La dengue è una malattia infettiva in rapida crescita negli ultimi decenni, causata da un genere di virus veicolato da zanzare, che può manifestarsi con sintomi lievi o essere asintomatica, ma in altri casi può evolversi in una forma grave, con complicazioni potenzialmente fatali.
IN BREVE
Dengue: cos’è?
La dengue, conosciuta da oltre due secoli, è una malattia di origine virale tipicamente tropicale trasmessa dalle zanzare del genere Aedes, che veicolano un virus del genere Flavivirus. Con più di 6 milioni di casi e più di 6000 morti riportati nel solo 2023 in tutto il mondo, questa malattia ha rapidamente assunto i connotati di una vera emergenza. Negli ultimi anni, infatti, la distribuzione geografica della dengue ha mostrato un aumento significativo, con focolai recenti segnalati in paesi come Brasile, India e Filippine, dove le condizioni climatiche favorevoli hanno favorito la proliferazione di queste zanzare. In Europa, si sono registrati casi in Francia e Italia, legati a viaggiatori che rientrano da regioni endemiche. Le aree urbane densamente popolate, caratterizzate da scarsa gestione dei rifiuti e accumulo di acqua stagnante, sono particolarmente vulnerabili alla diffusione della malattia.
Dengue: zanzare e virus
Nella dengue zanzare infette del genere Aedes, in particolare Aedes aegypti e, meno frequentemente, Aedes albopictus, anche conosciuta comunemente come zanzara tigre, hanno come principale ospite l’uomo, a cui trasmettono il virus (o, nel tempo, sierotipi di virus differenti) mediante la loro puntura, che genera un’infezione che, nei casi più gravi, si manifesta in una forma emorragica potenzialmente fatale. L’attività di questi vettori è più intensa dalla primavera all’autunno, periodo in cui vanno intensificate le misure di sorveglianza.
Gli agenti eziologici responsabili della dengue virus a RNA a singolo filamento del genere Flavivirus, esistono in 4 sierotipi differenti (Den-1, Den-2, Den-3, Den-4). Il virus può essere trasmesso anche da una donna incinta al feto e, probabilmente, è possibile anche la trasmissione della dengue dal latte materno. È importante notare che la trasmissione non avviene mai per contatto diretto tra soggetti affetti dalla malattia.
Dengue: sintomi e diagnosi
La malattia è tipicamente associata alla comparsa di febbre che si manifesta nell’arco di 5-6 giorni dal momento della puntura della zanzara e può anche raggiungere temperature elevate. Nella dengue sintomi ulteriori possono includere cefalea, dolori agli occhi, dolori muscolari e articolari, nausea, vomito, e irritazioni cutanee. Tuttavia, in più del 50% dei casi l’infezione può essere asintomatica o caratterizzata da una febbre moderata. Spesso, inoltre, la malattia scompare entro due settimane; durante questo periodo di tempo è raccomandato rimanere a riposo e idratarsi.
Nella dengue diagnosi di probabilità è basata proprio sui sintomi, sebbene questa risulti più accurata effettuando la rilevazione del virus o di anticorpi specifici in campioni di sangue mediante test sierologici e PCR (Polymerase Chain Reaction). Questi metodi non solo aiutano a identificare il virus responsabile dell’infezione, ma anche a distinguere la dengue da altre malattie febbrili simili come ad esempio la malaria, fornendo una diagnosi differenziale accurata.
Dengue mortalità
La febbre emorragica da dengue (o sindrome da shock dengue) è la forma più grave della malattia, e colpisce principalmente i bambini di età inferiore ai 10 anni abitanti in aree endemiche. Una reinfezione con un sierotipo di virus differente dal precedente può portare alla formazione di immunocomplessi virus-anticorpi, che determinano il rilascio di mediatori vasoattivi da parte dei macrofagi, con conseguente aumento della permeabilità vascolare che causa emorragie che possono condurre al collasso circolatorio e all’insufficienza multiorgano entro 2-6 giorni dall’esordio clinico.
I sintomi associati a questa grave forma di dengue includono dolore addominale acuto, vomito persistente, ematemesi, epistassi o sanguinamento delle gengive, melena, edema, letargia, confusione, o irrequietezza, epatomegalia, versamento pleurico o ascite, oltre che un’importante alterazione della temperatura corporea. Nel caso di questa forma di dengue mortalità è inferiore all’1% nei centri di cura specializzati, mentre al di fuori di essi può raggiungere anche il 30%.
Dengue in Italia
Come nel resto d’Europa, per quanto riguarda la dengue Italia e altri paesi devono fare i conti con i viaggi, soprattutto quelli internazionali, che rappresentano il veicolo maggiore di diffusione di tale malattia, che si sposta con merci e persone. Ai viaggiatori ricorrenti diretti in aree endemiche (di cui il nostro Paese, ad oggi, fortunatamente non fa parte) o con epidemia in atto, è pertanto raccomandata la vaccinazione, specialmente se già sieropositivi per uno o più sierotipi di virus. Sono disponibili due vaccini preparati con virus vivi attenuati, di cui uno, chiamato Qdenga e approvato dall’AIFA (Agenzia Italiana del Farmaco) nel 2023, è commercializzato in Italia e consigliato per coloro che risiedendo in aree endemiche e che siano già stati infettati da Dengue.
Nel nostro Paese la sorveglianza del virus della dengue è attiva tutto l’anno, monitorando sia i focolai locali che i casi di malattia contratta in paesi endemici o epidemici. Il Piano Nazionale di prevenzione, sorveglianza e risposta alle Arbovirosi, (zoonosi di cui la dengue fa parte) pubblicato dal Ministero della Salute, definisce le strategie di comunicazione, formazione, sorveglianza e prevenzione della trasmissione attraverso materiali biologici, oltre alle misure per contrastare il vettore di questa malattia.
Dengue: prevenzione e cura
Per contrastare la dengue prevenzione mediante vaccinazione e precauzioni utili che includono soprattutto misure fisiche come l’impiego di vestiti di colore chiaro e protettivi, zanzariere, tende, e repellenti, sono le misure maggiormente adottate. Inoltre, è buona cosa eliminare sistematicamente tutti i ristagni d’acqua in prossimità delle zone abitate, ed effettuare manovre di disinfestazione contro le zanzare Aedes. Infine, è importante aumentare la consapevolezza dei cittadini, specialmente se viaggiatori ricorrenti, riguardo ai rischi associati a questa malattia e, allo stesso tempo, è fondamentale che gli operatori sanitari siano informati riguardo la possibilità di comparsa di focolai di dengue.
Per la dengue cura specifica autorizzata non è ancora disponibile. Si possono tuttavia adottare terapie sintomatiche, come l’utilizzo di antipiretici per abbassare la temperatura corporea, e di supporto. Il paracetamolo può essere utilizzato per le sue proprietà antipiretiche e analgesiche, ma non i FANS (farmaci anti-infiammatori non steroidei) come l’aspirina, per evitare il rischio di sanguinamento. Per concludere, la mancanza di trattamenti specifici rende essenziale investire nella ricerca e rafforzare le misure di prevenzione per proteggere le persone da questa malattia, che rappresenta oggi più che mai una sfida globale per la salute pubblica.