La tetracromia è una condizione genetica grazie alla quale un essere umano, più specificatamente la donna, riesce a percepire più sfumature di colori rispetto alla norma. Questo è dovuto infatti ad una variazione a livello del cromosoma X.
IN BREVE
Indice
TETRACROMIA: LA SUPERVISTA UMANA
La tetracromia, o quadricromia, è una condizione secondo la quale, grazie ad una mutazione genetica, un essere umano riesce a percepire molti più colori rispetto al normale. Grazie alla presenza di 4 recettori sulla retina, rispetto ai 3 che contraddistinguono la normalità umana, la donna percepisce la luce a lunghezze d’onda in modo elevato, precluse agli occhi di un individuo con vista ordinaria.
Questo tipo di percezione visiva permette a chi la possiede di riuscire a captare sfumature e sfaccettature di colori fino a 100 volte di più rispetto alla norma.
Individui affetti da tetracromia potrebbero essere paragonati quindi ai daltonici, non perché non riescono a distinguere determinati colori, ma perché, come i daltonici, hanno una percezione di essi differente. Se ad esempio un daltonico non riesce a distinguere una sfumatura del colore blu, come il lilla, una persona tetracromata al contrario percepisce sfaccettature di quel colore che noi non riusciremmo a vedere. Inoltre, a differenza della tetracromia, che è una prerogativa femminile, il daltonismo solitamente colpisce maggiormente gli uomini. Tutto ciò perché entrambe le mutazioni genetiche avvengono a livello del cromosoma X, il quale nella donna è presente ben due volte, mentre l’uomo ne ha solamente uno.
Come è possibile quindi che due soggetti, apparentemente uguali fra loro, possano essere così lontani l’uno dall’altro per quanto riguarda la percezione del mondo che li circonda? La risposta è nella genetica e fisiologia umana.

Fotorecettori e tricromia
L’occhio umano percepisce una gamma di onde dello spettro elettromagnetico da 380nm a 780nm e ciò grazie alla lunghezza d’onda della luce che riflettendo sulle superfici di oggetti arriva al nostro occhio.
Intorno alla metà del 1600 Isaac Newton rese nota la teoria da lui scoperta secondo la quale la luce bianca si scompone nelle sue componenti colorate quando entra in contatto con un prisma a dispersione. La percezione del colore inizia a livello dei recettori presenti nella retina, chiamati coni. Normalmente un essere umano è dotato di 3 tipi di coni, ognuno contenente pigmenti composti di Opsina, che gli permettono di rilevare 3 diversi spettri di onde elettromagnetiche. A seconda della lunghezza d’onda esistono coni con pigmenti differenti e di conseguenza con sensibilità spettrali differenti come ad esempio:
- CONO S: lunghezze d’onda corte
- CONO M: lunghezze d’onda medie
- CONO L: lunghezze d’onda lunghe
Secondo il modello di colore RGB, dunque, la retina umana possiede 3 tipi di recettori per percepire 3 diversi colori. Parliamo precisamente del rosso, del verde e del blu. Dalla commistione di questi ultimi è possibile distinguere altre sfumature come il giallo, il magenta e il ciano.

Questo adattamento cromatico viene definito tricromia. La teoria della tricromia nasce da un esperimento a cura degli scienziati Thomas Young e Hermann von Helmholtz, i quali nel 19esimo secolo ipotizzarono l’esistenza di 3 tipi di fotorecettori (coni) che vennero poi classificati nei 3 modi spiegati precedentemente. Secondo questa teoria ogni segnale che il cervello riceve attraverso i coni viene interpretato come colore visibile e l’intensità di esso può variare in base alla frequenza della scarica che arriva.
Può capitare che questo meccanismo risulti differente a causa della presenza di un’alterazione a livello dei coni.
MUTAZIONE GENETICA E TETRACROMIA
È stato provato che una percentuale di esseri umani, presenta una mutazione a livello del cono L, che li porta ad avere 4 tipi diversi di coni e permette loro di avere una visione amplificata dei colori, “in quattro dimensioni”: tetracromia.

Questa variazione genetica è maggiormente presente nelle donne poiché va colpire il cromosoma X e ciò riduce la possibilità di ereditarietà negli uomini, che ne posseggono solamente uno. Geneticamente parlando il pigmento rodopsina, è presente in modo differente sui cromosomi umani:
- legato al cromosoma 3 è responsabile della visione dei colori a bassi livelli di luce;
- legato al cromosoma 7 interagisce con onde corte;
- legato al cromosoma X è sensibile alle onde medie e lunghe.
Le duplicazioni geniche legate a quest’ultimo sono in continua evoluzione sin dai primati, ma è stato dimostrato che anche un cambiamento a carico di un singolo nucleotide (SNP per polimorfismo a singolo nucleotide), a livello del gene opsina è responsabile dei cambiamenti nella risposta visiva alla luce.
Le differenze sostanziali
Per gli individui tetracromati sono principalmente:
- la percezione di più colori in spettri difratti.
- esperienza cromatica più ricca.
- differenza nel denominare un colore rispetto ad un gruppo di individui tricromati.
La sensibilità dell’occhio umano ai colori dipende anche dall’illuminazione dell’ambiente in cui ci troviamo. Durante il giorno la nostra vista è meno sensibile rispetto a quella notturna e questo influenza i nostri recettori. Ad esempio gli oggetti che di notte appaiono neri sotto la luce del giorno vengono identificati come rossi.
Inoltre i colori possono influenzare l’emotività di una persona. Colori caldi sono correlati all’eccitazione, la passione e l’energia; i colori freddi invece vanno ad influire sulla calma e l’armonia.
Queste diversità occorrono nella vita di tutti i giorni poiché hanno un effetto sulla quotidianità della persona, molto spesso anche a livello comunicativo o emotivo.
In ambito lavorativo
La quadricromia può risultare essere un pregio o un difetto.
Ad esempio coloro che lavorano nelle forze armate possono essere considerati carenti avendo una percezione dei colori più ricca. In merito all’arte, all’architettura e al design invece è possibile capire perché le persone hanno a volte giudizi totalmente discordanti. Anche per un fotografo la percezione che avrà la sua persona davanti ad una fotografia sarà molto più soddisfacente per se stesso di quanto realmente possa essere per noi al di fuori.

Anche nel mondo della comunicazione la percezione dei colori è fondamentale, basti pensare allo studio psicologico che c’è dietro ogni brand o logo affinché possano trasmettere la voglia di acquistare un prodotto. Persino in letteratura gli scrittori utilizzano figure retoriche, come la sinestesia, per accostare due diverse sfere sensoriali.
I colori dunque hanno un impatto non indifferente sulla nostra memoria, essendo i protagonisti della pianeta in cui viviamo.
TETRACROMIA APPLICATA AL MONDO ESTERNO
Il mondo percepito da una persona tetracromata può risultare ai nostri occhi come qualcosa di affascinante, come realmente è, ma essenzialmente causa anche molta confusione. Il soggetto in questione mostra infatti difficoltà nel descrivere ciò che vede in termini di paragone con un individuo con una normale tricromia.
La tetracromia quindi è una prerogativa degli esseri umani, o può presentarsi anche negli animali e nella tecnologia? Essendo una questione di genetica è difficile che possa essere indotta o forzata a livello digitale, per quanto quest’ultima possa aver fatto passi da gigante negli ultimi decenni. La quadricromia è, come detto precedentemente, una percezione della luce distinta, perciò può variare da persona a persona ma non da persona ad oggetto computerizzato.
Diversi studi forniscono chiarimenti a riguardo.
La percezione visiva degli animali
Gli animali hanno coscienza? Sanno cosa sta succedendo attorno a loro? Molti esseri viventi come cani, api o pesci percepiscono i colori in modo diverso da noi, ciò è dovuto appunto dalla mancanza o dalla maggiore presenza di recettori. I cani ad esempio presentano coni che sono sensibili solamente ai colori giallo e blu, per questo motivo la luce rossa non attiva recettori che possano mandare segnali al loro cervello per far si che vedano quel colore in particolare. Le api d’altro canto hanno una maggiore sensibilità per le lunghezze d’onda più corte, portandole a vedere colori dall’ultravioletto al giallo.

Pesci come i gamberetti di mantide invece sono forniti di 12 tipi diversi di recettori visivi, motivo per cui sono ottimi predatori.

Una recente ricerca condotta da Katie Mancuso, Jay Neitz, Maureen Neitz e altri colleghi ha dimostrato come una modifica genica a livello della L-opsina nelle scimmie scoiattolo adulte può portare significativi cambiamenti. Queste specie animali, di natura dicromatici, diventano tricromatici grazie alla mutazione genetica indotta, percependo maggiormente i colori.
Ciò ha dimostrato che se ad esseri viventi viene fornito il gene per esprimere un fotopigmento extra, lo si può manifestare anche in età avanzata attraverso una plasticità neurale post-recettoriale.
La televisione a colori
Lo schermo di un televisore o di un computer sfrutta lo stesso concetto della vista umana, è infatti composto da piccoli triangoli chiamati pixel che contengono i colori rosso, verde e blu. Di conseguenza per mostrare diversi colori la percentuale di essi in ogni pixel cambia. Ad esempio per far si che si possa vedere il giallo ogni pixel espone sullo schermo solamente i colori rosso e verde che insieme formano appunto il colore giallo.

Ci sono molti altri fattori che influenzano la visione di uno schermo, quali la tonalità dei colori, la saturazione di essi, la loro luminosità e il contrasto.
La tonalità di un colore è il colore stesso, che saturato può essere più luminoso o più opaco a seconda del livello di saturazione, mentre la luminosità contribuisce a rendere il tutto più vivido. Questi tre valori formano il modello a colori HSL (Hue Saturation Brightness). Il contrasto rappresenta l’aumento o riduzione dei livelli di illuminazione in un’immagine.
Una persona tetracromata guardando uno schermo, come nella vita quotidiana, avrà una percezione ampliata dei colori nonostante essi siano mostrati su un display senza essere affetti dalla luce solare.
TESTIMONIANZA VIVENTE
Ad oggi una donna di nome Concetta Antico, pittrice Australiana, possiede il dono della quadricromia ed ha testimoniato di vedere colori come il viola e il blu dove persone “normali” percepiscono solamente un agglomerato di verde e grigio. Il fattore artistico ha probabilmente accentuato il dono della tetracromia della donna e l’ha portata ad avere una maggiore sensibilità verso i colori.

Nonostante ciò ha affermato che il suo colore preferito è il bianco, essendo l’unico che le trasmette una sensazione di pace a livello visivo ed interiore.
La donna è stata anche sottoposta ad un test con altre 3 persone, tra cui un’artista donna senza una mutazione genetica visiva e altre due donne che non si sono mai interessate al mondo dell’arte: la prima con una deficienza visiva e potenziale tetracromata, e la seconda con una normale tricromia. Lo studio ha dimostrato che, poste di fronte a diverse immagini, tutte le donne avevano una percezione diversa in merito ai colori presenti. La differenza più rilevante però è stata riportata dall’artista Antico, la quale ha dichiarato di vedere colori più vividi specialmente in esperimenti in cui lo sfondo delle immagini era meno luminoso o immagini in cui predominava il rosso. In sostanza la tetracromia può geneticamente occorrere in un essere umano, ma può anche essere “allenata” se si è predisposti.
Fonte
- Design considerations for the enhancement of human color vision by breaking binocular redundancy
Nature - RGB color model
KhanAcademy - The Veridicality of Color: A case study of potential human tetrachromacy
ResearchGate - Human Potential for Tetrachromacy
GlimpseJournal