La rana toro è un anfibio tipicamente americano ma che si è diffuso, grazie al commercio illegale, anche in altre parti del mondo. La presenza della rana toro, in alcuni casi, ha portato gravi danni alle altre specie di anfibi autoctone. Analizziamo questa specie e cerchiamo di comprenderne le problematiche.
IN BREVE
Caratteristiche generali della rana toro
La rana toro è un anfibio dal dorso verde olivastro e a chiazze marroni lateralmente, mentre la pancia va dal giallo al biancastro/grigio. Il labbro superiore è di un verde brillante e a differenza delle femmine, il maschio presenta la gola gialla. Il secondo appellativo “toro” deriva dal fatto che la sua chiamata ricorda il ruggito del toro. L’habitat naturale della rana toro è costituito da paludi, stagni e laghi anche se non è impossibile avvistarne esemplari nelle aree urbane e nei canali sotterranei. Questa rana è originaria delle parti meridionali e orientali degli Stati Uniti e del Canada, ma è stata ampiamente introdotta in altre parti del Nord, Centro e Sud America, Europa occidentale e parti dell’Asia. Addirittura, in alcune aree, è considerata una specie invasiva.

Il Lithobates catesbeianus, meglio conosciuta come rana toro americana (o più semplicemente rana toro), è una grande specie di rana che raggiunge fino a 20 cm di lunghezza dal muso allo sfiato e fino a 800 g di peso. A differenza di una rana verde comune, le rane toro non presentano creste dorsolaterali. I maschi maturi presentano dei timpani due volte il diametro dell’occhio, mentre le femmine mature hanno dei timpani dello stesso diametro dell’occhio. Solitamente i maschi sono leggermente più piccoli delle femmine (come spesso accade per le rane e anfibi in generale) e mostrano sul pollice dei cuscinetti poco pigmentati, mentre nella femmina abbiamo un pollice piccolo e snello. I girini della rana toro arrivano ad un massimo di 15 cm e sono di colore giallo-verdolino con piccole macchie.

Il verso della rana toro
Caratteristica peculiare della rana toro è sicuramente il suo verso. Le rane toro adulte sono in grado di emettere un urlo penetrante ed elevato. Grazie a questa capacità, nelle situazioni di pericolo la rana toro riesce a spaventare i predatori consentendole la fuga, grazie anche alla possibilità di compiere grandi balzi o immergersi in profondità rapidamente. Inoltre, i ricercatori hanno evidenziato un’eccellenze prontezza, anche nello stato di riposo, in cui quindi riesce a mantenere un’elevata reattività. Molto curioso è anche il modo in cui, emettendo il proprio verso, la rana toro avvisa anche gli altri esemplari nei paraggi causando un esodo delle rane nelle acque più profonde. Differente è invece la “chiamata di accoppiamento” che ha durata di 0,8 secondi con frequenza di 1 Hz (maggiore rispetto al verso emesso nelle situazioni di pericolo).
Il ciclo vitale: dalla nascita alla riproduzione
In media il ciclo vitale di questo anfibio va dagli 8 ai 10 anni, nonostante ci siano testimonianze di esemplari vissuti in cattività vissuti per ben 16 anni. La femmina di rana toro adulta, depone le uova sul pelo dell’acqua originando una sorta di “fogli” che possono arrivare a coprire una superficie di 0,5 m2. L’enorme superficie occupata dalla uova deposte deriva dall’incredibile capacità proliferativa di questa specie, capace di deporre fino a 20000 uova alla volta. Basti pensare che, durante la deposizione, la femmina di rana toro perde circa il 27% del suo volume complessivo. Solitamente le uova vengono deposte in prossimità di foglie o altro tipo di vegetazione sorvegliate in maniera blanda dal maschio, impiegando dai 3 ai 5 giorni per schiudersi. Fondamentale è la temperatura, che deve essere tra i 24 ed i 30 gradi, per evitare anomalie nello sviluppo.

Il numero estremamente alto di uova prodotte è giustificato dalla basso ratio di fecondazione: il numero di zigoti generati in media è di 11000 ma i cuccioli risultanti sono in media 5600. Possiamo quindi ben notare come solo circa 1/4 delle uova prodotte dalla femmina porta alla formazione di un girino, il quale prima di diventare una rana adulta, dovrà essere in grado di fuggire ai predatori. Il periodo di metamorfosi ha una lunghezza variabili a seconda del tipo di regione nativa della rana toro. Ad esempio, abbiamo tempi di metamorfosi di 3 mesi nei paesi del Sud degli Stati uniti, mentre tempi di 3 anni nei paesi del Nord. Si può intendere quindi, come la temperatura giochi un ruolo fondamentale nel processo di metamorfosi o più precisamente, il “periodo di gelo”. Maggiore è il periodo a più basse temperature, maggiore sarà il periodo complessivo di metamorfosi del girino.
Completata la metamorfosi, la rana toro raggiunge la maturità sessuale in tempi diversi a seconda del sesso: 1 o 2 anni per i maschi; 2 o 3 anni per le femmine. Per quanto riguarda le condizioni proficue alla fecondazione, di solito è preferito un suolo umido e privo di vegetazione. La ricerca del giusto luogo per iniziare il processo di accoppiamento spetta al maschio che, una volta individuato, è altamente territoriale e protettive nei confronti dell’area scelta (dai 2 ai 5 metri di diametro). Solitamente le rane toro attaccano spingendo e mordendo l’avversario; normalmente il vincitore è sempre l’individuo più grosso e anziano. Meno attenzione è invece riposta nel partner, in quanto nella rana toro è diffusa la poligamia. Il periodo riproduttivo va da maggio fino a fine settembre.
Per quanto riguarda le femmine invece, esse selezionano un compagno entrando nel suo territorio. La scelta della compagna diventa più discriminante con l’età, con le femmine che selezionano costantemente i maschi in relazione alla loro età, che deve essere similare. Le femmine più anziane, a volte, vocalizzano all’interno di gruppi di maschi per avviare una competizione ed aggiudicarsi l’esemplare migliore.
La pericolosità della rana toro
Nonostante l’aspetto innocuo, la rana toro in alcuni casi può costituire un vero e proprio rischio ecologico. Infatti Lithobates catesbeianus può essere un “serbatoio” per il fungo Batrachochytrium dendrobatidis senza mostrare alcun tipo di sintomo. Questo fungo è molto pericoloso per gli altri anfibi, tra cui alcune specie sono quasi state portate all’estinzione. La patologia generata è la chytridiomicosi, malattia mortale della cute.

Gli anfibi nativi nordamericani che sono stati colpiti dal fungo trasportato dalla rana toro includono:
- la rana del coro del Pacifico (Pseudacris regilla );
- la rana dalle zampe rosse del Nord (Rana aurora );
- la pianura leopardo rana (Lithobates blairi );
- la rana leopardo settentrionale (Lithobates pipiens );
- la rana leopardo di pianura (Lithobates yavapaiensis );
- l’intera suite di anfibi californiani centrali.
America a parte, simili problematiche sono state individuate anche in altri paesi Europei, tra cui Germania, Francia e Italia. La presenza di questa specie in habitat non propri ha portato la rana toro ad essere considerata una vera e propria specie invasiva. Sicuramente non possiamo attribuire la colpa al povero anfibio: i traffici illegali di animali hanno portato la migrazione di numerose specie lontane dal loro habitat naturale, senza considerarne le conseguenze.
Per far fronte a questo problema l’Unione internazionale per la conservazione della natura (IUCN) e dall’Ufficio internazionale delle epizoozie (OIE) ha suggerito dei severi piani di monitorizzazione del commercio e del traffico illegale di anfibi in tutto il globo. Allo stesso tempo, sono stati sviluppati dei piani di eradicazione della rana toro dalle zone invase attraverso diverse strategie:
- raccolta ed eliminazione di masse di uova;
- reti per catturare gli esemplari negli stagni;
- trappole per catturare esemplari che escono dagli stagni infestati;
- sensibilizzazione dei rischi ecologici del traffico illegale di anfibi.