Urie Bronfenbrenner è stato uno psicologo americano che non solo ha contribuito alla definizione delle cosiddette psicoterapie sistemiche, ma anche dato un grandissimo apporto alla scienza psicologica generale. Stando alla sua opinione, ognuno di noi è immerso in un sistema socio-biologico che ci plasma e si plasma a seconda delle variazioni storiche e culturali dell’epoca.
IN BREVE
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L’AMBIENTE PSICOLOGICO
Urie Bronfenbrenner è stato uno psicologo americano che non solo ha contribuito alla definizione delle cosiddette psicoterapie sistemiche, ma anche dato un grandissimo apporto alla scienza psicologica generale. Stando alla sua opinione, ognuno di noi è immerso in un sistema socio-biologico che ci plasma e si plasma a seconda delle variazioni storiche e culturali dell’epoca. In altre parole, nella teoria dello sviluppo di Bronfenbrenner, l’ambiente psicologico subisce l’influenza dell’ambiente esterno, a sua volta gli elementi dell’ambiente esterno si modificano con il tempo e con le influenze degli individui fino ad assumere una nuova forma, di conseguenza vanno ad influenzare gli ambienti psicologici di ciascuno… In questo modo il soggetto si sviluppa per continue influenze esterne, variabili e differenti a seconda del momento storico nel quale nasce e si sviluppa. Per certi aspetti, la teoria ecologica di Bronfenbrenner ricorda quella biosociale di Marsha Linehan, incentrata sul concetto di «transazione», secondo cui le parti di un sistema si condizionano e si plasmano a vicenda. Tuttavia, mentre la teoria biosociale ha come target la relazione tra individui, quella ecologica riguarda il sistema sociale nel suo insieme: dalla famiglia alle variabili culturali superiori, ad esempio le ideologie.
Verso il modello cronosistemico
Secondo Kurt Lewin l’ambiente psicologico è quello percepito e vissuto dal singolo individuo, in relazione alle sue caratteristiche personali, in un dato momento temporale. Ne deriva la seguente equazione:
$$ C = f(P, A) $$
Dove il comportamento (\(C\)) è funzione congiunta della persona (\(P\)) e dell’ambiente (\(A\)), in un momento dato. La stessa formula potrebbe valere per l’ambiente, dal momento che anche \(A\) risente delle caratteristiche della persona (o meglio delle persone). Bronfenbrenner ripropose un ragionamento simile in termini di sviluppo piuttosto che di comportamento:
$$ S = f(PA) $$
Dove \(S\) è il prodotto di un processo di sviluppo, ad esempio l’acquisizione di una capacità o l’insorgere di un disturbo. Siccome la variabile «tempo» è centrale nella teoria dei sistemi di Bronfenbrenner, si parla di modello cronosistemico. A seconda del periodo nel quale viene osservato il processo di sviluppo, quest’ultimo cambia:
$$ S_{(t)} = f_{(t-p)} (PA)_{(t-p)} $$
Dove \(t\) è il tempo in cui viene osservato un risultato dello sviluppo (\(S\)), mentre \(t-p\) indica la durata del periodo in cui hanno operato congiuntamente i fattori personali (\(P\)) e ambientali (\(A\)). Notiamo l’importanza della variabile tempo: il peso relativo delle due variabili \(P\) e \(A\) può cambiare nel corso dell’evoluzione personale. Seguono due esempi: per un individuo, è più dannoso un professore svalutante durante le fasi di sviluppo (infanzia/adolescenza), piuttosto che in età adulta, ad esempio in università; il motherese ha effetti diversi a seconda dell’epoca dello sviluppo nel quale viene usato: se il bambino è molto piccolo, è adeguato, altrimenti no. Pensiamo ad una mamma che parla con le vocine ad un adulto, forse sarebbe un po’ cringe…
BRONFENBRENNER: MODELLO BIOECOLOGICO
Abbiamo detto che la teoria dei sistemi di Bronfenbrenner non si limita a descrivere lo sviluppo in termini relazionali-familiari, ma ne parla facendo riferimento alla realtà sociale nel suo insieme, in che senso? Ognuno nasce e cresce immerso nel proprio sistema biosociale; tale sistema è composto da parti che a loro volta costituiscono dei sistemi distinti ma in relazione tra loro:
- Microsistema: contesti a diretto contatto con il bambino, che egli sperimenta quotidianamente, da cui è influenzato e su cui influisce (famiglia, compagni di classe, insegnanti…). È costituito dall’ambiente psicologico individuale direttamente vissuto (ruoli, attività, relazioni interpersonali…). Sono microsistema i singoli rapporti che ha il bambino con i familiari, ma anche con la fisicità della casa (i giocattoli, la stanza privata…);
- Mesosistema: insieme di relazioni tra i microsistemi (relazioni scuola-famiglia, relazione famiglia-famiglia allargata);
- Esosistema: include tutti gli ambienti e le relazioni sociali che incidono sullo sviluppo di un bambino, anche se egli non vi entra direttamente in contatto o non ne fa parte (ambiente lavorativo dei genitori, relazioni tra insegnanti e dirigente scolastico…). Include i diversi tipi di influenza indiretta sullo sviluppo del bambino (se la mamma torna a casa frustrata a causa del proprio lavoro e si sfoga con il bimbo, quest’ultimo ne soffre pur non essendo direttamente coinvolto nell’attività lavorativa);
- Macrosistema: indica la società nel suo complesso. Include politica, valori comunitari in relazione a quelli famigliari, religione, etnia, cultura, classe sociale, episodi storici rilevanti come la pandemia Covid-19, l’avvento dei social ed il cambio delle tradizioni.
Come avere una visione d’insieme?
Ricapitolando, il microsistema include il rapporto alunno-insegnante, alunno-alunno, le caratteristiche fisiche dell’aula, le strategie didattiche; il mesosistema include la relazione scuola-famiglia, la relazione tra compagni di classe e insegnanti (si pensi all’effetto di un bambino iperattivo sull’intera didattica e sul clima di classe); l’esosistema include la vita privata di insegnanti e compagni, i conflitti tra docenti, l’eventuale burnout di insegnanti o genitori; il macrosistema include la gestione dell’istituzione scolastica da parte ad esempio del Ministero o l’importanza che viene data all’istruzione (se prioritaria o facoltativa). Ai fini di uno studio (oppure della psicoterapia), parlando solo con il bambino la visione della situazione è parziale.
Il lavoro del clinico è investigativo, deve raccogliere indizi provenienti non solo dal paziente, ma anche dalla famiglia, dagli insegnanti… i bambini non si comportano allo stesso modo in tutti i contesti. A questo proposito si parla infatti di multi-informant approach: utilizzare i diversi punti di vista di persone che hanno differenti ruoli e competenze al fine di raccogliere informazioni il più esaustive possibile su un determinato soggetto. Un approccio di questo tipo è fondamentale con i bambini più piccoli che ovviamente non possono compilare autonomamente un questionario ma necessitano del supporto genitoriale.
Bronfenbrenner: ecologia dello sviluppo umano nello specifico
Proprio i bambini sono il target della teoria ecologica di Bronfenbrenner dal momento che sono loro gli adulti di domani e l’evoluzione della loro traiettoria evolutiva dipende dal sistema nel quale vivono fin da piccoli. I bimbi possono avere difficoltà nel descrivere il proprio vissuto attraverso misure self-report per via dei limiti cognitivi imposti dall’età. Tendendo a selezionare risposte estreme nei questionari e a riferirsi ad una sola esperienza, inoltre possono essere resistenti al riferire vissuti negativi per proteggersi. Anche i genitori presentano svariati bias, ragion per cui in clinica è sempre meglio non fare completo affidamento sul loro punto di vista. Ad esempio, le ricerche hanno dimostrato che tendono a sovrastimare le difficoltà nel contesto scolastico soprattutto se loro stessi in passato hanno avuto difficoltà in quel contesto. Le esperienze personali del genitore influenzano tantissimo il giudizio e la valutazione del figlio o del contesto in cui si trova, spesso per proiezione («mi sono trovato male a scuola, quindi anche mio figlio si sta trovando male»). È stato visto che i bambini con DSA (Disturbi Specifici dell’Apprendimento) non riconoscono gli stessi deficit che invece genitori ed insegnanti trovano, e comunque genitori ed insegnanti rilevano carenze differenti nel bambino a seconda della loro prospettiva. Per questo motivo è necessario prendere in considerazione il parere relativo di tutti.
MACROSISTEMA: CAMBIAMENTI STORICO-SOCIALI E SVILUPPO
Parliamo di teoria dei sistemi evolutivi dinamici: non possiamo considerare un aspetto senza considerare anche gli altri. Lo sviluppo umano nel corso delle successive epoche storiche può essere studiato entro un quadro teorico dei sistemi evolutivi che coinvolgono transazioni tra diversi fattori di ordine biologico, sociale (modificazione della famiglia), culturale (ruolo della donna), economico (distribuzione delle ricchezze), tecnologico (diffusione nuovi mezzi di comunicazione). Questi cambiamenti producono effetti rilevanti sullo sviluppo psicologico di gruppi e individui, sul piano culturale ma anche biologico. In che modo una modificazione sistemica così «alla lontana» può avere un effetto sulla biologia microscopica di un singolo individuo? Il cervello è l’organo che tra tutti risente di più delle modificazioni ambientali; l’ambiente lo plasma in collaborazione con la genetica individuale, dando vita a miliardi di combinazioni evolutive possibili. Seguono alcuni esempi di cambiamenti generazionali che investono la dimensione biologica, con implicazioni per lo sviluppo psicologico:
- Si pensi all’aumento della obesità in età di sviluppo e all’impoverimento di alcune capacità motorie. È stato osservato 1. Un trend involutivo della resistenza aerobica associato ad una involuzione delle prestazioni coordinative di controllo veloce della forza, che sono indicative anche di un decremento della capacità di resistenza; 2. Un trend crescente per le performance di coordinazione oculo-manuale. Sono inevitabili le conseguenze sulla modalità di gioco del bambino. Entrambi gli andamenti sono spiegabili a livello di macrosistema: si sta perdendo l’attività di moto spontaneo (non inteso come sport strutturato, ma come gioco libero al parco) in favore di videogiochi e dispositivi elettronici;
- Un altro dato biologico è quello dell’anticipazione dello sviluppo puberale (rilevato sulla base del menarca). L’obesità infatti è associata ad una più bassa età puberale, ed abbiamo visto che sta aumentando. Si crea così una discrepanza tra maturità fisica e psicologica. Recente è la notizia del boom di gravidanze under 15 post pandemia, un dato che sarebbe stato strano nel secolo scorso, ma che oggi non ci stupisce;
- Un terzo elemento è quello dell’aumento delle nascite di bambini sottopeso perché banalmente le condizioni sanitarie sono decisamente migliorate rispetto alle epoche storiche passate, di conseguenza i bambini che nascono prematuri tendono a sopravvivere, ma il più delle volte vi è un prezzo per queste vite. I bambini che nascono sottopeso generalmente presentano più difficoltà attentive e cognitive, ma le conseguenze sono anche sulle dinamiche familiari e relazionali. Si tratta di bambini che non possono essere presi in braccio, né toccati per molto tempo subito dopo la nascita, il rischio è quello di sviluppare uno stile di attaccamento disfunzionale che può portare ad una maggiore difficoltà scolastica e relazionale in età adulta.
Effetto Flynn: l’intelligenza sta aumentando?
Un evidente esempio di effetto culturale sullo sviluppo mentale è descritto dall’Effetto Flynn secondo cui sembra si stia verificando un aumento dell’intelligenza nel corso dell’ultimo mezzo secolo, misurata In termini di quoziente intellettivo (QI). Tale effetto cambia in relazione all’età e alle nazioni, risultando più forte per i paesi in via di sviluppo, in attenuazione o addirittura in arresto in alcuni paesi ad economia più avanzata. I progressi medi sono stati più alti nelle componenti visuo-spaziali della scala Wechsler, meno alti nelle componenti verbali, specie negli ultimi anni per i bambini in età prescolare, come mai?
Vi è un cambiamento dell’equipment cognitivo. Il ragionamento ipotetico è sempre più utilizzato negli ultimi secoli e a lungo andare va a sviluppare la componente astratta che viene misurata dai test di QI. I risultati forse non sarebbero altrettanto alti se i test valutassero la componente pratica, concreta, quotidiana… Alcuni studi dell’ultimo decennio, evidenziano tuttavia un Negative Flynn Effect: che la causa sia genetica? Sembrano diminuire infatti, in particolare negli USA, gli indici di creatività (anche in età prescolare), misurati nel corso degli ultimi decenni con il test di Torrance.
Più intelligenti ma più egoisti
I cambiamenti al livello ecologico che Bronfenbrenner ha definito «macrosistema» hanno modificato profondamente molteplici aspetti dei processi di socializzazione nello sviluppo, dove «socializzazione» va intesa come l’acquisizione di modelli di comportamento, di modalità di funzionamento cognitivo ed emotivo, di credenze e valori attraverso l’esperienza sociale e culturale. I processi psichici superiori (o meglio le fondamenta biologiche del pensiero astratto) vengono modellati dall’esperienza socioculturale del bambino in fase di sviluppo. Si pensi ad alcune tra le modificazioni socioculturali degli ultimi tempi:
- Il peso delle relazioni parentali (famiglia) è diminuito;
- Il peso del gruppo dei pari (amici) è aumentato;
- Il peso dei media (televisione, internet, telefonia) è notevolmente aumentato. I genitori sono molto meno competenti rispetto ai pari sul fronte della tecnologia. È sempre bene restare al passo con i tempi onde evitare di perdere l’attenzione del proprio figlio. Non gli si può parlare in inglese se lui sa parlare italiano.
I cambiamenti macrosistemici hanno importanti effetti su diverse dimensioni dello sviluppo, anche attraverso modifiche del funzionamento neurobiologico: organizzazione cognitiva, dinamiche relazionali, sviluppo emotivo… È stato visto ad esempio che sia le capacità di empathic concern (comprensione empatica) che quelle di perspective taking (immedesimazione) stanno calando. Come conseguenza, al contrario, da un’altra ricerca, è emerso che il materialismo («l’avere sempre di più») e il narcisismo stanno aumentando sempre più. In breve, siamo più intelligenti ma più egoisti dei nostri nonni e dei nostri genitori. Pare che nei paesi con un maggior utilizzo di internet vi sia un tasso più elevato di crescita dei suddetti fattori, ma di certo questa non è l’unica causale, in linea con la suddetta teoria dei sistemi dinamici. Anche perché se da un lato l’online technology crea problemi, dall’altro facilita la socializzazione… Per ogni modificazione sistemica vi sono effetti negativi e positivi, per ottenere quelli positivi è necessario essere pronti a fronteggiare anche i negativi.
Fonte
- Psicologia dei legami familiari, Il mulino.
Scabini E. & Iafrate R. (2019) - Ecologia dello sviluppo e individualità, Raffaello Cortina Editore.
Varin D. (2005) - Twenge, J. M., & Foster, J. D. (2010). Birth cohort increases in narcissistic personality traits among American college students, 1982-2009.
Social Psychological and Personality Science