Per migrazione anguilla si intende il singolare ciclo biologico di questa specie in cui sono presenti fasi di migrazione riproduttiva e migrazione larvale. Nonostante siano stati effettuati numerosi studi a riguardo, il perché il ciclo biologico dell’anguilla sia caratterizzato da fasi di migrazione è ancora un mistero. La fase di riproduzione avviene unicamente nel Mar dei Sargassi, cosa spinge le anguille a raggiungere precisamente questo luogo?
IN BREVE
Indice
L’ANGUILLA
Anguilla anguilla (Linnaeus 1758), conosciuta come anguilla o anguilla europea, è un pesce teleosteo della famiglia Anguillidae. In alcune regioni italiane la femmina di grandi dimensioni e diametro (lunghe fino a un metro e mezzo e di un peso fino a 3kg) viene chiamata capitone mentre il maschio, molto più piccolo (lungo fino a 40/60 cm), prende il nome di buratello. La Lista Rossa IUCN (Unione Internazionale per la Conservazione della Natura) registra l’anguilla come specie in pericolo critico, classificazione che precede le specie estinte in natura. A causa della migrazione anguilla e del suo complesso ciclo riproduttivo, non è allevabile in cattività così da favorire il ripopolamento della specie.
Le principali cause del rischio dell’anguilla non risiedono nell’inquinamento ma nella pesca sia degli adulti che del novellame per il ripopolamento delle vallicolture. Il filosofo Aristotele ha compiuto numerose analisi su questa misteriosa specie che descrisse con le seguenti parole: l’anguilla non è né maschio né femmina, e non può generare nulla. I suoi studi furono condotti con lo scopo di trovare gli organi sessuali dell’anguilla, non trovando nulla, considerò l’ipotesi che questi animali nascessero dal fango.
Caratteristiche
L’anguilla ha un corpo serpentiforme e subcilindrico. La pinna dorsale è allungata fino ad unirsi alla pinna caudale e quest’ultima è unita alla pinna anale. La mandibola è più sporgente della mascella. Alcune caratteristiche variano con la fase del ciclo vitale. Fino alla maturazione delle gonadi le anguille sono specie microftalme, hanno occhi molto piccoli, con l’inizio della migrazione verso il mare diventano specie macroftalme, con occhi molto grandi adatti alla visione nelle acque profonde. Il colore dell’anguilla è caratteristico di ogni fase vitale, e quindi dell’habitat, e dello stato fisiologico: dorso bruno e ventre giallastro per gli animali che vivono in acque dolci e in ambienti fangosi; dorso verde e ventre argenteo per gli animali che risiedono in mare o che si apprestano ad effettuare la lunga migrazione.
L’anguilla si nutre di pesci, crostacei, anfibi. Caccia la notte o quando l’acqua è molto torbida, anche in condizioni di piena, affidandosi prevalentemente all’olfatto. Le anguille, durante le fasi di vita in acqua dolce, si interrano nel fango come strategia di difesa. Durante l’interramento dell’animale, la corrente branchiale solleva il fango e crea delle piccole strutture un tempo chiamate mammelloni, dalle quali secondo Aristotele nascevano le future anguille.
Distribuzione e habitat
L’anguilla è una specie catadroma, vive in acque dolci ma migra verso il basso, ossia dai fiumi al mare aperto, per riprodursi. Si tratta quindi di un pesce che trascorre quasi tutta la sua vita in acqua dolce, ad eccezione del periodo riproduttivo. È una specie diffusa nelle acque dolci, salmastre e marine dell’oceano Atlantico e del mar Mediterraneo. È meno comune nel mar Nero. In genere i maschi abitano acque salmastre, senza risalire i fiumi come invece fanno regolarmente le femmine. La riproduzione avviene nell’Oceano Atlantico, precisamente nel Mar dei Sargassi.
I PRIMI STUDI SUL CICLO BIOLOGICO DELL’ ANGUILLA
Per secoli il ciclo biologico e le modalità riproduttive delle anguille sono stati un vero e proprio mistero. Plinio il Vecchio e Aristotele, non avendo trovato alcuna traccia di organi sessuali, erano convinti che le anguille si generassero dal fango e solo nel 1777 uno scienziato italiano, Carlo Mondini, descrisse un individuo di anguilla femmina con le ghiandole sessuali completamente sviluppate. Quando nel 1824 venne ritrovato un esemplare di anguilla maschio si abbandonò del tutto la vecchia teoria della generazione spontanea. Nel 1896 i due naturalisti italiani, Giovanni Battista e Salvatore Calandruccio scoprirono alcuni esemplari di un piccolo pesce chiamato Leptocephalus brevirostris.
I due naturalisti osservarono che i leptocefali crescevano fino a subire la metamorfosi in ceche, ovvero le giovani anguille. I due ricercatori giunsero alla conclusione che il Leptocephalus (Leptocefalo) è lo stadio larvale dell’anguilla. All’epoca non fu facile giungere a tale conclusione poiché nella zona di cattura delle larve non vi era la presenza di individui adulti. Come è possibile ritrovare in un luogo unicamente gli stadi larvali dell’anguilla ma non le specie adulte? La risposta risiede nella sua particolare migrazione. L’Anguilla europea (Anguilla anguilla) è una specie catadroma eurialina che può essere definita altamente migratoria. Il suo ciclo biologico, approfondito dall’oceanografo danese Johannes Schmidt, è considerato unico per la migrazione riproduttiva degli adulti e la migrazione larvale.
Le fasi del ciclo biologico
La riproduzione avviene nell’Oceano Atlantico, precisamente nel Mar dei Sargassi, dove nel 1904 Johannes Schmidt, durante un suo studio sui merluzzi dell’Atlantico settentrionale, rinvenne le larve di dimensioni più piccole. Dopo la schiusa, le larve, denominate leptocefali, sono trasportate dalla Corrente del Golfo: questa migrazione passiva ha una durata di circa due anni (il tempo che impiegano le correnti a trasportarle agli estuari dei fiumi). Al limite della piattaforma continentale europea, i leptocefali compiono una metamorfosi; in questa fase prendono il nome di ceche trasparenti. A questo stadio le anguille colonizzano le acque costiere e continentali di tutte le coste Atlantiche e Mediterranee. Le ceche trasparenti, non avendo ancora attivato la vescica natatoria, non sono in grado di nuotare attivamente ma usano movimenti verticali per spostarsi verso le foci dei fiumi.
Nel corso di questa fase le ceche vanno incontro ad una serie di cambiamenti fisiologici e comportamentali, prendono il nome di ceche pigmentate e sono capaci di nuotare attivamente. La fase successiva, chiamata di anguilla gialla in relazione alla livrea che l’animale assume nel corso dell’accrescimento, ha una durata molto variabile, che va dai 3 agli 8 anni per i maschi e dai 5 ai 15 anni per le femmine. Il modello di crescita è altamente variabile in relazione alla vastità di habitat che l’anguilla può colonizzare. La maturazione sessuale inizia mentre le anguille sono ancora nelle acque continentali, e lo sviluppo delle gonadi è seguito da modificazioni di vari organi e della livrea, l’anguilla in questa fase è detta anguilla argentina (silver). A questo stadio viene intrapreso il ritorno verso il mare, ma della migrazione in ambiente oceanico non si sa nulla, anche se si ritiene che l’anguilla deponga una sola volta.
LA MIGRAZIONE DELL’ANGUILLA
In autunno, le femmine raggiungono i maschi alla foce dei fiumi, pronte per intraprendere una lunga migrazione verso il Mar dei Sargassi, un viaggio senza ritorno. Come i salmoni del Pacifico (Oncorhynchus gorbuschaanche) anche le anguille muoiono dopo essersi riprodotte. Questa volta il viaggio dura molto meno: il viaggio delle larve dura circa tre anni, quello delle anguille adulte verso il Mar dei Sargassi dura circa sei mesi. Prima di intraprendere la lunga migrazione le anguille subiscono variazioni morfo-fisiologiche. Il colore della pelle da verde bronzo con riflessi gialli, diventa argentea per mimetizzarsi al meglio con le profondità oceaniche.
Durante la migrazione oceanica le anguille cessano di nutrirsi e il loro intestino inizia a degenerare e aumentano le loro riserve di grasso per alimentarsi durante il lungo viaggio. Gli occhi raddoppiano di dimensioni e sono più sensibili al blu, diventano specie macroftalme con occhi adatti alla visione nelle acque profonde. Aumenta il numero di vasi sanguigni che alimentano le vesciche natatorie delle anguille così da consentire una maggiore deposizione di gas. Nel Mar dei Sargassi, le femmine rilasciano da 20 a 30 milioni di uova fecondate dai maschi. Una volta che depongono le uova, si presume che le anguille adulte muoiano. Alla schiusa dell’uovo la larva (leptocefalo) compie il viaggio verso l’Europa impiegando circa 3 anni per effettuare tutto il viaggio ed arrivando allo stadio di ceca.
Il Mar dei Sargassi
Il Mar dei Sargassi si trova nell’oceano Atlantico a largo della Florida, precisamente nell’area compresa fra le Antille e le Azzorre. Il mare fu navigato da viaggiatori e marinai come Jules Verne e Cristoforo Colombo; a quest’ultimo si deve la sua scoperta e la denominazione del mare. Quando Cristoforo Colombo si trovò nel territorio del Sargasso rimase sbalordito dalla presenza nelle acque superficiali di enormi ammassi di alghe; successivamente si scoprì che appartenevano al genere Sargassum da cui deriva il nome di questo particolare mare.
La sua singolarità si deve ad una caratteristica insolita per un mare: non è circondato da coste ma delimitato da correnti oceaniche. Le acque del Mar dei Sargassi sono isolate dalle restanti masse d’acqua dell’oceano a causa delle diverse condizioni di temperatura e densità che portano alla formazione di due strati d’acqua. La differenza di densità tra le acque superficiali e quelle profonde impedisce il rimescolamento cosicché nel Mar dei Sargassi non sono presenti grossi predatori e specie pelagiche. Molto probabilmente sono queste caratteristiche a renderlo il nido d’amore delle anguille. Purtroppo, la particolare struttura delle correnti oceaniche nel Mar dei Sargassi, consente l’insediamento di isole di plastica.
Perché le anguille migrano?
Il perché il ciclo biologico dell’anguilla sia caratterizzato da fasi di migrazioni è ancora un mistero. Cosa le spinge a migrare? Come si orientano? Le ipotesi finora maggiormente sostenute riguardano l’olfatto e la sensibilità nei confronti del campo magnetico terrestre come principali strumenti di orientamento. La migrazione dell’anguilla è quella tra le più sorprendenti per l’enorme distanza che ricopre il loro viaggio, inoltre è straordinario come la loro migrazione sia guidata unicamente dall’ istinto: come capiscono quando è arrivato il momento di giungere verso la foce e partire verso l’oceano? Tra i tanti dubbi ancora irrisolti non ci si riesce a spiegare come non è stata rivelata la presenza di ceche nello stretto di Gibilterra in primavera, e non è stato rivelato il passaggio di anguille adulte in autunno.