa della non accettazione sociale sulle relazioni secondarie ha, in molti casi, effetti di ripercussione anche sulla relazione primaria.Possono esistere altre forme di relazione poliamorosa, come la triade: in questo caso, la relazione è paritaria tra tutte e tre le persone coinvolte, nessuno è subordinato. L’intimità fisica ed emotiva è condivisa da tutti e tre i componenti. La relazione a T, invece, consiste nel frequentare, da parte di un partner secondario, una coppia con un legame più forte (relazione primaria). Si presentano anche i casi di relazione a V, dove un solo membro è il punto di contatto tra gli altri due partner, i quali non condividono ne un’intesa emotiva, ne sessuale.

I miti sul poliamore
È importante sfatare alcuni miti che ruotano intorno al concetto di relazione poliamorosa, al fine di averne una percezione più chiara e limpida. Innanzitutto, avere una relazione poliamorosa non è sinonimo di poligamia: la prima manca di caratteristiche fondamentali della seconda come i ruoli sociali tipicamente patriarcali, struttura di relazioni asimmetriche (ove un partner è sposato con più di un soggetto) e un carattere coercitivo (tipico della poligamia). Il modello relazionale poliamoroso non corrisponde al concetto di “scambismo”: non sono termini interscambiabili, in quanto differiscono per alcune caratteristiche. In primis, lo scambismo si basa sulla ricerca di puro soddisfacimento sessuale senza alcun tipo di connessione emotiva o intima. La relazione poliamorosa è basata sull’opposto: la ricerca di più partners con cui legarsi emotivamente al fine di portare ad un arricchimento, sia sul piano psicologico che esperienziale, per tutti i coinvolti, è l’obiettivo principale. “Le relazioni poliamorose sono giustificazioni al tradimento“: ciò non è assolutamente vero in quanto, sebbene in una concezione diversa da quella della monogamia, esiste in tradimento anche in questo modello relazionale, per esempio, il venir meno ad uno degli accordi stabiliti. Altro “mito” da sfatare è l’idea che le motivazioni che conducono una persona ad avere relazioni poliamorose siano da condurre ad un’incapacità di stabilire relazioni profonde e impegnative: come il lettore avrà potuto oramai evincere, è esattamente in contrario! Avere più rapporti emotivi e sessuali con più persone determina una maggiore condivisione, fiducia ed espansione personale, portando i poliamorosi a impegnarsi maggiormente in ogni relazione che intraprendono. “Nelle relazioni poliamorose, manca sicuramente la gelosia”: questo è un’altra affermazione da sfatare. La gelosia esiste anche in questi tipi di modelli relazionali, ma tenuta sotto controllo e discussa apertamente con tutti i membri coinvolti. È proprio la grande comunicazione e sincerità di queste relazioni che garantisce loro una lunga vita, sana e costruttiva.

Le relazioni poliamorose e i potenziali benefici
Nel corso degli anni, sono stati effettuati vari studi per cercare di comprendere la peculiarità del fenomeno e cercare di estrapolarne gli aspetti positivi. E ce ne sono. Innanzitutto, è fondamentale comprendere quanto le fondamenta delle relazioni poliamorose siano distanti dalle relazioni monogame: dall’esclusivismo ( un soggetto solo con un soggetto), alla visione della fiducia e del tradimento, alla visione stessa di libertà e al concetto stesso di amore. Tutti concetti cardine che stonano con l’impostazione tradizionale della società di come deve essere una relazione, di come deve essere vissuta e gestita. Ma, ritornando agli studi, uno studio condotto da Balzarini, Dharma & Kohut (2019) ha messo a confronto la popolazione poliamorosa con quella monogama rispetto a due bisogni fondamentali: il bisogno di erotismo e le cure amorevoli. Lo studio conferma come, nei soggetti poliamorosi, la relazione primaria sia principalmente caratterizzata da cure amorevoli e attenzioni, mentre la relazione secondaria sia contraddistinta da una maggior soddisfazione sessuale, la quale può riscuotere effetti positivi anche sulla relazione primaria ( come, per esempio, una maggior soddisfazione sessuale, minor pressione sul partner sul piano erotico ed un ampliamento delle esperienze personali, accompagnate da un espansione del sé.). Rispetto alla popolazione poliamorosa, la popolazione monogama risentirebbe maggiormente l’effetto della monotonia, fattore che ostacola la soddisfazione erotica ed emotiva; tale monotonia avrebbe ripercussioni pure sulla variabile della durata della relazione. Sarebbe dunque la monotonia a produrre, come effetto collaterale, la ricerca di altri partner paralleli che soddisfino i bisogni oramai inariditi o mancanti, portando al cossidetto tradimento. Nelle relazioni poliamorose, dato che i bisogni fondamentali vengono suddivisi tra più persone, tali problematiche sembrano non sussistere. È proprio da questo punto di vista che, tali relazioni, sembrerebbero essere un vantaggio per le relazioni durature. “La cosa che non mi è mai piaciuta della monogamia e dei matrimoni” afferma Alex Sanson- ragazza definitasi poliamorosa- “è l’idea di possedere un’altra persona e pretendere che questa sia la tua altra metà o qualcuno che ti completi, come se non fossi mai stata completa prima di quella persona. Ciò che amo dell’essere poliamorosa è che io mi appartengo e nessuno mi può possedere. Allo stesso tempo, io non possiedo nessuno. Siamo tutti liberi”. Un altro aspetto fondamentale oramai conclamato è la completa sincerità e continua comunicazione tra i partner poliamorosi: questo aspetto sembra essere più carente nelle relazioni monogame, portando –in certi casi- a menzogne, delusioni e sofferenze. Questi aspetti sembra non compaiano nelle relazioni poliamorose, contribuendo alla costruzione di una relazione solida e sana. In altri termini, la grande forza della relazione poliamorosa sta proprio nel cercare la felicità non in un solo individuo ( il quale non potrà mai soddisfare a pieno ogni esigenza ), ma in più soggetti, permettendo vari tipi di intimità, supporto, e soddisfacimento di bisogni diversi, garantendo autonomia e indipendenza. Per quanto riguarda coppie poliamorose con figli? Sebbene non ci siano state ancora molte ricerche a supporto, i primi risultati di uno studio condotto presso la Georgia State University indicano che i bambini circondati da più adulti beneficiano di una ricchezza di risorse che solamente una relazione poliamorosa può fornire.

Fonte
- Polyamory
Researchgate - The Distinctiveness of Polyamory
Researchgate