Il singhiozzo, ahimè, è qualcosa che noi tutti abbiamo provato. Che sia più o meno fastidioso, certamente non è piacevole. Sappiamo che è provocato da una contrazione improvvisa del muscolo diaframma ma le cause scatenanti questa contrazione possono essere diverse: dall’assunzione di alcuni farmaci, all’aver mangiato troppo velocemente. Quindi perché abbiamo il singhiozzo?
IN BREVE
Singhiozzo: cosa lo provoca?
Tutti lo abbiamo provato almeno una volta e certamente ci saremo chiesti: ma perché abbiamo il singhiozzo? Il singhiozzo, definito in medicina come singulto parossistico antiperistaltico o flutter diaframmatico sincrono (FDS), consiste nella contrazione ripetuta e involontaria del muscolo diaframma. Questa contrazione viene detta mioclonica per la sua natura involontaria e ripetuta e può ripetersi anche più volte al minuto. La parola singhiozzo deriva dal latino singultus e vuole indicare l’atto di catturare il respiro mentre si singhiozza. Si tratta di un’azione involontaria coinvolgente un arco riflesso che, una volta attivato, provoca una forte contrazione del diaframma seguita, dopo circa 0,25 secondi, dalla chiusura delle corde vocali che si traduce nel classico hic.
Mentre il ritmo dei singhiozzi sembra essere relativamente costante per un singolo evento, la cadenza degli eventi con cui il singhiozzo si verifica può variare: il singhiozzo può verificarsi in un singolo episodio o per un certo periodo. Tutti siamo a conoscenza della varietà dei metodi domestici mirati all’eliminazione del singhiozzo. Pochi sanno, però, che nella maggior parte dei casi passa da sé, senza la necessità di intervenire in alcun modo. In altri casi, però, il trattamento medico diventa necessario: il singhiozzo può trasformarsi in patologia cronica e a quel punto qualsiasi rimedio casalingo sarebbe inutile.
In genere il singhiozzo è quasi divertente, lo si associa a un eccessivo consumo di alcol e per quanto fastidioso può rendersi motivo di scherzo fra amici e familiari. In realtà, però, se persiste per diverse ore o si ripresenta troppo frequentemente, potrebbe essere il campanello d’allarme di qualche patologia. Riscontrarlo più volte nella stessa giornata, con episodi che crescono in intensità e si presentano con una ciclicità di 1-2 ore, può essere indizio di uno scompenso a livello epatico o, più raramente, a livello renale.
Il singhiozzo può comparire già a livello fetale, verso l’ottava settimana di gestazione. A questo proposito si ipotizza che possa trattarsi di un comportamento fisiologico vestigiale della muscolatura branchiale dei pesci, chiamato dai medici neurologi mioclono branchiale.
Perché abbiamo il singhiozzo?
Apparentemente il singhiozzo sarebbe dovuto a un riflesso nervoso che coinvolge i nervi del diaframma. La causa principale è legata alla velocità con cui si mangia e cioè al fatto che mangiando troppo velocemente si tenge a ingoiare aria, il che poi provocherebbe la contrazione diaframmatica e quindi il singhiozzo. In altri casi, però, il singhiozzo può essere dovuto a malattie che interessano l’innervazione del diaframma, ad esempio dopo un infarto cardiaco, interventi chirurgici, ictus o tumori cerebrali. Anche l’assunzione di alcuni farmaci può indurre il singhiozzo. In genere, un evento di singhiozzo dura da pochi secondi a qualche minuto, ma in alcuni casi può durare a lungo. In questi casi, oltre al fastidio, può manifestarsi un dolore al petto che interessa i muscoli del torace e il diaframma stesso. Certamente, in questi casi, è meglio consultare un medico se la situazione si ripresenta più volte.
Ma come si produce il singhiozzo? Abbiamo già anticipato che tutto parte da una contrazione del diaframma. Quando questo muscolo si contrae improvvisamente, infatti, spinge con forza l’aria verso l’alto. Una massiccia quantità di aria viene, quindi, espirata involontariamente e improvvisamente attraverso la glottide, producendo il tipico hic. In genere singhiozzare non è indice di malattia, ma dipende da un’irritazione temporanea dei nervi che controllano i movimenti del diaframma, chiamati nervi frenici. In qualche caso, però, l’infiammazione di questi sottilissimi filamenti nervosi può essere dovuta a operazioni all’addome o al torace, a malattie nervose, a scompensi epatici o renali o a disturbi cardiaci.
Rimedi contro il singhiozzo
Fra i rimedi casalinghi più famosi per interrompere l’attacco di singhiozzo, alcuni derivano dalla “medicina popolare”. Si tratta di cercare di soffiare in un sacchetto di carta e trattenere il fiato per più di venti secondi, di far prendere uno spavento a chi sta avendo il singhiozzo, oppure di bere dell’acqua molto fredda con una cannuccia. Come già detto, nella maggior parte dei casi l’attacco di singhiozzo passa da sé, anche se in alcuni casi questi rimedi fai-da-te sembra riescano a limitarne la durata. In altri casi, invece, può anche essere necessario ricorrere a farmaci specifici che possono agire sul sistema nervoso. Ovviamente, in questi casi, i farmaci vengono prescritti dal medico in situazioni particolari nelle quali il singhiozzo si è trasformato in una condizione cronica patologica.
Due utili rimedi sembra provengano anche dalla medicina complementare e dall’osteopatia: da una parte, l’agopuntura può essere un efficace rimedio contro il singhiozzo, agendo modulando l’impulso nervoso; dall’altro, anche l’osteopatia, attraverso manovre per decontrarre e mobilizzare il diaframma, può dare una mano a risolvere efficacemente anche il singhiozzo peggiore.
Una breve curiosità
A fine 2019 è stato pubblicato uno studio, apparso sulla rivista Clinical Neurophysiology e condotto dallo University College di Londra, secondo il quale il singhiozzo nei neonati potrebbe essere un sistema capace di attivare particolari segnali cerebrali per il miglioramento della regolazione dei ritmi respiratori. Lo studio è stato condotto su 13 neonati prematuri, particolarmente soggetti al singhiozzo, dimostrando che, ad ogni contrazione del diaframma, nuovi segnali cerebrali venivano registrati. Questi stessi segnali, indotti proprio dal singhiozzo, sono stati associati al miglioramento delle connessioni cerebrali del neonato e al miglioramento nelle sue capacità di regolazione della respirazione.
Fonte
- Event-related potentials following contraction of respiratory muscles in pre-term and full-term infants
Clinical Neurophysiology - Persistent Postoperative Hiccups
Case Reports in Anaesthesiology