La qualità dell’aria è un parametro fondamentale per determinare le condizioni di vivibilità di una determinata area geografica o conglomerato urbano. Inoltre, è anche un buon indice dell’attività industriale e antropica locale, la quale, come abbiamo visto impatta enormemente sia sull’ambiente che sulla nostra stessa salute.
IN BREVE
Vivere in aree urbane facilita l’accesso ad una moltitudine di servizi che riteniamo indispensabili per mantenere uno stile di vita, uno status a cui siamo abituati e che, con fatica, riusciamo a rinunciare. Per questo bisogna accettare qualche compromesso. Immaginate per un secondo di trovarvi all’ora di punta, smontati da lavoro, in una torrida giornata d’inizio estate. Siete fermi ad un semaforo, boccheggianti, respirate a fatica l’aria che va rarefacendosi all’interno dell’utilitaria incandescente. Per lenire i sensi ed evitare uno svenimento, vi concedete un fiato d’aria condizionata che vi induce un brivido, gelandovi il sudore della schiena e della fronte. Se in quel momento usciste dalla macchina, l’aria probabilmente sarebbe irrimediabilmente sgradevole ai limiti dell’irrespirabile. Queste, e una moltitudine di altre azioni che quotidianamente scandiscono le nostre giornate, impattano sulla qualità dell’aria, che in molte aree dello Stivale e del mondo, sta cambiando drasticamente.
QUALITÀ DELL’ARIA: FATTORI E AGENTI IMPATTANTI
L’inquinamento atmosferico è un problema serio. L’Organizzazione Mondiale della Sanità stima che le morti dovute all’esposizione ai fattori tossici respirati superi i 6 milioni, globalmente, nel 2019. Tuttavia, prima di addentrarci nei dettagli, diamo alcune definizioni. Per “qualità dell’aria” si intende una misura, quanto più possibile oggettiva, della presenza di inquinanti in atmosfera. Minore è la concentrazione di questi, migliore è la qualità dell’aria stessa. Comunemente, le specie chimiche più impattanti e nocive i sottoprodotti della combustione dei motori, come l’anidride solforosa (SO2) e monossido di carbonio, i gas serra, i nitrati (NOX), composti organici volatili (VOC), scarti volatili derivanti dal trattamento industriale e, infine, metalli pesanti e altamente pericolosi (Arsenico, Piombo, Nichel, ossidi di Ferro). In questa lista, definitivamente non esaustiva, non può mancare il cosiddetto materiale particolato, o PM, ovvero particelle, di varia natura, dimensione e derivazione, che permangono sospese in atmosfera.
QUALITÀ DELL’ARIA EUROPA
L’Europa è una delle aree geografiche maggiormente industrializzate, consumiste, e bisognose d’energia del pianeta. Pertanto, l’UE ha profilato un piano per incentivare la Transizione Verde nel modo più efficiente, un piano al quale gli Stati Membri devono concorrere con misure legislative e sussidi finanziare. Tale emendamento prende il nome di Green Deal Europeo (EGD, 2019). Tuttavia, nel primo ventennio del nuovo millennio l’attività massiva industriale non ha accennato ad alcun calo. La Transizione richiede il ripensamento di interi settori produttivi e servizi non immediati e poco praticabili in corti periodi, anche convogliandovi ingenti somme di denaro. Con la crescente preoccupazione riguardante gli effetti collaterali dell’urbanizzazione e aree industriali, nel 2021 gli Stati Membri si sono accordati per introdurre, all’interno del EGD, lo Zero Pollution Action Plan. Questo ha il preciso scopo di imporre delle soglie sul valore massimo tollerabile inquinanti per la determinazione della qualità dell’aria.
QUALITÀ DELL’ARIA ITALIA MAPPA
I monitoraggi relativi alla qualità dell’aria in Italia sono condotti, principalmente, dalle Agenzie Regionali per la Protezione dell’Ambiente (ARPA). Le misure annotano i valori relativi alla grande maggioranza degli inquinanti maggiormente nocivi, profilando grafici e previsioni funzionali. In particolare, le panoramiche si concentrano sull’appuntare i valori del materiale particolato sospeso. È il caso dei famigerati PM2.5 e PM10, i cui numeri fanno riferimento alle dimensioni, in micron, del diametro del particolato misurato nell’aerosol. Bene, se ora volessimo osservare più attentamente lo Stivale noteremmo dei cosiddetti “hot spot” in cui i livelli di PM di diverse dimensioni sono cospicue. Auspicabilmente, sono proprio le zone maggiormente industrializzate del Nord d’Italia a venire impattate da alte concentrazioni di particolato. Le aree lombarda e padana sono fra le più colpite. A queste si aggiungono importanti centri urbani, tra cui Napoli e la Capitale.
QUALITÀ DELL’ARIA LOMBARDIA
Annualmente escono dettagliati report profilati dell’European Environment Agency (EEA), i quali descrivono analiticamente il monitoraggio ambientale relativo ai due anni precedentemente trascorsi. Per fare questo, l’ente europeo si avvale di migliaia di dati ricevuti periodicamente dai vari osservatori sparsi nelle varie regioni dei vari Stati Membri. Stando all’ultimo rapporto esistente, datato marzo 2024, nella Penisola uno dei più preoccupanti “hot spot” da tenere in considerazione è proprio la regione Lombardia. Relativamente alla qualità dell’aria Milano, Lodi, Cremona e Brescia sono le città in cui l’indice di inquinamento atmosferico sono maggiori. Quando si parla di inquinamento atmosferico il fattore di rischio maggiore è tanto l’agente chimico impattante quanto il tempo di esposizione ad esso. Gli standard europei calcolano un’esposizione massima ad agenti gassosi (O3, Nitrati) di 8 ore. Mentre le concentrazioni dei restanti inquinanti non debbono superare i 25 microgrammi/metro cubo d’aria respirata.
QUALITÀ DELL’ARIA PIANURA PADANA
Concentriamo l’attenzione ora su un’areale più ampio; la Pianura Padana. Questa è, senz’ombra di dubbio, una delle zone maggiormente produttive e densamente abitate d’Italia. In aggiunta al grande impatto ambientale che possiedono grandi centri metropolitani, come Milano, Torino, Verona e altre grandi città emiliane, in questa zona si concentra una cospicua gestione di allevamenti intensivi. Questi elementi da soli contribuiscono a produrre un importante tasso inquinante, ma c’è di più. La Pianura Padana ha una peculiare forma a bacino, essendo delimitata geograficamente da catene montuose e dal mare. Questa conformazione geografica porta con sé vari effetti su larga scala. Fra questi un aspetto apparentemente paradossale: l’inversione termica invernale. Le temperature medie a livello del mare, in pianura, sono inferiori a quelle registrate nello stesso arco temporale in montagna; l’aria fredda rimane stantia in pianura e non si crea corrente che sposta le masse d’aria, trattenendo gli inquinanti. Per tal motivo si è reso doveroso installare una fitta rete di stazioni di rilevamento per il monitoraggio della qualità dell’aria in tempo reale, o quasi; per ogni inquinante registrato i valori medi raggiungono i valori limite per la sicurezza della salute della popolazione rapportato ai parametri dell’Indice Europeo per la qualità dell’aria.
Fonte
- Europe’s air quality status 2024. (2024).
European Environment Agency - Chen, ZY., Petetin, H., Méndez Turrubiates, R.F. (2024). Population exposure to multiple air pollutants and its compound episodes in Europe.
Nature Communications