Di recente si parla molto in Italia del ritorno del castoro europeo. Questa specie è molto importante per via del suo ruolo all’interno dell’ecosistema: si tratta infatti di una specie chiave e un ingegnere ecosistemico, in grado di modificare radicalmente l’ambiente in cui vive, influenzando la biodiversità e i processi ambientali. La specie in passato è stata vicina all’estinzione, ma la protezione legale e le reintroduzioni hanno permesso il suo recupero, ed oggi è in espansione in tutta Europa. In questo articolo affronteremo tutti questi argomenti.
IN BREVE
Indice
IL CASTORO EUROPEO
Il castoro eurasiatico (Castor fiber) è il secondo roditore più grande del mondo, ed è una specie iconica per le sue abilità di modificare gli ecosistemi in cui vive. È infatti definito un ingegnere ecosistemico, grazie alla sua attività di creazione di dighe all’interno dei corsi d’acqua dove vive, ed è anche una specie chiave, la cui presenza influisce su tutte le altre specie. Il genere Castor si è originato tra 9 e 4,9 milioni di anni fa, e contiene attualmente due specie: Castor fiber e Castor canadensis. Solo nel 1973 le due specie sono state considerate distinte grazie a studi genetici che ne hanno accertato le differenze.
Ecologia ed etologia
Il castoro europeo è una specie monogama che può vivere fino a 7-8 anni, e vive in piccoli gruppi familiari. In genere si accoppiano una volta l’anno, dando alla luce 1-3 cuccioli. Di solito i castori vivono in gruppi familiari, formati dalla coppia dominante, e dai cuccioli degli anni precedenti. La dispersione si verifica all’incirca ai 2 anni di età, e gli individui possono spostarsi per molti km lungo il corso d’acqua prima di insediarsi in un nuovo territorio, di dimensioni variabili, con una lunghezza che va da 0,5 a 12,8 km. Attraverso secrezioni di castoreum, i castori marcano il territorio e cercano di evitare conflitti. L’idoneità ambientale per il castoro è spesso determinata dalla presenza di foreste, o di zone ripariali ricche di vegetazione e piante legnose. In assenza di piante, il castoro europeo può sfruttare anche le colture presenti nei campi agricoli. Anche la topografia dell’area influisce, o la profondità dell’acqua e la distanza tra le sponde. Il castoro durante l’inverno si ripara all’interno delle sue tane, costruite all’interno delle dighe, o a volte sulle sponde del fiume, e spesso va in letargo.
Distribuzione: la quasi estinzione e la rinascita
La caccia portata avanti dall’uomo durante il XIX° secolo a quasi causato l’estinzione del castoro europeo, di cui erano rimasti solo 1.200 individui, divisi in otto popolazioni divise. La pelliccia, la carne ed il castoreum (usato nella medicina tradizionale), sono stati i fattori che hanno spinto l’uomo a cacciarlo fino quasi all’estinzione. All’inizio del XX° secolo la specie è stata protetta legalmete, e sono iniziati diversi progetti di reintroduzione (il primo nel 1922) per cercare di ristabilire la specie dove era presente. Tuttavia alcune di queste reintroduzioni sono state inefficaci, mentre altre hanno portato alla reintroduzione del castoro nordamericano in Finlandia, quando ancora si riteneva che le due specie fossero una sola. Nonostante le imprecisioni dei programmi di reintroduzione, il castoro europeo è riuscito a rifondare popolazione stabili nella maggior parte dei paesi dove è stato reintrodotto, anche grazie alla sua plasticità ecologica e alla adattabilità. Oggi si stima che in Europa vivano circa 1.5 milioni di castori, ed ormai quasi tutti i paesi una volta occupati sono stati nuovamente abitati, ad eccezione di Portogallo e alcuni paesi dell’est Europa. Nonostante sia ormai una specie non a rischio di estinzione, ad oggi il castoro europeo è ancora protetto dalla Direttiva Habitat nell’Allegato IV, pertanto è vietato catturarli, ucciderli o disturbali, a meno di autorizzazioni.
IL CASTORO EUROPEO TRA ESPANSIONE E CAMBIAMENTO CLIMATICO
Nonostante la specie oggi abbia quasi recuperato il suo areale storico, non è chiaro in futuro cosa potrebbe accadere a questa specie, soprattutto considerando gli effetti del cambiamento climatico. Un recente studio ha provato a valutare l’impatto del cambiamento climatico sulla distribuzione del castoro in futuro. Per farlo, sono stati creati dei modelli tenendo conto di tutte le variabili ambientali importanti per il castoro, dal clima, alla portata dei fiumi, passando per la pendenza e l’impatto umano. Sono stati considerati diversi scenari di cambiamento globale, e sono stati inclusi i cambiamenti previsti nel regime idrologico dovuti al cambiamento climatico. I risultati, a livello europeo, mostrano nelle condizioni attuali una buona idoneità ambientale per il castoro in diverse zone europee. I fiumi principali, quelli più grandi sono in generale meno idonei, sia per l’elevato livello di impatto umano al loro interno, che ne riduce anche la connettività, sia per l’elevata portata che rende difficile per un castoro formare delle dighe. Le proiezioni al futuro mostrano una generale riduzione dell’idoneità ambientale a livello europeo, con brusche diminuzioni in Europa centrale, dove il castoro è abbondante, e in Europa meridionale, dove la specie non è ancora presente con grandi popolazioni. Gli unici luoghi dove l’idoneità ambientale aumenta nelle proiezioni al futuro sono le zone europee settentrionali, come la Scandinavia, i paesi baltici, la Finlandia e la Russia.
Il castoro in Italia
Di recente il castoro europeo si è diffuso anche in Italia, dove è presente in 3 diverse aree: nel nord-est, nella zona di Tarvisio, nel centro, tra Toscana e Umbria sulla Val Tiberina, e nel fiume Volturno, tra Campania e Molise. La prima segnalazione nella parte settentrionale del paese è dovuta ad una probabile ricolonizzazione naturale dall’Austria, dove il castoro era già presente. Al contrario, si sospetta che la presenza del castoro in Italia centrale, tra Toscana e Umbria, ma anche tra Campania e Molise, sia legata ad una reintroduzione illegale o più probabilmente a più reintroduzioni illegali. Per questi castori, frutto di reintroduzioni illegali, si potrebbe provvedere a delle traslocazioni. Infatti, sebbene il castoro europeo sia una specie protetta, la Direttiva Habitat prevede che laddove vi sia prova certa di una reintroduzione illegale, e quindi non pianificata e senza il consenso della popolazione locale, si debba provvedere alla rimozione degli individui. Tuttavia, nel caso venisse accertato che la specie si è stabilizzata nel territorio e che vi siano vari eventi di riproduzione, allora la specie non può essere rimossa. Pertanto la situazione è ancora poco chiara e non definitiva, e serviranno ulteriori studi per capire l’estensione della popolazione e la sua grandezza.
Un’analisi di idoneità ambientale per il castoro europeo nelle aree protette italiane
Nel caso i castori presenti in Italia centrale dovessero essere rimossi, dove potrebbero vivere meglio? E nel caso di una reintroduzione pianificata, quali aree protette potrebbero essere le più idonee? Un recente studio ha cercato di rispondere a questa domanda, analizzando l’idoneità ambientale nelle aree protette italiane. I risultati mostrano che le aree protette più adatte al castoro sono presenti nella pianura padana, nell’Appennino settentrionale e centrale, e nella parte più occidentale delle Alpi. In generale le Alpi non appaiono idonee, e ugualmente la parte meridionale del paese. Nel futuro in Italia i modelli previsti dallo studio indicano una diminuzione dell’idoneità ambientale, che però resterà comunque elevata in queste zone. Una eventuale traslocazione o reintroduzione quindi potrebbe essere prevista in queste aree.
PRESENZA DEL CASTORO ED EFFETTI SULL’ECOSISTEMA
Il castoro europeo è un male o un bene per l’Italia? Nella stragrande maggioranza dei casi un bene, ma vista la capacità del castoro di influenzare e modificare l’ecosistema in cui vive, l’eventuale reintroduzione del castoro deve essere attentamente pianificata, per evitare possibili problemi con le popolazioni locali. Il castoro può modificare radicalmente un ecosistema attraverso la sua azione di creazione di dighe, che modificano il corso d’acqua (alzandone il livello), cambiandone quasi tutti i parametri, e modificando la vegetazione e la zona ripariale, nutrendosi di piante e alberi. In generale, il castoro rende il sistema fluviale più lentico, il flusso d’acqua rallenta, questo altera alcuni parametri chimico-fisici, come la velocità di sedimentazione o l’erosione, e il tasso di decomposizione. Anche la temperatura viene modificata. Le dighe trattengono materiali e sedimenti, modificando il ciclo dei nutrienti. Ad esempio, le aree occupate dal castoro europe, a causa del maggior input di sostanza organica (piante e legno morto) hanno livelli più alti di fosforo e zolfo, due nutrienti molto importanti. Inoltre, anche la capacità di purificazione biologica delle acque è più alta in presenza di castori, anche fino a 10 volte. Altri effetti importanti anche per l’uomo, includono la prevenzione di eventi di alluvione, stabilizzando il flusso d’acqua, e il mantenimento di acqua anche durante eventi di siccità. Tutte queste azioni a livello paesaggistico fanno aumentare l’eterogeneità ambientale, producendo tanti micro-ambienti diversi.
Influenza sulla biodiversità
Di conseguenza, anche la biodiversità viene influenzata, e in generale tende ad aumentare in presenza dei castori: di solito le specie adattate a sistemi lotici (flusso d’acqua veloce) tendono a scomparire, mentre appaiono specie abituate a sistemi lentici. Ad esempio, i salmonidi tendono a scomparire, mentre i ciprinidi aumentano, ma questo effetto dipende anche dalla temperatura e dalla topografia. Alcuni studi hanno scoperto che le zone umide progettate dai castori sostenevano un pool di specie più ampio e distinto rispetto ad altre zone umide nello stesso paesaggio e che questo effetto non era semplicemente un prodotto di attrarre taxa comuni, generalisti o non nativi. Ricchezza e diversità dei rettili sono elevate nei siti dove vivono i castori, e soprattutto abbondano le tartarughe. Tra gli anfibi, mentre gli anuri sono spesso abbondanti, gli urodeli sono molto rari. Molte specie di uccelli sono attratte dagli stagni dei castori, come specie migratrici, che nidificano in questi ambienti. Questi habitat possono anche attirare predatori piscivori, come mammiferi, uccelli o rettili. Dal punto di vista vegetale, le piante presenti in habitat privi di castori europei sono in genere più grandi, a crescita lenta e con un moderato adattamento allo stress, che riflette un ambiente più stabile. Al contrario, le piante che si trovano nelle aree occupate dai castori sono spesso piccole, a crescita rapida e ben adattabili a eventuali stress (come l’oscillazione del livello dell’acqua). Un cambiamento frutto del dinamismo ecologico imposto dal castoro. Tra le piante più utilizzate dal castoro europeo troviamo il pioppo, il salice a la betulla, mentre l’ontano è spesso usato per creare le dighe.
Fonte
- Serva, D., Biondi, M., & Iannella, M. (2023). The Eurasian beaver range expansion reveals uneven future trends and possible conservation issues: an European assessment.
Biodiversity and Conservation - Halley, D. J., Saveljev, A. P., & Rosell, F. (2021). Population and distribution of beavers Castor fiber and Castor canadensis in Eurasia.
Mammal Review - Law, A., Levanoni, O., Foster, G., Ecke, F., & Willby, N. J. (2019). Are beavers a solution to the freshwater biodiversity crisis?
Diversity and Distributions