La retinopatia diabetica è una complicanza del diabete che danneggia gli occhi colpendo la retina. Risulta quindi fondamentale una diagnosi precoce per evitare un peggioramento della condizione, per cui retinopatia diabetica sintomi, stadi e cure sono il fulcro di questa panoramica.
IN BREVE
Le evoluzioni sfavorevoli di tale malattia nello stadio più avanzato (retinopatia diabetica proliferante) possono essere molto gravi. Per prevenire ciò, Google ha creato un’intelligenza artificiale capace di individuare la retinopatia diabetica anche nei primi stadi di sviluppo analizzando una scansione dell’occhio, in modo da consentire una diagnosi precoce che si tradurrebbe nel salvare la vista di milioni di persone in tutto il mondo.
Retinopatia diabetica sintomi e retina
La retinopatia diabetica è una sequela del diabete che colpisce la retina, una membrana presente nella parte posteriore dell’occhio. Tra i sintomi si riscontrano:
- miodesopsie o “mosche volanti”
- visione offuscata
- scarsa visione notturna
- macchie scure e colori sbiaditi nel campo visivo
- riduzione improvvisa dell’acuità visiva.
Tuttavia, tali sintomi possono manifestarsi quando la retina è già gravemente danneggiata ed è essenziale sottolineare che questa patologia, solitamente, colpisce entrambi gli occhi e, se non diagnosticata e trattata in modo corretto, può portare alla cecità.
La struttura d’interesse in particolare è quindi la retina che ricopre un ruolo fondamentale nella vista, contiene infatti delle cellule fotosensibili che, convertendo la luce in impulsi elettrici, trasmettono le immagini al cervello tramite il nervo ottico.
Per svolgere la sua funzione, la retina necessita di un continuo apporto di sangue attraverso una rete di piccoli vasi sanguigni. L’iperglicemia, che è un eccesso di zuccheri nel sangue tipico dei pazienti diabetici, nel tempo danneggia i vasi sanguigni aumentandone la permeabilità e causando quindi la fuoriuscita di liquidi. Questa condizione può svilupparsi sia in pazienti con diabete di tipo 1 sia di tipo 2, ma il rischio aumenta nei pazienti con anni di diabete non controllato o con scarso controllo glicemico. Questa condizione può svilupparsi in modo subdolo, cioè senza presentare segni evidenti nelle fasi iniziali, portando il soggetto a rendersi conto della malattia solamente quando questa è già in fase di avanzata (retinopatia diabetica proliferante).

Retinopatia diabetica stadi
La retinopatia diabetica presenta due stadi di manifestazione di cui il secondo è l’esito sfavorevole del primo:
- la retinopatia diabetica non proliferativa (NPDR): inizialmente è lieve ma può progredire danneggiando i vasi sanguigni retinici, causando micro-aneurismi e sanguinamenti che possono portare all’accumulo di liquidi e provocare così una graduale diminuzione della vista;
- la retinopatia diabetica proliferante (PDR): consiste nel peggioramento della condizione precedente ed è caratterizzata dalla formazione anormale di nuovi vasi sanguigni che possono danneggiare la retina e provocarne il distacco, causando quindi cecità irreversibile.
Dalla retinopatia diabetica si può guarire?
In linea teorica sì, esistono vari trattamenti mirati a preservare la vista e a rallentare la progressione della malattia ma resta fondamentale il tempismo con il quale si inizia a trattare la condizione.
Una delle cure principali per la retinopatia diabetica è la fotocoagulazione laser. Questa tecnica utilizza un raggio laser per bruciare delicatamente i vasi sanguigni danneggiati sulla retina, riducendo così l’edema (l’accumulo di liquidi) e prevenendo ulteriori danni. È particolarmente efficace nella retinopatia diabetica non proliferativa e nell’edema maculare, dove il fluido si accumula nella parte centrale della retina (macula). Nel caso di edema maculare clinicamente significativo (CSME), per affrontare la retinopatia diabetica nuove cure sono state sviluppate: si ricorre a iniezioni di farmaci direttamente nell’occhio che bloccano una sostanza chimica chiamata fattore di crescita endoteliale vascolare (VEGF) che contribuisce allo sviluppo anomalo dei vasi sanguigni nella retina.
In caso di:
- aree ischemiche (con ridotta circolazione sanguigna) nella retina, è necessaria una fotoablazione (tecnica chirurgica per correggere l’invecchiamento cutaneo e il fotoaging) accurata e più estesa;
- sanguinamenti nell’occhio o se si verifica un distacco trazionale della retina, potrebbe essere necessaria una vitrectomia. Questa procedura chirurgica rimuove il fluido o il sangue dall’occhio e può essere utile per preservare o ripristinare la vista negli stadi avanzati della retinopatia diabetica.
Oltre ai trattamenti specifici, controllare i livelli di zucchero nel sangue e la pressione arteriosa è fondamentale, infatti monitoraggio accurato di questi parametri può rallentare la progressione della malattia. Quindi, adottare una gestione accurata del diabete può essere il miglior modo per prevenire la retinopatia diabetica e mantenere una buona salute degli occhi.
Retinopatia diabetica nuove cure e diagnosi
La diagnosi di retinopatia diabetica si basa sull’osservazione delle immagini della retina da parte dello specialista. Ciò avviene attraverso diverse metodologie, tra le più comuni c’è l’esame del fondo oculare. Durante questo esame, l’oculista dilata le pupille con un collirio ed esamina la retina, i vasi sanguigni e il nervo ottico, permettendo di individuare eventuali segni di danni, come perdite dai vasi o la presenza di nuovi.
Alcuni metodi moderni che permettono un’osservazione più dettagliata sono:
- la fluorangiografia, tomografia a coerenza ottica (OCT), che utilizza un colorante iniettato nel braccio per visualizzare la rete dei vasi sanguigni dell’occhio. È utile per individuare problemi di circolazione e per pianificare trattamenti come l’uso di tecnologia laser. La OCT è un esame non invasivo che fornisce immagini dettagliate dei tessuti oculari, specialmente della macula. È essenziale per individuare un edema o accumuli di liquidi nella retina, aiutando anche a valutare l’efficacia del trattamento;
- l’ecografia oculare che esamina le strutture dell’occhio non visibili altrimenti, è utile ad esempio se ci sono sanguinamenti nel vitro.
Questi esami sono cruciali per una diagnosi accurata. Inoltre, è indispensabile per chi ha il diabete sottoporsi a regolari controlli oculistici, soprattutto entro i primi anni dalla diagnosi di diabete, per accertare tempestivamente questa patologia. In caso di cambiamenti improvvisi della vista, può essere decisivo rivolgersi al medico senza indugi.

Importanza della diagnosi precoce e sfide
Nel panorama globale, con 415 milioni di individui affetti da diabete a rischio cecità, la retinopatia diabetica rappresenta una seria preoccupazione soprattutto nelle aree come la regione Asia-Pacifico (APAC), dove appunto è presente un’alta concentrazione di persone diabetiche. L’India, in particolare, è una delle nazioni che si trova centro di questa emergenza. Con oltre 70 milioni di persone affette da diabete, il 18% già mostra segni di questa malattia, mettendo in luce l’urgenza di interventi preventivi e terapeutici più diffusi.
Infatti, una delle sfide principali riguarda proprio la diagnosi precoce che, seguita da un trattamento immediato, può rivelarsi dirimente nel prevenire complicazioni estremamente gravi come la perdita della vista. Tuttavia, esistono ostacoli significativi poiché, nonostante l’incremento dei casi di diabete, molte persone non vengono sottoposte a screening.
La consapevolezza di questa patologia è scarsa, soprattutto in regioni come quelle sopracitate dove ancora una percentuale rilevante di persone vive in comunità rurali. Infatti, tra le ricerche online uno dei risultati più richiesti è “retinopatia diabetica centri di eccellenza“, proprio perché viene concessa ancora troppo poca attenzione a questa patologia. Una distribuzione su tutto il territorio di centri specializzati agevolerebbe le diagnosi precoci, in quanto, al contrario, i lunghi viaggi verso gli specialisti e l’assenza di strutture adeguate complicano ulteriormente il sottoporsi ad esami regolari. Questo scenario porta troppo spesso a diagnosi tardive, quando i danni alla vista sono già evidenti.
La soluzione di Google: l’intelligenza artificiale che diagnostica
Proprio in questo quadro si è inserito il ricercatore di Google, Varun Gulshan, esperto in sviluppo di algoritmi di intelligenza artificiale e appassionato di medicina. L’intuizione di Gulshan è stata quella di sfruttare gli enormi avanzamenti compiuti negli ultimi anni da parte dell’IA nell’analisi di immagini mediche per formulare un algoritmo che potesse aiutare milioni di persone.
In questo caso infatti, l’algoritmo riproduce l’iter del medico:
- prende come input una scansione retinica,
- la analizza ricercando elementi tipici della retinopatia diabetica (come danni ai tessuti nervosi, gonfiore ed emorragia)
- e infine genera la diagnosi.
Nell’ambito dell’intelligenza artificiale questo è reso possibile da una prima fase che viene chiamata “allenamento” del modello: all’algoritmo vengono fatti vedere esempi di scansioni di retine con la rispettiva diagnosi (effettuata precedentemente da un medico) per permettere di imparare come riconoscere una retina sana da una patologica. Per aiutare il modello a identificare efficacemente la retinopatia diabetica devono essere mostrate immagini di retine in altissima quantità.

Il reale vantaggio rispetto alla visita oftalmica tradizionale consiste in primo luogo nelle tempistiche, poiché l’algoritmo può dare risultati per centinaia di scansioni in tempi brevissimi. Inoltre, anche logisticamente, si supera il problema della distribuzione di specialisti sul territorio, in quanto non è più necessaria la presenza di uno di questi per uno screening iniziale. L’idea è infatti di indirizzare verso uno specialista soltanto i pazienti positivi a questa prima fase per ridurre significativamente il numero di visite a carico di ogni oftalmologo.
Una volta completato lo sviluppo dell’algoritmo, il team si è impegnato a trasformare il modello di intelligenza artificiale in un vero e proprio dispositivo per l’analisi automatica delle malattie retiniche, che è stato chiamato con l’acronimo ARDA (Automated Retinal Disease Assessment). Nei primi test condotti, ARDA è stato utilizzato per classificare le immagini di 3000 pazienti diabetici in due ospedali indiani. Successivamente, le diagnosi dell’algoritmo sono state confrontate con quelle dei medici mostrando un’ottima concordanza. Quindi, grazie all’intelligenza artificiale che assiste gli specialisti, milioni di persone affette da diabete potrebbero salvaguardare la propria vista, aprendo la strada a una diagnosi più rapida e precisa di malattie gravi.
Tuttavia, il progresso non si ferma qui poiché ulteriori studi, inclusi quelli in corso in India, mirano ad espandere il campo di applicazione di ARDA. Il team di Google è ottimista sulle prospettive future, infatti al momento sta lavorando sulla possibilità di sfruttare immagini della retina anche per prevedere fattori di rischio cardiovascolare al fine di ridurre l’incidenza degli infarti.
Fonte
- “Development and Validation of a Deep Learning Algorithm for Detection of Diabetic Retinopathy in Retinal Fundus Photographs.” Gulshan V, Peng L, Coram M, et al. (2016)
JAMA - “Diabetic retinopathy for the non-ophthalmologist.” Fung TH, Patel B, Wilmot EG, Amoaku WM. (2022)
Clin Med (Lond) - “Update in the epidemiology, risk factors, screening, and treatment of diabetic retinopathy.” Lin KY, Hsih WH, Lin YB, Wen CY, Chang TJ. (2021)
J Diabetes Investig