La genesi di quello che sarà il mito del Philadelphia Experiment ebbe origine nel dopoguerra: il malato zero fu un certo Morris K. Jessup, un personaggio controverso del Michigan.
Appassionato di scienza e laureato in astronomia, Jessup era ossessionato dalle tecnologie non ancora realizzate (settore che si può benissimo appellare con “fantascienza”).
Nel 1955 aveva pubblicato un libro di ufologia, “The Case for the UFOs”, che trattava di speculazioni sugli impianti propulsivi delle navicelle aliene.
Jessup criticava il progresso tecnologico scelto per i viaggi spaziali (il propellente a razzo), affermando che il futuro sarebbe stato nella distorsione dello spazio/tempo.
Nei suoi scritti, più di una volta, citò i lavori di Einstein – in particolare la sua teoria dei campi unificati.

Preso sempre sottogamba dalla comunità scientifica, quando oramai le sue speranze di successo erano sul punto di affievolirsi, ricevette un’enigmatica lettera da parte di un certo “Carlos Allende”.
Questo personaggio gli presentò uno strano caso, comprovato da alcuni ritagli di giornale, del fantomatico Philadelphia Experiment.
Questo esperimento si sarebbe tenuto nel 1943, nel Philadelphia Naval Shipyard.
Allende si sarebbe trovato vicino alla US Eldridge, destroyer della marina americana, mentre lavorava a bordo di una nave mercantile (la Furuseth).
Secondo la sua testimonianza, la nave sarebbe sparita nel nulla avvolta da una nuvola verde, per poi ricomparire pochi istanti dopo.
Non convinto del personaggio, Jessup interruppe presto la corrispondenza.
Tutto questo proseguì fino ad un avvenimento molto particolare: all’improvviso, Jessup fu convocato dalla ONR (Office of Naval Research).

Arrivato sul posto, si trovò davanti una copia del suo libro, piena di scritte a mano.
Vi erano 3 tipi di colore di inchiostro, che rimandavano a 3 diverse persone.
Gli appunti riguardavano 2 tipi di razze extraterrestri, oltre a continui riferimenti all’esperimento di Philadelphia.
Jessup riconobbe la calligrafia di Allende al suo interno.
Il libro era stato recapitato ad un ufficio della marina, dentro ad un pacco con scritto “Buona Pasqua”.
Questo manoscritto aveva suscitato l’interesse del governo, che decise di farlo pubblicare in qualche centinaio di copie.
Incentivato dalla situazione, Jessup cercò inutilmente di vivere come scrittore, ma si trovò -spesso e volentieri- rifiuti da parte delle case editrici.
Lasciato dalla moglie, ferito in un incidente stradale, finì col cadere in depressione e suicidarsi.
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