Dracunculus medinensis è un endoparassita, molto diffuso in Africa e in Asia. Si pensa che questo nematode potrebbe aver dato origine al simbolo della medicina, il bastone di Asclepio, in quanto questi vermi parassiti erano molto comuni in passato e si estraevano dalla cute, arrotolandoli intorno a un bastoncino.
IN BREVE
Indice
COS’È UN NEMATODE?
Avete mai sentito parlare di nematodi? In caso negativo, siete nell’articolo giusto perché prima di conoscere il Dracunculus medinensis, questo particolare verme filiforme, occorre capire, prima di tutto, cos’è un nematode. Un nematode viene definito come un verme cilindrico ma la sua caratteristica principale è quella di essere riuscito ad avere il maggior successo evolutivo. Il corpo di un nematode si presenta filiforme e molto allungato, e in genere le dimensioni si aggirano intorno ai due millimetri e mezzo. I nematodi che si sono adattati alla vita parassitaria, invece, superano il centimetro di lunghezza come proprio il nostro Dracunculus medinensis che supera, addirittura, il metro di lunghezza o come anche Placentonema gigantissima che arriva a toccare anche gli otto metri di lunghezza. Poco prima abbiamo già accennato il fatto che i nematodi abbiano avuto il maggior successo evolutivo, infatti, sono riusciti a colonizzare tutti i tipi di ambienti: sia terrestri (caldi e freddi) che acquatici (fondali marini e acque dolci). Alcuni conducono vita libera mentre altri si sono adattati alla vita parassitaria.
Successo adattativo e morfologia
Come mai questo phylum è riuscito a diffondersi così efficacemente? La risposta a questa domanda sembra trovarsi proprio nella loro spessa cuticola e nella grande capacità di adattamento poiché i nematodi sono in grado di modificare il proprio metabolismo da aerobio in anaerobio e viceversa, a seconda delle esigenze. Inoltre, quando l’ambiente circostante diventa ostile e sfavorevole, sono capaci di attuare fenomeni di quiescenza e di criptobiosi. La cuticola risulta essere flessibile ma allo stesso tempo resistente, assicurando una corretta risposta fisica alla pressione del liquido pseudocelomatico interno. Si divide in tre regioni diverse:
- Cortex;
- Zona mediana;
- Zona basale.
Nel corso del loro sviluppo, i nematodi subiscono eventi di muta (il cui meccanismo è molto simile a quello degli artropodi) e, per la precisione, cambiano cuticola ben quattro volte. Il loro sistema nervoso, invece, è costituito da un complesso anello periesofageo, che si trova in posizione anteriore, dove si collegano gangli anteriori e posteriori ed è proprio dal cingolo che si dipartono altri due cordoni nervosi il cui compito è in relazione al controllo motorio. Su tutto il corpo, inoltre, sono presenti anche dei sensilli molto particolari con funzione sia tattile che chemiosensoria. I fasmidi sono presenti sulla parte posteriore mentre gli anfidi si trovano nella parte anteriore, intorno alla bocca. La bocca, tra l’altro, presenta sei labbra dove sono situate delle setole sensorie e nella cavità boccale vi è uno stiletto estroflettibile grazie al quale i nematodi sono in grado di bucare, succhiare i liquidi interni e iniettare degli enzimi.
Altra caratteristica interessante, riguardo questo phylum, riguarda la loro assunzione del cibo perché devono assumerlo contro un gradiente di pressione. Infatti, vi è un meccanismo a “camere stagne” che viene favorito da contrazioni della parete muscolare dell’esofago. C’è, addirittura, una valvola muscolare posta tra esofago ed intestino. Per quanto riguarda il dimorfismo sessuale, invece, questo è presente poiché sono gonocorici. La dimensione corporea può variare tra maschio e femmina facendo risultare i maschi più piccoli delle femmine le quali presentano, nella parte posteriore, una escrescenza a forma di sfera. Non dobbiamo dimenticare che C. elegans, uno tra gli organismi modelli più utilizzati e studiati, è un nematode ma ermafrodita, in grado di autofecondarsi. Le gonadi hanno una forma tubulare e si dividono in gonadi femminili e maschili, ovviamente: la gonade femminile presenta due ovidutti, un utero e una vagina; la gonade maschile, invece, può presentare uno o due testicoli. La fecondazione è interna e lo sviluppo degli zigoti inizia quando vi è il passaggio attraverso l’utero e la vagina.
Celoma e pseudoceloma
Di cosa stiamo parlando quando leggiamo termini come celoma e pseudoceloma? Parliamo di cavità corporee, semplicemente. Negli anni, numerosi zoologi hanno cercato di comprendere i vantaggi che possono nascere nel momento in cui, in un animale, vi è una vera e propria cavità corporea. Tra i vantaggi, sicuramente, è stato dimostrato che una cavità corporea consente all’animale una plasticità evolutiva non indifferente. Un liquido corporeo che riempie una cavità corporea risulta essere molto funzionale in quanto viene strutturato quello che viene definito “scheletro idraulico”, favorisce la diffusione di gas respiratori e metaboliti, e permette nuove forme di locomozione. Cosa significa sviluppare nuove forme di locomozione? Colonizzare nuovi ambienti. Vi è anche, inevitabilmente, un aumento delle dimensioni e di conseguenza un aumento della complessità degli organismi.
Affinché ci sia un aumento delle dimensioni corporee, occorre che ci sia:
- un aumento della superficie relativa;
- introduzione di materiale nella parte centrale del corpo;
- formazione di una cavità corporea (dove all’interno possono svilupparsi in maniera indipendente senza condizionarsi).
Importante, tra l’altro, distinguere due tipi di cavità: pseudoceloma e celoma. Il celoma è caratterizzato da un rivestimento epiteliale che delimita la cavità corporea, isolandola dal tubo digerente. Lo pseudoceloma, invece, è una cavità corporea più semplificata e non è provvista di un rivestimento vero e proprio. Dracunculus medinensis, per esempio, essendo un nematode, è un animale pseudocelomato. I platelminti, definiti vermi piatti, sono acelomati. Dagli anellidi, in poi, noi compresi, gli animali sono celomati.
DRACUNCULUS MEDINENSIS
Come abbiamo anticipato, Dracunculus medinensis è un nematode che viene anche chiamato verme di Guinea o filaria di Medina. È un endoparassita che, in antichità, veniva estratto grazie ad un bastoncino facendolo avvolgere delicatamente ed è proprio per questo che vi è l’ipotesi della teoria del bastone di Asclepio. Solo medici specialisti praticavano questa estrazione molto delicata in quanto il Dracunculus medinensis doveva essere estratto senza spezzarsi, altrimenti estrarre la parte rimanente del nematode sarebbe stata impossibile da estrarre. La lunghezza della femmina si aggira intorno agli 80 centimetri, risultando così il nematode più lungo in grado di infettare l’uomo, mentre il maschio risulta essere molto più piccolo, con una lunghezza di circa 4 centimetri.
Dracunculus medinensis è diffuso nelle regioni subtropicali e tropicali, specialmente in India, nel sud-ovest asiatico, ovvero Iraq, Iran e Pakistan, e nelle aree rurali dell’Africa, dove le temperature tra 25 e 30°C risultano essere ottimali per lo sviluppo larvale. L’infezione si verifica soprattutto durante i periodi di siccità, nei climi umidi o anche durante (o dopo) la stagione delle piogge. Come avviene l’infezione? Quando si ingerisce acqua contaminata da copepodi (dei piccoli crostacei) infestati da questo nematode. L’uomo è l’ospite definitivo mentre il copepode è quello intermedio.
Dracunculus medinensis video
In questo video che vi proponiamo, viene mostrato il lavoro svolto dal Dottor Hopkins nei villaggi rurali della Guinea, i più colpiti da questo nematode.
Ciclo vitale
Per descrivere questo ciclo, partiamo dal primo stadio larvale. Queste larve vengono ingerite da Cyclops, il copepode di cui scrivevamo in precedenza, e si sviluppano nella sua cavità celomatica. Al terzo stadio larvale, se ingerite dal suo ospite definitivo, cioè l’uomo, tramite assunzione di acqua contaminata, proseguono il loro sviluppo. La larva di Dracunculus medinensis attraversa l’intestino, compie la quarta muta e attraverso la via linfatica raggiunge i tessuti connettivi. Dopo essere arrivati allo stadio adulto e dopo la copulazione, i maschi muoiono mentre le femmine migrano fino ad arrivare al tessuto sottocutaneo. Dopo circa un anno inizia a secernere liquidi in grado di provocare ulcere e tumefazioni, ed è proprio da queste ferite che vengono emesse le larve nel momento in cui l’acqua bagna le ferite. Ciò provoca estremo dolore e irritazione all’ospite. Prima che il verme venga estratto dalla pelle, la persona può sviluppare febbre, dolore o gonfiore nella zona interessata. Quando l’ospite immerge la parte del corpo interessata in acqua, la femmina espelle migliaia di larve. Da qui, quindi, le larve infettano i copepodi, ricominciando così il ciclo vitale.
LA DRACUNCULIASI
La dracunculiasi è una malattia infettiva, una parassitosi, sottocutanea, provocata dal Dracunculus medinensis. Questa malattia viene diagnosticata osservando i vermi emergere dalle lesioni provocate sulle gambe degli individui infetti e anche attraverso esami microscopici delle larve. Il nematode, solitamente, si sposta nella regione sottocutanea degli arti inferiori provocando un intenso dolore localizzato sul percorso compiuto. La sensazione di bruciore, provocata da reazioni allergiche, ha portato la malattia a essere chiamata “il serpente ardente”. Tali reazioni allergiche producono eruzioni cutanee, nausea, diarrea, febbre e ulcere. Solo nel momento in cui il Dracunculus medinensis viene rimosso, il paziente guarisce. Se, però, il nematode muore nelle articolazioni si possono sviluppare artriti e paralisi nel midollo spinale. Il dolore causato dall’infezione del nematode, purtroppo, impedisce a molte persone di lavorare o di frequentare la scuola. Nei villaggi rurali, questo rappresenta un enorme problema in quanto tra le conseguenze vi è anche la carenza di cibo.
Questa malattia può essere prevenuta attraverso:
- Il divieto di bere acqua contaminata contenente il copepode Cyclops;
- la filtrazione tutta l’acqua potabile, utilizzando un filtro in tessuto a maglia fine, per eliminare i crostacei (una cannuccia di plastica portatile contenente un filtro in nylon è diventata molto popolare), o anche tramite filtri in ceramica;
- la bollitura dell’acqua.
ESISTE UNA CURA?
Purtroppo, al momento, non esistono vaccini o medicinali per trattare o prevenire la dracunculiasi, per cui l’unica soluzione è la rimozione del nematode. I casi che non vengono trattati possono incorrere a infezioni secondarie, disabilità e anche amputazioni. Per effettuare un’estrazione efficace, bisogna avvolgere il nematode vivo attorno a un pezzo di garza o un bastoncino. Questo processo non è affatto immediato e potrebbe richiedere, addirittura, diverse settimane. Tuttavia, se l’infezione viene identificata prima della formazione di ulcere, il nematode può anche essere rimosso chirurgicamente, ovviamente in strutture apposite.
Gli analgesici possono essere utilizzati per aiutare a ridurre il gonfiore e il dolore, mentre gli antibiotici possono aiutare a prevenire infezioni secondarie. Nella regione settentrionale del Ghana, è stato scoperto che l’antibiotico ha favorito la guarigione della ferita, rendendo però molto più difficoltosa l’estrazione del nematode. Ricordiamo essere di grande importanza il fatto di non rompere il nematode quando lo si estrae poiché si va incontro alla putrefazione del corpo dell’animale. C’è anche l’utilizzo del metronidazolo o del tiabendazolo per facilitare l’estrazione, ma il rischio è quello di far migrare il Dracunculus medinensis in altre parti del corpo.
Fonte
- The wild world of Guinea Worms: A review of the genus Dracunculus in wildlife
International Journal for Parasitology: Parasites and Wildlife - Dracunculiasis
StatPearls