Il Robot da Vinci, sviluppato da Intuitive Surgical, ha trasformato radicalmente il mondo della chirurgia robotica. Nato da un’idea che un tempo apparteneva alla fantascienza — unire la telepresenza chirurgica alla precisione estrema della robotica — è oggi una tecnologia concreta e avanzata, adottata in oltre 60 paesi. Costantemente aggiornato, continua a evolversi, ridefinendo ogni giorno i confini della chirurgia mininvasiva.
Robot Da Vinci: cos’è e perché è nato
La chirurgia robotica è nata dall’interazione tra sviluppi tecnologici, esigenze cliniche e iniziativa militare, mirando a superare i limiti dei metodi tradizionali. Gli anni ’80-90 videro i primi esperimenti, come il robot PUMA 560 (1988) per biopsie cerebrali, che dimostrarono come la precisione meccanica potesse ridurre errori umani. Successivamente, la collaborazione tra NASA, Stanford e l’esercito statunitense introdusse il concetto di telepresenza: una piattaforma che permettesse interventi a distanza in zone di guerra, riducendo rischi per i pazienti lontano dal fronte.
Da questa ricerca emersero i primi sistemi come AESOP, controllato a voce per la tenuta della camera laparoscopica, e ZEUS, che nel 1998 fu impiegato per realizzare un bypass cardiaco a cuore battente. Il vero punto di svolta fu però rappresentato dal sistema da Vinci® (inizialmente noto come Green Telepresence, sviluppato da SRI), chiamato così in onore dello scienziato italiano che già nel Quattrocento immaginò una macchina automatica azionata da carrucole e fili. Questo sistema, dotato di pinze articolate con sette gradi di libertà, permetteva movimenti estremamente delicati anche in spazi ristretti.
La sua diffusione si deve a tre fattori principali: l’elevata precisione, che consentiva di eliminare i tremori tipici della mano umana e garantire un controllo millimetrico; la capacità di minimizzare l’invasività, adattandosi alle tecniche laparoscopiche preesistenti e permettendo interventi attraverso micro-incisioni; e infine la notevole flessibilità, grazie al sistema master-slave che rese possibili procedure complesse, come la mitralvalvoplastica del 1998, senza compromettere la visibilità, assicurata da una visione tridimensionale ad alta definizione.
Negli anni 2000, la fusione tra Computer Motion (ZEUS) e Intuitive Surgical consolidò il robot Da Vinci come standard, mentre nuove aziende (come Medtronic o TransEnterix) hanno introdotto concorrenza. Oggi, la chirurgia robotica rappresenta una sintesi tra innovazione tecnologica, esigenze cliniche e applicazioni civili/militari, rivoluzionando campi come l’urologia, la cardiologia e l’oncologia.
Robot Da Vinci: struttura e funzionamento
Il sistema da Vinci® è composto da:
- Console chirurgica: progettata per ridurre lo sforzo fisico del chirurgo, consentendogli di operare in posizione seduta. Il chirurgo indossa un visore binoculare che fornisce una visuale tridimensionale in alta definizione dell’area operatoria, amplificata fino a 10 volte rispetto alla visione tradizionale. Ci sono dei dispositivi attaccati alle mani del chirurgo, che permettono di muovere i bracci robotici in modo naturale e preciso. Infine anche una pedaliera che Controlla funzioni come cauterizzazione elettrica o dispositivi ultrasonici tramite pedali.
- Manipoli: traducono i movimenti manuali del chirurgo in input digitali per i bracci robotici. Essi consentono di replicare i gesti manuali in modo naturale, con un sistema che inverte la direzione del movimento (risolvendo il problema dell’effetto “fulcro” della laparoscopia). Sono dotati di un filtro dei tremiti in modo da ridurre i tremori manuali del chirurgo. Ultimo elemento saliente è la scalabilità in quanto i movimenti vengono ridimensionati (es.: un movimento di 2 cm delle mani diventa 1 cm negli strumenti), aumentando la precisione in aree delicate.
- Carrello robotico: sostiene i bracci robotici e gli strumenti in prossimità del paziente. Posizionato accanto al tavolo operatorio, il carrello è dotato di un’arcata centrale che regge i bracci. Include componenti per la stabilizzazione elettromeccanica e sistemi di illuminazione per migliorare la visuale e Consente di regolare la posizione dei bracci per adattarsi alle esigenze anatomiche del paziente.
- Bracci robotici: in genere sono quattro, un braccio per l’endoscopio (video-camera 3D a 0° o 30°) e tre bracci per gli strumenti chirurgici (pinze, forbici, aghi, ecc.). Ogni braccio robotico è dotato di 7 gradi di libertà in modo da permettere movimenti complessi (rotazioni, snodi, presa), superando le limitazioni della chirurgia manuale. Permettono precisione millimetrica e stabilità.
In definitiva durante l’intervento la procedura prevede che il chirurgo si collochi alla consolle, utilizzando i manipoli per dirigere i bracci. Gli strumenti, introdotti tramite piccole incisioni (1-2 cm), operano all’interno del paziente. L’endoscopio invia immagini in tempo reale, mentre i bracci eseguono i movimenti con precisione millimetrica. Il carrello e i bracci rimangono stabili, garantendo un ambiente di lavoro costante.
Robot da Vinci in Italia
Il da Vinci robot chirurgico è oggi ampiamente diffuso in Italia, con numerosi ospedali e cliniche che lo utilizzano per interventi mininvasivi in diverse specialità. Introdotto per la prima volta nel 1999, ha segnato una svolta nella chirurgia robotica, portando il nostro Paese a contare oggi oltre 200 sistemi attivi in 168 strutture, di cui 130 pubbliche, con più di 300.000 pazienti trattati e oltre 50.000 interventi previsti nel 2024.
Le specialità che più hanno beneficiato di questa tecnologia sono urologia, chirurgia generale e ginecologia, che rappresentano circa l’80% delle procedure. Il restante 20% coinvolge ambiti ad alta complessità come toracica, cardiochirurgia, ORL e chirurgia pediatrica. Tra le applicazioni più consolidate spicca la robot da Vinci urologia, dove la precisione del sistema consente interventi mininvasivi altamente efficaci. In particolare, l’impiego in ambito robot da Vinci prostata ha migliorato gli esiti clinici, riducendo complicanze e tempi di recupero. Nel settore pediatrico, la RAS è ancora limitata, con solo 9 unità specializzate in Italia che l’hanno adottata. la tecnologia presenta vincoli critici: i dispositivi sono progettati per adulti, rendendo difficoltoso l’impiego su pazienti con peso inferiore ai 15 kg o età minore di 2 anni a causa delle dimensioni delle porte e dei trocari.
In Italia, l’azienda Ab Medica è il principale distributore del sistema robotico da Vinci, occupandosi di installazione, manutenzione e aggiornamento delle piattaforme, oltre a gestire centri di formazione avanzata per chirurghi e personale medico. I corsi, sviluppati con Intuitive Surgical, includono teoria, simulazioni virtuali e training su modelli reali, con programmi di aggiornamento continuo per restare al passo con le innovazioni tecniche.
Per quanto riguarda i costi, il robot da Vinci prezzo varia in base alla configurazione scelta e agli accessori inclusi; per informazioni dettagliate è disponibile il listino ufficiale fornito da Ab Medica. A partire dal 2026, Intuitive Surgical, robot da Vinci produttore, assumerà direttamente la distribuzione e il supporto tecnico in Italia e in altri Paesi europei, con l’obiettivo di consolidare la propria presenza sul mercato, migliorare il rapporto con i clienti e facilitare l’accesso alle tecnologie più avanzate.
Dal da Vinci I Standard al robot da Vinci XI
Nel corso degli anni, il sistema da Vinci ha subito diverse evoluzioni, con significative innovazioni tecniche e funzionali. Di seguito, una tabella riassuntiva delle principali versioni e delle loro caratteristiche distintive.
Versione | Anno di lancio | Caratteristiche principali |
da Vinci Standard (IS1000/IS1200) | 1998-2000 | Prima piattaforma con 3-4 bracci robotici; controllo base degli strumenti; introduzione della chirurgia robotica mininvasiva. |
da Vinci S (IS2000) | 2004 | Miglior controllo degli strumenti endoscopici; maggiore precisione nei movimenti. |
da Vinci S-HD (IS2000 HD) | 2006 | Introduzione della visione 3D ad alta definizione (720p), migliorando la qualità visiva per il chirurgo. |
da Vinci Si | 2009 | Console migliorata con visione 3D HD; strumenti con polso articolato (EndoWrist) con maggiori gradi di libertà; sistema più compatto e flessibile. |
da Vinci Xi | 2014 | Quarta generazione, sistema modulare con bracci più sottili e mobili, possibilità di operare su più quadranti senza spostare il robot; miglior integrazione immagini e strumenti; console avanzata con tecnologia di motion scaling e filtraggio tremore. |
Inoltre, nel 2018 è stata lanciata una versione denominata da Vinci Single Port (SP): una nuova piattaforma con un singolo braccio robotico che consente interventi complessi attraverso un’unica incisione; riduzione dell’invasività e miglior accesso tramite orifizi naturali.
Fonte
- “A short history of robotic surgery”, T. Lane (2018).
The Annals of The Royal College of Surgeons of England. - “Da Vinci surgical robot: clinical applications and perspectives”, G. Maida (2022)
Tesi di Dottorato in Ingegneria Industriale. - “Current Status of Pediatric Robot-Assisted Surgery in Italy: Epidemiologic National Survey and Future Directions”, C. Esposito, L. Masieri et al (2023).
JOURNAL OF LAPAROENDOSCOPIC & ADVANCED SURGICAL TECHNIQUES - “The history of robotic surgery and its evolution: when illusion becomes reality”, A. L. G. Morrell, A. C. Morrell-Junior et al. (2021)
National Library of Medicine