Capita spesso, nella vita di tutti i giorni, di sentir parlare di quanto l’omosessualità animale sia diffusa nel mondo naturale. Si tratta, infatti, di una delle risposte più comuni a chi sostiene l’anormalità dell’omosessualità. Ma si tratta della verità oppure si un falso mito? Ebbene, scopriremo qui che non sono l’omosessualità è presente nel mondo animale, ma è anche straordinariamente comune.
IN BREVE
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IL PARADOSSO DELL’OMOSESSUALITÀ ANIMALE
L’omosessualità animale è una realtà: in natura non è raro osservare animali dello stesso sesso avere rapporti sessuali. Gli scienziati, da qualche decennio, hanno quindi cominciato a studiare questi fenomeni in modo da dare una spiegazione scientifica a questi comportamenti. L’omosessualità tra animali, a prima vista, sembrerebbe infatti andare poco d’accordo con l’evoluzione darwiniana, la quale si basa sul principio della selezione naturale. Secondo Darwin, gli organismi più adatti a vivere in un certo ambiente hanno maggiori possibilità di sopravvivere, riprodursi, e quindi di trasmettere i propri caratteri favorevoli alle generazioni successive. Si giunge così ad un apparente paradosso evolutivo. Se l’origine dell’attività sessuale è legata alla riproduzione, perché mai questa si verifica anche tra animali dello stesso sesso, nei quali non può ovviamente portare alla fecondazione?
Nella letteratura scientifica si è soliti non parlare di eterosessualità o di omosessualità tra animali. Si preferisce infatti utilizzare i termini SSB, o same-sex sexual behavior, e DSB, o different-sex sexual behavior. Ma perché viene fatto questo? L’obiettivo degli scienziati è quello di evitare, in questo modo, un’antropomorfizzazione della sessualità animale. SSB e DSB sono vere e proprie “categorie scientifiche”, libere da quelle sfumature di carattere sociale che invece caratterizzano i significati di “omosessualità” ed “eterosessualità”. I significati di SSB e DSB fanno riferimento, oltre che al rapporto sessuale vero e proprio, anche al corteggiamento, all’attaccamento, alla formazione di una coppia e alla genitorialità. Bisogna però anche tenere ben presente che nella maggior parte dei casi (anche se non sempre) l’omosessualità tra animali non è esclusiva: si possono infatti distinguere numerosi casi di bisessualità, simultanea oppure sequenziale.
OMOSESSUALITÀ TRA ANIMALI
I casi di omosessualità animale più interessanti da studiare sono quelli che si verificano in uccelli e mammiferi, per via della complessità delle relazioni sociali che caratterizzano questi animali. Un caso particolarmente interessante e famoso, tra gli uccelli, è quello dei pinguini antartici Roy e Silo, nati e cresciuti in cattività nello zoo di Central Park. I pinguini sono soliti formare coppie monogame in occasione della stagione riproduttiva. Roy e Silo, entrambi maschi, formarono nel 1998 una coppia stabile che durò per ben 6 anni, fino al 2005. Diventarono persino genitori adottivi! I due pinguini furono infatti osservati nel tentativo di covare un sasso, e fu così deciso di affidare loro un uovo, dai quali nacque Tango.
Tra i mammiferi, un caso molto interessante di omosessualità tra animali è quello dei primati, in quanto vicinissimi alla specie umana dal punto di vista evolutivo. Un caso particolarmente curioso, per esempio, è quello dei bonobo. Questi primati formano società matriarcali nelle quali l’attività sessuale ricopre un ruolo particolarmente rilevante. Il sesso, nei bonobo, rappresenta infatti un mezzo per formare legami sociali, risolvere conflitti e riconciliarsi. Questi primati non formano relazioni monogame e i rapporti sessuali tra animali dello stesso sesso sono estremamente frequenti.
Uccelli e mammiferi, tuttavia, non sono gli unici ad intraprendere rapporti sessuali tra individui dello stesso sesso. L’omosessualità animale è stata osservata anche tra pesci, rettili, anfibi e insetti. Si tratta quindi di un comportamento estremamente diffuso nel mondo animale, anche se ogni specie animale costituisce un caso a sé. La sessualità animale è infatti estremamente diversificata, e se si vuole affrontare l’argomento dell’omosessualità tra animali da un punto di vista evolutivo è importante tener conto di tutte queste differenze. Per esempio, nei pesci è piuttosto diffuso l’ermafroditismo sequenziale: molti pesci cambiano sesso nel corso della propria vita.
Genetica dell’omosessualità animale
Alcuni scienziati, da qualche decennio, hanno cercato di comprendere il fenomeno dell’omosessualità animale da un punto di vista genetico. Diversi studi effettuati su famiglie e gemelli suggeriscono infatti che l’orientamento sessuale potrebbe essere influenzato, almeno parzialmente, da fattori genetici. Alcuni studi, per esempio, mostrano che i gemelli hanno più probabilità di condividere lo stesso orientamento sessuale rispetto a fratelli o sorelle. Diversi genetisti hanno quindi cercato di identificare, in diverse specie animali, regioni del DNA (il DNA cos’è?) che potrebbero svolgere un ruolo importante nella determinazione dell’orientamento sessuale dell’individuo. Nel DNA del topo, per esempio, sono stati identificati il gene TRP2, che svolge un ruolo importante nella discriminazione dei sessi, ed i geni αER e βER, i quali influiscono sul comportamento sessuale maschile.
Altri scienziati, invece, hanno condotto le proprie ricerche sulla specie umana. Nel 2019, per esempio, sono stati pubblicati su Nature i risultati di uno studio inglese fatto su un campione di 500.000 individui. Gli autori hanno concluso che il DNA ricopre un ruolo di secondo piano nella determinazione dell’orientamento sessuale degli esseri umani. Nella ricerca è infatti emerso che la sua influenza sembra essere inferiore al 25%. Il resto, secondo gli scienziati, sarebbe invece da imputare a fattori ambientali e culturali.
Si può quindi affermare che non esiste alcun “gene dell’omosessualità”: l’orientamento sessuale umano è influenzato da una moltitudine di geni differenti, molti dei quali non sono ancora stati identificati. Tra questi non ne è stato individuato alcuno che sembri avere una maggior influenza rispetto agli altri. Il fattore genetico, inoltre, sembra avere un ruolo secondario rispetto a quello svolto dai fattori socio-culturali.
EVOLUZIONE DELL’OMOSESSUALITÀ ANIMALE
Risolviamo, una volta per tutte, il paradosso dell’omosessualità tra animali: qual è il motivo per cui questa è così diffusa, se sembra essere così in contrasto con l’evoluzione darwiniana? Proviamo ad analizzare la sessualità animale da un punto di vista più ampio. Gli animali talvolta intraprendono rapporti sessuali con animali appartenenti a specie diverse, o persino animali morti e oggetti inanimati. Questi, così come il rapporto sessuale con un animale di uno stesso sesso e anche l’auto-stimolazione sessuale, non possono in nessun caso portare a fecondazione.
Risulta difficile pensare che tutti questi comportamenti, molto diffusi nel mondo naturale, si siano originati in così tanti gruppi di animali diversi e che siano poi sopravvissuti al passare del tempo. Alcuni scienziati ritengono quindi che, originariamente, non esistesse negli animali alcuna “preferenza sessuale”. L’omosessualità animale non sarebbe quindi una “deviazione” da una “eterosessualità normale”, ma discenderebbe da un comportamento sessuale ancestrale indiscriminato.
Si ritiene che l’omosessualità tra animali, in certi contesti, possa comportare un concreto vantaggio evolutivo, anche se non immediatamente evidente. Le possibili spiegazioni sono numerose e diverse. Per esempio, l’omosessualità animale potrebbe permettere di mantenere e rafforzare le relazioni sociali tra individui di una stessa popolazione, oppure rappresentare una sorta di “valvola di sfogo” per diminuire l’aggressività all’interno della specie stessa. Questo, per esempio, potrebbe essere vero per i bonobo. Inoltre, nel caso di esemplari giovani, l’omosessualità tra animali potrebbe avere la funzione di fornire esperienza per l’insieme dei comportamenti associati alla riproduzione, tra cui il corteggiamento e la copula. È questo il caso, per esempio, del moscerino della frutta.
Fonte
- J. Lambert (2019). No ‘gay gene’: study looks at genetic basis of sexuality.
Nature - J.D. Monk, E. Giglio, A. Kamath, M.R. Lambert and C.E. McDonough (2019). An alternative hypothesis for the evolution of same-sex sexual behavior in animals.
Nature Ecology & Evolution - A. Poiani and A. Dixson (2010). Animal Homosexuality: A Biosocial Perspective.
Cambridge University Press - B. Martina (2023). Il comportamento omosessuale in natura: un approccio evolutivo.
Thesis and Dissertation Padua Archive