Come le onde prodotte in uno stagno dopo il lancio di un sasso, le onde gravitazionali, secondo la teoria elaborata da Albert Einstein, sono le increspature dello spazio-tempo generate da eventi cosmici violenti.
Ad annunciare la loro scoperta sono stati gli scienziati dell’osservatorio scientifico Laser Interferometer Gravitational-Wave Observatory (Ligo), grazie allo scontro tra due buchi neri avvenuto circa un miliardo di anni fa, rilevato appunto dalle antenne di Ligo e i dati sono stati analizzati tra Europa e Stati Uniti, alla quale l’Italia partecipa con l’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (Infn).
Questi tipi di onde hanno un perimetro relativamente sottile, dovuto al fatto che le loro vibrazioni sono inferiori a quelle prodotte da un atomo (quindi non riusciamo neanche a percepirle) ed è per questo che fino a oggi non sono mai state rilevate.
Perché è importante questo risultato?
Oltre a confermare l’esistenza delle onde gravitazionali, fornisce anche la prima prova diretta dell’esistenza dei buchi neri. Il coordinatore della collaborazione Virgo, Fulvio Ricci ha dichiarato all’agenzia ANSA: “Abbiamo osservato il primo evento in assoluto nel quale una collisione non produce dati osservabili, se non attraverso le onde gravitazionali”. “Tutto”, ha aggiunto, “è durato una frazione di secondo, ma l’energia emessa è stata enorme, pari a 3 masse solari”.
In secondo luogo, la scoperta da validità alla teoria della relatività formulata da Albert Einstein e pubblicata nel 1916.
Secondo il premio Nobel, la gravità è dovuta alla curvatura dello spazio-tempo generata dalla massa di un corpo e ogni spostamento di un qualsiasi corpo dotato di massa causerebbe queste onde.
In pratica, ogni volta che creiamo un movimento, magari mentre camminiamo, o spostiamo oggetti, produciamo queste onde gravitazionali, e più un evento è di una certa portata, più grandi saranno le onde gravitazionali prodotte.
Da qui si aprono le possibilità a teorie che vengono riprodotte soltanto nei film di fantascienza, ad esempio come quella di capire se esistono realmente alcuni fenomeni come i tunnel spazio-temporali, che potrebbero collegare tra di loro punti dell’universo distanti miliardi di anni luce, come avviene nel film “Stargate”, diretto da Roland Emmerich.
Insomma, pian piano i segreti dell’universo stanno venendo a galla e forse un giorno potremo percorrere rotte che andranno oltre la nostra fantasia.
Fonte: focus.it