Mulo e bardotto sono animali che derivano da incroci fra cavalli e asini. Il mulo nasce dall’accoppiamento fra un asino stallone e una giumenta, mentre il bardotto nasce dall’unione fra un’asina e un cavallo stallone. Questi animali sono quasi sempre sterili e mostrano caratteristiche che li rendono piuttosto diversi. Cerchiamo di capire quali somiglianze e differenze esistono fra questi due animali.
IN BREVE
MULO: L’IBRIDO EQUINO PIÙ FAMOSO
Mulo e bardotto sono entrambi ibridi equini. Il mulo nasce dall’accoppiamento fra una giumenta e un asino stallone. Si tratta, dunque, di un ibrido sterile a causa del suo corredo cromosomico dispari (63 cromosomi) derivante dall’incrocio tra le 31 coppie di cromosomi dell’asino e le 32 della cavalla. La sterilità di questo animale è dovuta al fatto che, avendo un corredo poliploide dispari, alla meiosi non riesce ad appaiare i suoi cromosomi correttamente e non riesce, quindi, a formare gameti “normali”.
Questo animale viene allevato da tempi antichissimi e fino a pochi decenni fa era assai diffuso sia nel Mediterraneo che in Africa, Asia, Palestina e America. I muli francesi, in particolare, godevano di grande fama. Ad essere particolarmente fiorente, però, era anche la produzione mulina pugliese: incrociando cavalle murgesi con asini di Martina Franca si ottenevano i famosi muli martinesi, ideali per l’artiglieria e la fanteria alpina. Il mulo è sempre stato allevato principalmente per la sua costituzione assai forte e robusta, per la sua rusticità, la sua resistenza alle malattie e l’adattabilità ad ambienti sfavorevoli. D’altronde, ciò segue la famosa regola genetica del vigore ibrido.
Caratteristiche fisiologico-morfologiche
Il mulo nasce grazie all’intervento dell’uomo, a cui in passato serviva la rusticità dell’asino ma anche la forza del cavallo. Il mulo, data la conformazione delle scapole più simili a quelle dell’asino, può trasportare grandi pesi direttamente sulla groppa. Questa caratteristica ne ha permesso l’uso da soma, specialmente in montagna. Inoltre, in genere, i muli sono considerati più intelligenti e riflessivi dei cavalli. L’aspetto esteriore varia a seconda delle razze di cavalli e asini che si accoppiano. Generalmente, possiamo affermare che il mulo, rispetto all’asino, ha dimensioni maggiori, mentre rispetto al cavallo ha testa e zampe in proporzione più grandi e massicce e orecchie più allungate. Le orbite oculari sono tipicamente asinine, di colore chiaro. L’incollatura è corta, la criniera scarsa e il ciuffo del tutto assente. Il mantello è spesso uguale a quello della giumenta. Nonostante i muli maschi siano sempre sterili, la sterilità non impedisce loro di avere istinti di accoppiamento. Quindi, così come avviene spesso per i cavalli, il puledro mulo viene castrato dopo il compimento dell’anno e mezzo. Le femmine possono essere occasionalmente fertili se accoppiate con cavalli, anche se si tratta di un caso molto raro: dal 1527 sono stati documentati circa 60 casi di mule che hanno concepito e partorito soggetti vivi e vitali.
L’utilizzo del mulo nell’esercito
Nell’esercito questi animali erano suddivisi in classi a seconda delle principali caratteristiche fisiche quali altezza al garrese, forza fisica e resistenza. Si suddividevano, quindi, in:
- I muli di prima classe: i più grandi e robusti, utilizzati dall’artiglieria per il trasporto di armi e munizioni, in particolare per il trasporto del mortaio;
- Quelli di seconda e terza classe: più piccoli e meno resistenti, sfruttati dalla fanteria alpina per il trasporto di tende, munizioni e approvvigionamenti.
In casi estremi, il mulo poteva diventare esso stesso una fonte di cibo. È ormai scarso l’utilizzo del mulo in montagna per esigenze agricole e silvestri. Alcuni esemplari, però, sono usati in ippoterapia.
I muli sono diventati così celebri da comparire perfino in alcuni film americani particolarmente famosi! In Balla coi lupi (1990), ad esempio, l’ufficiale deve raggiungere un avamposto di frontiera seguendo un “doppio-carro rifornimenti” trainato da ben sei muli, e ancora Per un pugno di dollari (1964), vede il pistolero solitario entrare in paese cavalcando un mulo, fatto che genera l’ilarità di alcuni bulli; da lì la situazione degenererà in una sparatoria.
BARDOTTO: PROLE DI UN CAVALLO STALLONE E DI UN’ASINA
Il bardotto è un ibrido equino generato dall’incrocio di un cavallo stallone con una femmina di asino. La prima differenza osservabile fra mulo e bardotto riguarda il fatto che, rispetto al mulo, il bardotto presenta una maggiore somiglianza con il cavallo e possiede una criniera più folta. Le sue orecchie sono piccole e nitrisce come un cavallo, a differenza del mulo che raglia come un asino. Le femmine possono essere occasionalmente fertili, mentre i maschi sono generalmente sterili. Il bardotto aveva un tempo maggior importanza economica; al giorno d’oggi i bardotti sono allevati raramente e quasi esclusivamente per la qualità della carne. Una zona tipica di produzione è la Sicilia.
Le norme di allevamento non differiscono particolarmente da quelle del mulo. Il bardotto era conosciuto in Mesopotamia come animale da traino. Si può dire che le forme di allevamento di mulo e bardotto, quindi, non differissero molto. Fino ad alcuni decenni fa era allevato soprattutto in Sicilia, Spagna e Portogallo. Come il mulo, anche il bardotto nel corso del Novecento è stato impiegato dai ranghi militari per il trasporto pesante, soprattutto armi, munizioni e vettovagliamento.
Differenze e somiglianze fra mulo e bardotto
In genere il bardotto è molto più simile al cavallo di quanto non lo sia il mulo. Il corpo dell’animale è leggermente arrotondato, in particolare presso l’estremità della groppa. Le orecchie sono un po’ più lunghe che nel cavallo, anche se in media sono più corte che nel mulo. Il mantello del bardotto molto spesso è chiaro, quasi bianco, anche se tutte le combinazioni di colori sono possibili. Il bardotto è considerato meno resistente dell’asino o del mulo, e di salute cagionevole. Preferisce la compagnia degli asini a quella dei cavalli, un comportamento che quindi sembra aver ereditato dalla madre. Nonostante le chiare differenze che spesso lo contraddistinguono dal mulo, possono esistere esemplari di bardotto con caratteri intermedi: in questi casi per cui l’unico metodo certo per distinguere muli e bardotti è un test del DNA.
Anche i bardotti sono quasi sempre sterili?
Nonostante nella maggior parte dei casi i bardotti siano sterili, per la stessa ragione per cui lo sono i muli, alcuni casi studiati scientificamente, in particolare in Cina nel 1988 e negli Stati Uniti nel 1989, hanno mostrato che la riproduzione dei bardotti è possibile. Il primo caso descrive una femmina bardotto cinese che diede alla luce un puledro da un padre asino. Il fatto che la prole sia sopravvissuta suggerisce la vicinanza genetica estrema delle specie Equus caballus e Equus asinus. Tutto è ancora molto incerto e sicuramente serviranno ulteriori studi per conoscere i meccanismi di questi ibridi fertili. Come per i muli, inoltre, nonostante il maschio sia sterile, spesso si ricorre alla castrazione nel primo anno e mezzo di età dell’animale, così da frenarne il comportamento tipico del maschio stallone che per alcuni risulta ingestibile.
I principali problemi nell’allevamento dei bardotti
Il fatto che l’allevamento di bardotti sia così poco frequente è dovuto a diverse problematiche che accompagnano l’accoppiamento di un cavallo stallone con un’asina. Innanzitutto, il rituale d’accoppiamento che gli asini compiono, durante il quale il maschio morde la femmina e raglia, sembra frenare l’accoppiamento di un cavallo con un’asina e conseguentemente la nascita dei bardotti. Inoltre, i cavalli si rifiutano spesso di montare un’asina. A questo proposito, spesso, lo stallone viene preparato a ciò fin dalla nascita: è fatto crescere in mezzo a soli asini, separato dal branco di cavalli immediatamente dopo il parto. Infine, mentre in condizioni normali la fertilità dell’asina è notoriamente molto più elevata di quella delle cavalle, negli incroci la fertilità delle asine è inferiore a quella delle cavalle: ne risulta, quindi, un’importante differenza nella facilità di concepimento di muli e bardotti. Questa differenza di fertilità sembra dipendere dalla differenza di cromosomi fra le specie dei genitori: l’ibrido sembra essere più facile da ottenere quando il numero di cromosomi del maschio riproduttore è minore.
Fonte
- Comparing and Contrasting Knowledge on Mules and Hinnies as a Tool to Comprehend Their Behavior and Improve Their Welfare
animals - Muli e bardotti
Il rifugio degli asinelli