Il velcro è un materiale molto usato e con tante proprietà, utile per moltissime applicazioni tecnologiche, ma non tutti conoscono la sua storia o la sua reale importanza, infatti spesso viene sottovalutato e ritenuto scontato.
IN BREVE
È pratica comune dare per scontati tanti degli oggetti che ci circondano e non pensare a fondo sulla loro non apparente tecnologia o sulla loro storia. In questo modo purtroppo si perde l’importanza del prodotto, il quale diventa un qualcosa da nulla e quasi senza valore. Un esempio è il velcro, un materiale senza sorprese ormai, chiamato anche “strap” nel gergo comune, attraverso il quale i bambini possono comodamente stringersi le scarpe senza l’aiuto di adulto. Semplice ed affidabile dunque, ma non tutti lo conosco a sufficienza.
Dall’abbigliamento fino ad arrivare alle tute spaziali il velcro fa ormai parte della quotidianità, ma vi siete mai chiesti come funziona?
La storia dell’a nascita del velcro
Tutto nacque per caso quando l’ingegnere svizzero Georges de Mestral, appena tornato a casa dopo una passeggiata tra i boschi nel 1941 notò alcuni acheni spinosi (frutti secchi) di Bardana (Arctium lappa, una pianta molto comune) attaccati sia alle sue calze di lana che al pelo del suo cane. Per capire come questi elementi riuscissero a rimanere incollati ai suoi calzettoni, Georges de Mestral si mise dunque a studiare con il microscopio le proprietà di questi strani arpioni vegetali che aveva addosso.
L’ingegnere svizzero vide qualcosa di fantastico: vi erano presenti dei minuscoli uncini alle estremità delle spine i quali sicuramente erano i responsabili dell’adesione degli acheni sulle superfici. Questo fenomeno sembrò fin da subito notevole agli occhi di de Mestral, infatti sarebbe potuto servire in ambito industriale o chi sa per cosa altro. Ecco quindi che nella sua mente cercò il miglior metodo per riprodurre artificialmente quell’ingegnoso sistema naturale per diffondere i semi di alcune piante attraverso il vello degli animali.
Un altro importante materiale era stato sviluppato per sostituire la seta (troppo costosa) dei paracaduti militari durante la guerra, ovvero il nylon, un tecnopolimero dalle qualità eccezionali, resistente e flessibile. Georges de Mestral utilizzò proprio quest’ultimo per ricreare l’effetto naturale delle piante di Bardana, perciò su una fettuccia copiò la disposizione degli uncini degli acheni e su un’altra superficie quella dei fili di lana del pantalone. In questo modo ottenne il giusto mix creando un nuovo materiale ultraresistente che prese il nome di Velcro, per la fusione delle parole francesi velours (velluto) e crochet (uncino), ossia “uncino di velluto”.
Questo tipo di materiale aveva colpito subito l’ingegnere Svizzero per le sue notevoli proprietà ma sopratutto per il fatto che garantiva l’adesione di due parti in un batter d’occhio e nello stesso tempo le due parti potevano di nuovo essere divise. Il velcro può infatti essere aperto e chiuso migliaia di volte senza consumarsi. In questo modo ottenne un rapido successo, attraverso anche nuove imitazioni dopo il 1978, anno in cui scadde il brevetto di Georges de Mestral.
L’uso dei prodotti: dall’abbigliamento allo spazio
I primi a beneficiarne furono gli astronauti, poiché potevano fissare gli oggetti evitando che svolazzassero in giro e a staccarli quando erano necessari senza limiti di utilizzo. Il resto della popolazione non riuscì a cogliere immediatamente le potenzialità dell’invenzione.
Col passare del tempo il velcro si è diffuso a macchia d’olio nel mondo, a grandi linee, possiamo dire che il velcro oggi viene fabbricato tessendo il nylon in modo tale da produrre un tessuto ricco di piccoli anelli, si procede poi alla “rasatura” degli anelli di nylon fino a ottenere tanti minuscoli gancetti che vengono poi riscaldati e fissati affinché mantengano la loro forma.
Oltre a essere un materiale con un’altissima durata, il velcro grazie alla sua conformazione, può essere fissato e staccato a mano senza particolare fatica, mentre la sua resistenza si nota sulle sue parti laterali. Mediante una stima infatti sappiamo che un quadrato da 12 cm di lato può resistere a un peso di circa una tonnellata. Questa proprietà ha reso utilizzabile il velcro in diversi settori: non solo nel campo dell’abbigliamento, ma anche nell’industria spaziale, anche dall’azienda Argotec, e in campo medico.
Oggi l’azienda Velcro ha la sua sede nel Regno Unito e conta circa 2500 dipendenti, i principali prodotti commercializzati sono:
- Sistemi generici di chiusura a strappo
- Chiusure ultraresistenti
- Nastri e chiusure per prodotti tessili
- Chiusure a uncino tradizionali
- Blocchi di costruzioni per bambini
- Adesivi utili al giardinaggio
Piccola curiosità: nel 2016 la Lexus mette in atto un pasce d’aprile presentando i sedili “Variable Load Coupling Rear Orientation (V-LCRO)”, ovvero ricoperti di velcro per garantire aderenza al sedile durante la guida.
Fonte
- Separable fastening device
Separable fastening device - Adhesive element in cloth form
Adhesive element in cloth form