Al giorno d’oggi diventa sempre più difficile giurarsi amore eterno, forse è un qualcosa di caratteristico della nostra epoca perché andava diversamente ai tempi dell’antica Roma. A sostenimento di questo pensiero vi è un commovente scoperta archeologica avvenuta a Modena nel 2009. La scoperta in questione ha portato alla luce due scheletri appartenenti ad una coppia di scheletri vissuti tra il IV e il V secolo d.C., sepolti mano nella mano, forse proprio a simboleggiare l’amore eterno che li univa.
il tenerissimo ritrovamento sarebbe avvenuto in via Ciro Menotti, a circa tre metri di profondità, durante gli scavi per la costruzione di una palazzina lungo l’asse viario. Nella stessa area archeologica, a sei metri e mezzo di profondità, sarebbero stati individuati altri reperti storici e strutture di età romana extraurbana (tra cui una calcara per la cottura della calce). E’ stata poi rinvenuta un’altra necropoli sovrapposta a quella alla quale appartenevano i due sposi. Le due necropoli sarebbero separate da uno strato di detriti dovuti, probabilmente, all’esondazione del fiume Tiepido che si trova nelle vicinanze dell’area.

Detto questo torniamo a parlare della sepoltura più romantica di sempre: l’antropologa Vania Milani, dopo aver analizzato le spoglie della coppia di scheletri, ha affermato con sicurezza che le ossa di destra appartengano ad una donna, mentre quelle a sinistra ad un uomo. I due corpi risulterebbero essere di due persone adulte, l’uomo indossa alla mano destra un anello (per essere precisi un monile di bronzo) che lo classificherebbe come civis romanus (cittadino dell’Impero romano). Altra affascinante scoperta sarebbe il fatto che la donna ha il viso rivolto verso il suo compagno di vita. Secondo la Milani l’uomo era stato posizionato allo stesso modo ma con la testa su un cuscino che, col tempo, si sarebbe disintegrato provocando lo spostamento del capo dell’individuo. Questo rende la scena decisamente più interessante. Tuttavia i ritrovamenti di sepolture doppie si sono rivelati nel tempo abbastanza rari è per questo che la storia dei due amanti, simbolo del vero amore eterno, ha destato anche un po’ di stupore. Negli anni precedenti sono comunque state rinvenute sepolture simili. Un esempio ne è la tomba di Valdaro di Mantova, di epoca neolitica, rinvenuta nel 2007 e contenete una coppia stretta in un amorevole abbraccio. Un’analoga sepoltura è stata rinvenuta un anno dopo a Diyarbakir, in Turchia.

In ogni caso, ritrovamenti di questo tipo, sono talmente incredibili da farci pensare a storie totalmente inventate, come il romanzo “Il cane di terracotta” scritto da Andrea Camilleri nel 1996. Il romanzo è diventato poi parte della serie televisiva “Il commissario Montalbano”, come molti altri romanzi dell’autore. Ne “Il cane di terracotta” si racconta appunto di due amanti, Mario Cunich e Elisa Moscato, i cui corpi vengono ritrovati in una grotta usata come deposito per delle armi. I corpi della coppia di scheletri (proprio come quelli rinvenuti nel quartiere di Valdaro di Mantova e quelli rinvenuti in Turchia) sono disposti in modo da rimanere stretti per l’eternità in un abbraccio mortale.
Testimoni di un amore eterno, queste coppie del passato, hanno commosso il mondo insegnandoci molto sugli aspetti belli della vita.
Fonti: Gazzetta di Modena