Il tetto giardino, conosciuto anche come tetto verde o giardino pensile, è un sistema tecnologico che al tradizionale solaio di copertura, aggiunge uno strato di vegetazione. Questo tipo di copertura ha origini che risalgono ai tempi delle prime civiltà ma negli ultimi anni, con lo sviluppo della bioarchitettura e la necessità di incrementare il verde urbano, sta assumendo importanza sempre più rilevante grazie ai suoi numerosi benefici, sia ambientali che economici e sociali.
IN BREVE
Indice
STORIA DEL TETTO GIARDINO
La storia delle coperture verdi ha origini antichissime, che ad oggi si stanno ancora indagando. Per i pochi ritrovamenti non esistono numerose fonti certe ma, quelle che abbiamo, permettono di tracciare il quadro evolutivo, di comprenderne gli utilizzi e i benefici. Un confronto con il passato che permette di capire il presente e migliorare il futuro.
Il giardino pensile nel mondo antico
I primi dati storici raccolti sulla tecnica di coprire con del verde le abitazioni risale a più di 3000 anni fa quando, nei climi freddi della Scandinavia e del Islanda, si usava isolare i tetti coprendoli con zolle di terra ed erba. Ma si inizia a parlare di veri e propri tetti giardino con il grande complesso realizzato nel 600 a.C. a Babilonia dal sovrano Nabucodonosor II. I maestosi giardini pensili di Babilonia erano posizionati su terrazzamenti dallo spessore di uno o due metri, riempiti di materiale drenante e terreno fertile. Un ingegnoso meccanismo di canali assicurava la continua irrigazione della vegetazione. Ad oggi sono andati distrutti ma era così grande la loro magnificenza da essere una delle sette meraviglie del mondo antico. In Italia gli etruschi, già partire dal IV secolo a.C., utilizzavano le coperture verdi specialmente per la costruzione di monumenti funerari, piantando alberi sui tumuli di terra che ricoprivano le tombe scavate nel terreno. Questa tradizione continuò in epoca romana tanto che persino il grandioso mausoleo dell’imperatore Augusto venne coperto di cipressi come simbolo di vita e gloria eterna. Nel I secolo d.C., i tetti giardino assunsero una grande importanza ornamentale. L’imperatore Adriano fece costruire dei giardini pensili nella sua villa a Tivoli e analogamente fecero molti esponenti della società patrizia, come descrive Plinio il Giovane nelle sue epistole.
Evoluzione nella storia
Durante il Medioevo venne meno la valenza artistica delle coperture a verde, acquisendo un ruolo del tutto funzionale. Venivano infatti usati come orti nei monasteri mentre, nelle fortezze, venivano costruiti tra due cortine di mura al fine di attenuare i colpi delle battaglie ed evitare danni alle strutture. In epoca rinascimentale fu Giovanni De’ Medici a riprendere l’architettura romana dei tetti e dei terrazzamenti verdi con la costruzione di una sua villa a Fiesole. Questo permise una rinata attenzione per l’aspetto estetico delle coperture a giardino e diede il via alla moda di costruire questi tipi di ville che durò per i secoli a seguire. Ne sono esempi i giardini del Belvedere in Vaticano o la Villa di Versailles. I tetti giardino assunsero rilevanza anche dal punto di vista ecologico soltanto nella seconda metà del 1800. Infatti, studi di sociologi, architetti e urbanisti sull’insalubrità e il sovraffollamento dei quartieri operai in rapida crescita, aprirono il dibattito riguardo all’importanza degli spazi verdi in ambito urbano. Ma è in particolare all’architetto tedesco Von Rabitz, con un suo trattato del 1865 sull’impiego del giardino pensile come mezzo per raggiungere la salubrità, che si diffonde il concetto moderno di tetto giardino.
Il tetto giardino in età moderna
Il tema dell’integrazione tra natura e architettura assunse un’importanza via via crescente nel corso del XX e fu ampiamente sviluppato da importanti architetti come Walter Gropius, Frank Lloyd Wright e Le Corbusier. In particolare, quest’ultimo annovera il tetto giardino tra i suoi “cinque punti dell’architettura contemporanea”. Negli anni ’70 una rinnovata attenzione verso l’ambiente, perduta durante il periodo di ricostruzione post-bellica, spinse i paesi europei verso il recupero di aree degradate. In particolare fu la Germania che, con l’introduzione delle prime leggi, sfruttò la tecnologia dei tetti giardino per recuperare spazi verdi in zone densamente popolate.
Ad oggi l’utilizzo del tetto giardino è sempre più diffuso, numerosi paesi emanano leggi e danno incentivi per favorirne l’impiego. Ad esempio a Chicago è stato istallato nel 2001 un giardino pensile sulla copertura del municipio per valutarne i benefici sull’ambiente cittadino. Grazie al successo di tale progetto, è diventato obbligatorio l’utilizzo dei tetti giardino su tutti gli edifici.
In Italia è stato istituito nel 2018 il Bonus verde che prevede detrazioni sulle spese per interventi a favore del verde. Sarà inoltre in vigore fino alla fine del 2021 l’Ecobonus, incentivo per la riqualificazione energetica degli edifici che punta allo sviluppo ecologico del paese.
TIPOLOGIE DI COPERTURE VERDI
L’istallazione del tetto giardino può avvenire sia su strutture nuove che su terrazze esistenti. Nel primo caso, lo spessore dei solai deve essere realizzato tenendo conto delle condizioni di sovraccarico dovuto all’interramento e al posizionamento degli scarichi. Nel secondo caso invece, è possibile rafforzare la struttura portante e adeguare la rete idrica in base alla tipologia di giardino che si intende realizzare. I tetti giardino si possono classificare in tre gruppi principali che si differenzino tra loro per spessore, utilizzo e tipologie di piante presenti.
- Tetto verde estensivo: questo tipo di copertura verde ha uno spessore che si aggira intorno ai 7-10 cm ed un peso che varia dai 60 ai 150 kg/m2. Non è costruito per essere accessibile, dunque le piante sono in prevalenza ornamentali o piante grasse di piccola dimensione. Più in generale, la vegetazione scelta deve avere un veloce radicamento, resistere alla siccità e al gelo e deve avere una buona capacità di autorigenerazione. Questa tipologia può essere anche impiegata nella costruzione di un tetto verde inclinato.
- Tetto verde semi-intensivo: tutte le caratteristiche di questo tetto sono intermedie tra il tipo estensivo e quello intensivo. Presenta infatti uno spessore tra i 15 e i 30 cm ed un peso che si aggira intorno ai 150 kg/m2.
- Tetto verde intensivo: con questa tipologia si identifica il giardino pensile, caratterizzato da uno spessore superiore ai 30 cm, ed un peso tra 400 e 750 kg/m2.
La vegetazione impiegata è paragonabile a quella dei giardini legati al suolo dunque sono presenti piante erbacee perenni, arbusti, aree a prato e alberi. Questa classe di coperture è accessibile, dunque è necessaria una manutenzione periodica ed un impianto di irrigazione più massiccio rispetto alle tipologie precedenti.
STRATIGRAFIA DEL TETTO GIARDINO
Il tetto giardino è caratterizzato da una serie di strati, ognuno con la propria funzione e le proprie caratteristiche. Questi strati devono essere correttamente posti in successione per garantire il corretto sviluppo delle piante, nonché fornire sostegno, drenare l’acqua e proteggere la struttura sottostante da eventuali infiltrazioni o danneggiamenti. A seconda delle ditte di produzione o delle tipologie, gli strati possono subire leggere variazioni in termini di materiali o di ordine.
- Primer: il primo strato viene posato sulla struttura cementizia e, bloccandone la polverosità, favorisce l’adesione con gli strati successivi. Si presenta come una vernice composta da una soluzione bituminosa con aggiunta di solventi e additivi secchi.
- Barriera al vapore: è uno strato di materiale poco o per nulla traspirante, quindi non permeabile al vapore. Infatti, il vapore acqueo, soprattutto nelle stagioni fredde, tende a migrare verso l’esterno per la differenza di temperatura con l’interno riscaldato. Se non correttamente bloccato, il vapore potrebbe condensare e penetrare all’interno del manto isolate, danneggiandone le caratteristiche fisiche e meccaniche, compromettendo così l’intera stratigrafia.
- Membrana isolante: questo strato serve a isolare l’edificio dall’esterno e a ridurre la presenza di ponti termici. I ponti termici sono zone della struttura in cui si presentano nette differenze di flusso termico rispetto agli elementi costruttivi adiacenti che possono creare danni all’edificio. La membrana può essere costituita da elementi naturali adeguatamente trattati come lana di roccia oppure da sostanze artificiali ad esempio il polistirolo espanso. Nel caso di tetto giardino estensivo questo strato viene omesso poiché, l’elevato spessore e l’alta inerzia termica consentono di garantire un buon isolamento termico senza l’aggiunta di ulteriori strati.
- Manto impermeabile e tenuta antiradice: è uno strato bituminoso trattato in modo da impedire il passaggio dell’acqua e delle radici e resistere all’aggressione chimica degli acidi umici e dei fertilizzanti. Le radici infatti, hanno contemporaneamente un’azione di disgregazione meccanica e di dissoluzione chimica, in grado di perforare le guaine e i manti impermeabili e di penetrando al di sotto delle coperture.
- Strato drenante: questo strato permette un rapido passaggio dell’acqua per evitare ristagni dannosi per la vegetazione e garantisce un costante grado di umidità del terreno sovrastante. Solitamente è costituito da uno strato dallo spessore che varia tra i 10 e i 15 cm di granulato leggero come argilla espansa o polietilene.
- Strato filtrante: Per un buon drenaggio è necessaria la presenza di un filtro di tessuto non tessuto, costituito da fibre sintetiche imputrescibili. Questo strato trattiene il terriccio che potrebbe otturare i vuoti compresi tra i granuli ma senza impedire il passaggio dell’acqua piovana. Serve inoltre garantire uniformità nella distribuzione dell’umidità, specialmente nelle stagioni secche.
- Terreno di coltura: il terreno sul quale viene piantumata la vegetazione deve essere ricco di sostanze organiche di concimazione per favorirne la crescita. Viene poi additivato con humus, sostanze silicee e calcaree, misto a materiali alleggerenti quali pomice, argilla espansa o fibre vegetali. La composizione finale sarà dunque costituita dal 40% di terra da coltivo, il 30% terriccio e il 30% da materiali di alleggerimento.
BENEFICI
L’integrazione degli edifici con tetti giardino può offrire un gran numero di vantaggi, non solo nel recupero di suolo urbano ma anche dal punto di vista ambientale, economico e sociale.
- Riduzione dell’inquinamento atmosferico: l’utilizzo dei tetti giardino nelle grandi città può contribuire a ridurre del 4% i gas inquinanti prodotti dalle attività antropiche. Infatti le piante, tramite il meccanismo fisiologico della fotosintesi, riescono ad assorbire e a metabolizzare la CO2 presente nell’aria, rilasciando ossigeno. Inoltre, peli, rugosità e cere presenti naturalmente sulle foglie, agiscono come filtro atmosferico per la cattura delle polveri ultrafini (PM10, PM5, PM2,5).
- Riduzione dell’inquinamento acustico: la vegetazione in ambiente urbano e in grado di ridurre fino a 10 decibel la propagazione dei rumori causati dal traffico veicolare e aereo. Questa è dovuto al fatto che la barriera vegetale devia le onde sonore allungandone il percorso in modo da arrivare al ricevente in maniera più attenuata.
- Mitigazione del clima: i tetti giardino sono una valida soluzione per ridurre l’effetto dell’isola di calore, ossia il fenomeno che determina un microclima più caldo all’interno di aree urbane cittadine, rispetto alle zone rurali a causa dell’utilizzo di materiali predisposti ad assorbire molto calore come il bitume dell’asfalto. Inoltre, il terreno restituisce all’aria l’acqua trattenuta sottoforma di vapore, rifrescandola. Si stima infatti che la temperatura dell’aria in prossimità di un tetto giardino diminuisca di 2-5 gradi rispetto ad una copertura tradizionale, invece a scala urbana si stima che questo tipo verde possa abbassare di 0,3-3gradi la temperatura dell’ambiente.
- Gestione delle acque piovane: dal punto di vista idrologico, i tetti verdi sono in grado di trattenere le acque meteoriche rilasciandola per evaporazione o evapotraspirazione e sono anche in grado di trattenere sostanze contaminanti presenti nelle precipitazioni. Quest’azione di assorbimento è particolarmente importante nelle aree densamente urbanizzate poiché, durante gli eventi precipitativi più intensi le acque dilavanti, non riuscendo a penetrare nel terreno per la forte impermeabilizzazione delle pavimentazioni, saturano in poco tempo le reti fognarie, determinando fenomeni di allagamento. I dati di Irsa del Cnr stimano che i picchi di deflusso delle acque vengano ridotti dal 60 all’80% in presenza di coperture verdi.
- Risparmio energetico: la presenza del tetto giardino offre benefici economici migliorando le prestazioni energetiche. Infatti, ombreggia e mitiga l’aria nei periodi estivi e isola l’edificio nei mesi invernali. Questo tetto può anche essere integrato con sistemi fotovoltaico in modo da assicurare un maggior risparmio.
- Aumento della durata della struttura: La presenza vegetale previene grandi sbalzi termici che, producendo il doppio effetto di contrazione e dilatazione, potrebbero provocare un danneggiamento della struttura. Lavora inoltre come scudo per lo stato impermeabile contro le piogge acide e i raggi UV.
- Benefici sociali: i tetti giardino creano luoghi di ricreazione e di riposo, adatti a creare socialità e organizzare attività collettive. Secondo lo studio della University of Michigan, il verde un impatto positivo sulla salute umana, riducendo lo stress e migliorando il sistema immunitario.
In conclusione, possiamo affermare che la tecnologia dei tetti verdi è una validissima soluzione per il miglioramento della qualità della vita dei cittadini e per lotta al cambiamento climatico. Benché i costi di istallazione siano elevati, i numerosi incentivi e i benefici energetici che ne derivano, permettono il recupero di gran parte della spesa.
Fonte
- Giardini pensili. Coperture a verde e gestione delle acque meteoriche.
P. Abram (2004) - A History and Definition of Green Roof Technology with Recommendations for Future Research.
OpenSIUC - Tetti verdi
Indexspa