Il cervo rosso, noto anche come cervo nobile o cervo reale, è il più grande cervide italiano. Diffuso nelle zone alpine e prealpine, questo ungulato vive anche in altre svariate aree del mondo, dal Nord America all’Estremo Oriente.
IN BREVE
Indice
CERVO ROSSO: UN CERVIDE “NOBILE”
Il cervo rosso, il cui nome specifico è Cervus elaphus, noto anche come cervo reale, cervo nobile o più comunemente cervo europeo, è un mammifero artiodattilo appartenente alla famiglia dei Cervidi.

Morfologia
La morfologia dell’animale è caratterizzata da un tronco snello e allungato, un petto largo e spalle muscolose. Il cervo rosso appare robusto ma slanciato, con un collo lungo, piuttosto sottile e appena compresso. La testa vede la fronte leggermente infossata fra gli occhi mentre il muso è dritto e assottigliato al suo estremo terminale. Gli occhi appaiono particolarmente vivaci e mostrano pupille ovali. Le orecchie sono lunghe, larghe e mobili. Il cervo rosso possiede lacrimatoi grandi formanti una specie di infossatura allungata che raggiunge gli angoli della bocca secernendo un caratteristica sostanza oleosa: il cervo se ne libera soffregando la testa contro la corteccia degli alberi. Gli arti appaiono molto lunghi in proporzione al corpo, sottili ma robusti. Questi permettono al cervo rosso di presentarsi come un cervide molto veloce al galoppo e agile nei salti. Il manto è liscio e la sua colorazione può subire variazioni a seconda delle stagioni, del sesso e dell’età degli individui. Nei maschi il manto estivo appare brunastro o tendente al rossiccio, quello invernale grigio-bruno, con un pelo più fitto. Nelle femmine i colori sono più chiari. I giovani, invece, possiedono un manto rossastro con macchie bianche che tendono a scomparire con l’età.

Il maschio di cervo rosso possiede una caratteristica struttura sul capo: i palchi. Si tratta di strutture analoghe ma non omologhe alle corna dei Bovidi. Si sviluppano a partire dalla fine del primo inverno: inizialmente i primi palchi sono nutriti da una pelle riccamente vascolarizzata chiamata velluto; raggiunta la prima estate queste strutture si ossificano. La produzione dei palchi non è univoca durante la vita dell’animale, bensì annuale. Ogni anno, infatti, le variazioni nella concentrazione sanguigna di testosterone nel sangue permettono la caduta dei palchi vecchi e la genesi di palchi nuovi. Apparentemente, infatti, alte concentrazioni di testosterone nel sangue sono legate a una maggiore resistenza di queste strutture che invece si indeboliscono rendendosi eccessivamente fragili in caso di basse concentrazioni di questo ormone. Anno per anno, il volume, il peso e parzialmente il numero delle punte va aumentando. Inoltre, lunghezza e peso variano molto anche individualmente: la lunghezza va da un minimo di 70 cm a un massimo, assolutamente eccezionale, di 1,30 m; il peso, negli organismi adulti, in media è di 4–6 kg. I maschi adulti di cervo rosso possono essere lunghi sino a 2,55 m e alti, al garrese, sino a 1.50 m, con un peso che va da 200 a più di 250 kg in casi eccezionali. La femmina è più piccola, raggiungendo solo raramente i 2 m di lunghezza e pesando fino a 150 kg. Generalmente, gli esemplari delle popolazioni dell’Europa orientale raggiungono dimensioni maggiori, mentre quelli dell’area mediterranea hanno dimensioni inferiori.

Riproduzione
In genere, mentre le femmine di cervo rosso vivono in branchi assieme ai maschi più giovani, i maschi adulti vivono separatamente in piccoli gruppi monosessuali. La stagione degli amori ha inizio in autunno fra settembre e ottobre. In questa fase, in maschi si separano e si scontrano a bramiti per rivendicare il possesso delle femmine su altri pretendenti. Le lotte fisiche tra i maschi, infatti, sono rare: prima di passare alle armi i contendenti si sfidano vocalmente. Avrà la meglio chi riesce ad intimorire, con il suo verso, gli altri cervi. Il cervo raduna intorno a sé da 5 a 15 femmine, che custodisce gelosamente, a prezzo di lotte furiose contro tutti i rivali. Quando le capacità vocali dei due maschi di cervo rosso si equivalgono, questi si affrontano in campo aperto, ma, prima di combattere, mettono in atto una serie di comportamenti rituali per osservare e valutare la robustezza dell’avversario. Dopo l’accoppiamento i maschi riformano i branchi, mentre le femmine, riunite anch’esse in branchi, si mettono alla ricerca di luoghi sicuri presso cui trascorrere i primi tempi della gestazione. La gravidanza dura 260 giorni e nella maggior parte dei casi ad ogni parto nasce un solo cerbiatto. I cuccioli possiedono un manto caratteristico pomellato a macchie più chiare grazie al quale riescono meglio a mimetizzarsi per sfuggire ai predatori anche perché non emanano odore. Sebbene la maturità sessuale venga raggiunta dai cervi verso il secondo anno di età, essi sono in grado di procreare solo alla fine del terzo anno. La speranza di vita in natura dei cervi è di circa 10 – 15 anni, mentre in cattività essi vivono tranquillamente oltre i venti anni.

Etologia: la maestosità del cervo rosso
Il cervo rosso è spesso ricordato come cervo reale o cervo nobile. Questi nomi alternativi sono dovuti al suo portamento “altezzoso”, con il collo eretto e la camminata elegante. Si tratta di un animale molto veloce al trotto e al galoppo, tanto che in piena corsa può raggiungere e superare i 60 km/h, agile nel salto può raggiungere anche i 2 m in altezza e più del doppio in lunghezza. Come precedentemente accennato, sia i maschi che le femmine vivono in gruppi monosessuali, con queste ultime che portano con sé anche i cuccioli non ancora indipendenti. In genere vi sono sempre un paio di esemplari che fanno da sentinelle mentre il resto del branco si nutre. Molto comune è la migrazione di quota durante l’estate, in cerca di maggiori riserve di cibo.
Alimentazione
Il cervo rosso si nutre nelle ore notturne: questi animali amano le fresche e tenere erbe primaverili, nutrendosi anche di germogli e ramoscelli. In estate i cibi di cui vanno più ghiotti sono l’avena, le carote, il grano e le barbabietole. In inverno la coltre di neve copre la vegetazione del suolo, quindi il cervo rosso si accontenta di cortecce e arbusti secchi.

TASSONOMIA
La tassonomia del cervo rosso è ancora molto discussa. Fino a al XXI secolo la specie è stata considerata un insieme di numerose sottospecie originarie di Europa, Asia, Nordafrica e Nord America ma diffuse quasi in tutto il mondo. Nel 2005, Wilson e Reeder riconoscono 18 sottospecie:
- Divisione elaphus:
- C. elaphus atlanticus (Norvegia)
- C. elaphus barbarus (Nordafrica)
- C. elaphus brauneri (Carpazi ed Europa orientale)
- C. elaphus corsicanus (Corsica e Sardegna)
- C. e. elaphus – sottospecie nominale (Europa occidentale e Isole Britanniche)
- C. elaphus hispanicus (Spagna e Portogallo)
- C. elaphus maral (Asia Minore)
- C. elaphus pannoniensis (Ungheria)
- Divisione wallichii:
- C. elaphus alashanicus (Ningsia)
- C. elaphus hanglu (Kashmir)
- C. elaphus kansuensis (Gansu)
- C. elaphus macneilli (Sichuan)
- C. elaphus wallichii (Tibet orientale e Bhutan)
- C. elaphus yarkandensis (Turkestan e nord dell’Afghanistan)
- Divisione canadensis:
- C. elaphus canadensis (Siberia e Nordamerica occidentale)
- C. elaphus nannodes (California)
- C. elaphus songaricus (Tien Shan)
- C. elaphus xanthopygus (Manciuria)

DISTRIBUZIONE
Il cervo rosso vive in svariate aree del mondo, dall’Europa al Nordafrica fino all’Asia centrale, alla Siberia, all’Estremo Oriente e al Nordamerica. È largamente diffuso in quasi tutta l’Europa continentale, anche se è assente dalle regioni della Fennoscandia e dalla Russia europea. È presente anche su un certo numero di isole, fra cui le Isole Britanniche e la Sardegna. Le piccole popolazioni isolate che si trovano in Grecia sono il frutto di reintroduzioni in aree dove un tempo la specie era diffusa. In Portogallo tutte le popolazioni sono state reintrodotte dall’uomo o hanno popolato naturalmente l’area partendo dalla Spagna, dove la specie è stata a sua volta reintrodotta. Si incontra dal livello del mare fino a oltre il limite degli alberi (2500 m ca.) sulle Alpi. In tutto il suo areale, però, il cervo nobile ha costantemente una distribuzione frammentata. In Africa la specie si incontra nelle regioni nord-orientali dell’Algeria e in Tunisia. In Asia lo si ritrova in Turchia, nelle regioni settentrionali dell’Iran, in Iraq, in Kazakistan, Kirghizistan, Tagikistan, Uzbekistan, Afghanistan settentrionale, India settentrionale e Pakistan settentrionale. La specie è stata inoltre introdotta in Australia, Nuova Zelanda, Cile, Perù ed Argentina, dove si è adattata in maniera eccellente, divenendo in alcuni casi dannosa. Per questo motivo si è aggiudicata un posto nell’elenco delle 100 tra le specie invasive più dannose al mondo (relativamente alle introduzioni extraeuropee). In Italia sono presenti due sottospecie di cervo nobile: la sottospecie elaphus e la sottospecie corsicanus.

STATO DI CONSERVAZIONE
In Italia esistono diversi allevamenti di cervo rosso, soprattutto in Toscana, in Trentino, in Emilia-Romagna e nelle Marche. I cervi non hanno, oltre all’uomo e al lupo, dei veri nemici pericolosi, in quanto nessun predatore è in grado di raggiungerli durante la fuga viste le loro straordinarie doti velociste. Grazie alle operazioni di reintroduzione, utili al ripopolamento di questa specie, la popolazione nazionale italiana ha visto una crescita annuale del +54% tra il 2000 e il 2010. In particolare, la legislazione italiana in materia di caccia (Legge 157 dell’11 febbraio 1992), definisce il Cervo sardo specie particolarmente protetta e punisce a livello penale l’abbattimento, la cattura e la detenzione della specie.

Fonte
- Home ranges and habitat selection of red deer (Cervus elaphus) on a lowland area
ResearchGate - The way in which testosterone controls the social and sexual behavior of the red deer stag (Cervus elaphus)
Hormones and Behavior - The seasonal reproductive changes in the red deer stag (Cervus elaphus)
Journal of Zoology